Solo uno. Lui.

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Al mio amore, 18 febbraio 2024.

Le scelte che facciamo ripercuotono sul nostro passato e sul nostro futuro.

Ci chiediamo sempre se la scelta è quella giusta, se è quella sbagliata o se ce ne erano una migliore; se quella che abbiamo fatto ci parte dal cuore o dalla testa.

La scelta che ho fatto io è quella di continuare ad amare lo stesso uomo per il resto della mia vita.
Di seguirlo in ogni suo continuo cambiamento, di supportarlo ogni volta che sbagliava o si sentiva in errore.

Le sue parole mi hanno ferito molte volte? Si.
I suoi gesti mi hanno ferito molte volte? Si.
I suoi continui cambiamenti d'umore, le sue scorribande mi hanno ferito molte volte? Si.

La mia domanda è sempre stata se quella di aver seguito Max nella sua folle corsa verso un amore impossibile fosse stata davvero la scelta giusta.
La mia domanda è stata quella di sapere se realmente i suoi occhi erano pieni d'amore o solo era comprensione verso il mio amore idolatrato verso di lui.
La mia domanda è stata di capire se realmente fosse Max ad amarmi o solo l'idea che avevo di lui a farlo.

Ma le risposte avvengono con il tempo, ti vengono offerte su un piatto d'argento.

Ti aiutano a capire se la risposta a tutte le tue domande è sì o no. Se la tua scelta è stata esatta oppure no.

Tutto è avvenuto circa qualche mese fa, mentre io e lui ce ne stavamo su un letto di una camera d'hotel, ad osservare il soffitto costellato da mille luci sbrilluccicanti. Il nostro cuscino pieno di paillettes, posto vicino alla finestra, veniva colpito dal raggio del sole ogni volta alle otto in punto del mattino.
Sentivo la sua mano scorrere lungo il mio corpo, su e giù in un movimento quasi frenetico. Sentivo il suo cuore battere calmo, ma i suoi gesti dicevano tutt'altro.

Max non era mai stato capace di parlare a parole. Ogni volta che aveva bisogno d'aiuto o semplicemente voleva dimostrarmi qualcosa, i suoi gesti dicevano tutto.
Fiori regalati, baci di sfuggita nel paddock prima di una gara, sorrisi nascosti al podio, strette di mano durante le interviste per conglaturarsi l'uno con l'altro.
La maggior parte dei suoi gesti avvenivano in camera da letto, quando si prendeva cura di me e anche di sè stesso.

"Max, tutto bene?" dissi. Sapevo che non avrebbe risposto, così con gli occhi andai a cercare i suoi, che stavano ancora osservando il soffitto illuminato. Aveva un non so chè di sensuale, ma la pattina nascosta davanti agli occhi che gli donava un senso di tristezza, io non ero ancora riuscito a cacciarla via.
La morte di suo padre l'aveva sconvolto. L'aveva portato a colpevolizzarsi da solo.
Quella era l'unica volta che Max era riuscito a confidarsi con me al 100%.

Non ricevetti alcuna risposta alla mia domanda.
Come solito pensai.
Poi, tutto d'un tratto, il suo corpo scomparì da contro al mio.
Lo vidi alzarsi di scatto e iniziare a vestirsi.
Con movimenti frenetici indossava la maglietta della RedBull. Riuscì anche a strapparne i bordi, tanta era la foga dei suoi gesti.

"Max, tutto bene?".
Ripetei, per la seconda volta in pochi minuti.
E nemmeno questa volta dal ragazzo provenne alcuna parola.

Non riuscì a capire il perché. Perchè Max fa così? Perchè non può confidarsi con me, come quel giorno al funerale di suo padre?

"Max, puoi dirmi cosa ti succede? Mi stai facendo preoccupare."
Ripetei, per la terza volta in pochi minuti.
Ancora nulla. Sembrava stregato, allucinato. I suoi occhi non cercavano nulla, sembravano vuoti e senza senso. Quasi alienati.

"Max, mi vuoi rispondere?".
Dissi. Finalmente ricevetti una risposta.

"Charlie, ne ho parlato con la stampa. Siamo liberi".

Il mio cuore ebbe un tonfo. Lo sentì cadere dal mio corpo.
Mi toccai pure il petto, solo per capire se fosse reale.
Non ci capì più nulla in quei primi minuti, poi i miei occhi andarono a cercare bisognosi la figura del ragazzo, che ne stava in piedi con le braccia a penzoloni, vestito. Pronto per andarsene.
Sembrava scappare dalle parole che aveva appena pronunciato.
Sembrava che avesse appena fatto l'errore più grande della sua vita.

Si, per molti mesi io e lui avevamo discusso in merito ad una nostra intervista per dire a tutto il mondo della Formula Uno che io e lui avevamo una relazione che andava avanti ormai da tre anni, ma non mi sarei mai aspettato che quel giorno divenisse realtà. Soprattutto non ora, che eravamo in piena lotta campionato. Io e lui.
Litighiamo sia fuori che dentro in pista.
Rivali per tutta la vita.

Ho sempre amato, fin dai kart, questo ragazzo.
La rovina e la rinascita della mia vita.

L'ho scelto dal primo giorno, da quando ci odiavamo per quello stupido incidente avvenuto ormai più di dieci anni fa.
L'ho scelto quando abbiamo litigato per la prima volta per una ragazza che fece girare la testa ad entrambi.
L'ho scelto quando è morto Jules. Quando era venuto a casa mia per consolarmi, per aiutarmi a superare quel lutto che mi porterò dietro per il resto della mia vita.
L'ho scelto quando è morto mio papà. Quando ho perso la mia ragione, o almeno, quando la stavo per perdere. Mi ha aiutato, mi è stato vicino. E io mi sono innamorato.
L'ho scelto perché quando sono entrato in Formula Uno dopo aver vinto il campionato di Formula Due, è stato il primo a congratularsi con me, dicendomi che tra qualche anno gli sarebbe piaciuto lottare per un mondiale con me.
L'ho scelto perchè quando ho firmato per la Ferrari e sono stato messo in squadra con Seb, lui si era presentato davanti alla porta di casa mia con un berretto rosso in testa e aveva urlato "Benvenuto tra i grandi". E io lì me ne sono perdutamente innamorato. L'ho amato.
L'ho scelto perchè quando ho vinto la mia prima gara e la gara dopo ho finito Monza come vincente, lui si è presentato di nuovo a casa mia con due bicchieri di vetro e una bottiglia di champagne, pronto a festeggiare. E lì abbiamo fatto per la prima volta l'amore.

L'ho scelto perché quando ha vinto il suo primo titolo mondiale, la sera stessa, dopo tutti i festeggiamenti, l'ho mezzo rapito sulla mia macchina e lì, quella sera, gli ho donato tutto il mio cuore, confessandogli cosa provavo per lui. Gli ho detto che lo amavo, che l'avrei scelto tra tutti.

Una vita insieme, a correre, a scontrarci, a cercare l'amore.

E io, dopo queste parole, dico che la scelta giusta l'ho fatta.
Max è sempre stata la scelta giusta per me.
E lo sarà per sempre.

Vero amore mio?

Tuo,

Charlie. 

La scelta giusta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora