Il fischio del treno rumoreggia nel silenzio del vagone, ospitato da Beatrice e il signore seduto davanti a lei. Beatrice si aspettava più rumore, più persone, possibile che nel tardo pomeriggio nessuno debba tornare a casa?
Beatrice sente l'esigenza di silenziare i pensieri che da giorni sembrano non voler uscire dalla testa e prende dalla borsa a tracolla un libro dalla copertina gialla che Aurora le ha consegnato prima che salisse sul treno.
«Se mai dovessi annoiarti» le ha detto.
"La moglie del serial killer" legge il titolo, mimandone le parole.
«L'ho letto un mese fa e mi ricordo ancora il finale» le dice Aurora.
«Dev'essere bello, allora» le risponde Beatrice, alludendo alla breve memoria della sua coinquilina.
Aurora è seduta sulla panchina della stazione, aspettando paziente la partenza della coinquilina. Sa quanto sia stato difficile convincere Beatrice a riempire la valigia e dev'essere sicura che non cambi idea all'ultimo.
«Puoi andare» le mima Beatrice, dall'alta parte del vetro.
Aurora scuote ripetutamente l'indice in segno di disapprovazione, sarebbe rimasta fino alla fine. Beatrice è una ragazza riservata, tutto ciò che sa di lei è perché lo hanno vissuto insieme, del suo passato non sa nulla, realmente. Sa che passa ore davanti ai libri, sa che non ha mai fallito un esame, sa che difficilmente esce con ragazzi e quando lo fa, spesso non diventa una cosa seria.
«E se ti piacessero le donne?» le aveva chiesto una sera Aurora.
Erano sdraiate sul suo letto, Beatrice le aveva appena finito di raccontare il motivo per il quale non sarebbe più uscita con Federico.
«Sai che non ci sarebbe nessun problema...» aveva aggiunto Aurora, sorpresa dall'improvviso silenzio dell'amica.
«Purtroppo sono sicura che non sia questo il problema» le aveva risposto Beatrice, sorridente.
«Quale sarebbe?»
«Paura? Cicatrici? Passato? Delusioni?»
Beatrice si era fatta trasportare da un improvviso flusso di coscienza che aveva fornito ben poche risposte alla sua amica.
«Lo farò» l'aveva interrotta Beatrice, concludendo lì la questione.
Beatrice non ne parlò mai con lei e ora che la vede sparire sul vagone del treno, Aurora si chiede se non avesse dovuto insistere. Dall'altra parte, sul treno, c'è Beatrice che vede il proprio vagone riempirsi man mano che passano le fermate. Una giovane ragazza le chiede di potersi sedere vicino a lei. Ha in mano il saggio di Letteratura Medioevale, più simile allo spessore di un mattone che quello classico di un libro.
«Le piace?»
Beatrice ignora quella domanda, si mette le cuffie all'orecchie e alza il volume della canzone della playlist e abbassa lo sguardo sul libro aperto sulle prime pagine. Si sente strana, osservata. Per scrupolo si guarda attorno e c'è chi legge, chi guarda il telefono, chi ci gioca e chi lo usa per chiamare qualcuno. C'è chi dorme e chi si finge sveglio. Finito di controllare, torna sul suo libro, scorgendo per qualche secondo lo sguardo curioso del signore che ha davanti. Un signore anziano tempestato di piccoli nei per tutto il volto, occhi azzurri cielo e labbra screpolate. Il cappello nero gli copre i capelli.
«Dice a me?» Gli chiede Beatrice.
«Le piace?» Ridomanda il signore.
«Si... carino» mente, presa di sorpresa.
STAI LEGGENDO
RACCONTO DI SAN.VALENTINO
Short StoryLa storia è in corso... vi basta sapere che Lei torna a casa dopo 5 anni e rivede Lui, il ragazzo che tanto amore e dolore le ha dato. Lei è Beatrice, prossima alla laurea e lui è Samuele, prossimo ad allenare i ragazzi della squadra di calcio. Beat...