Emma e Marco

29 2 0
                                    

Questa volta Emma sapeva di aver esagerato a darla ancora vinta al suo ex.
Non le stava pagando gli alimenti da alcuni mesi, e lei aveva rifiutato di fargli un ingiunzione di pagamento, come le consigliava il suo avvocato.
Lo faceva per sua figlia, sapeva che si sarebbe vendicato su di lei.
Non sarebbe passato i fine settimana a prenderla.
Anastasia adorava suo padre.
Le brillavano gli occhi quando parlava di lui.
Aveva 5 anni e lo immaginava come il principe azzurro sul cavallo bianco.
Non avrebbe mai infranto il suo sogno.
Era un bastardo e per ora la piccola non doveva saperlo.
Nello specchietto retrovisore della macchina la osservo dormire.
La prese in braccio, raccolse le buste e si avvio a casa.
La piccola, quasi sveglia, abbracciò la madre in maniera protettiva, a volte i loro ruoli s'invertivano.
Anastasia le faceva da mamma, tutte le volte che lei piangeva.
E crescevano insieme.
Salite in casa, si apprestava a compiere gli stessi gesti di tutte le sere.
Farle il bagnetto, metterle il pigiama e cenare.
La piccola si sarebbe addormentata e lei si sarebbe potuta rilassare.
Il telefono cominciò a squillare.
Era l'ora della telefonata della mamma che la aiutava con la bimba.
Marco non l'avrebbe chiamata questa sera e chissà per quante altre.
Lo aveva conosciuto ad una cena di amici.
Bello come pochi in compagnia della moglie e lei come sempre da sola.

Si erano piaciuti subito.
Anche troppo.
Stava lontana dagli uomini sposati, diceva sempre di non voler far soffrire una donna, come era successo invece a lei.
Il tradimento del marito le era costato migliaia di pacchetti di kleenex, telefonate alle due di notte con la sua amica, e tanti soldi spesi in shopping curativo.
Ma si era salvata con sua figlia.
O meglio si erano salvate insieme.
Ma Marco era diverso, aveva quel modo leggero di parlare, di far sembrare che ogni problema avesse una soluzione.
Avevano opinioni comuni su quasi tutto e quelle poche in disaccordo diventano punti di forza e non di rottura.
"Emy" la chiamava così.
Era cominciato con un caffè, una chiacchiera leggera ed erano diventati amanti.
Marco era una bella canzone, una musica che incanta, che ti stordisce come un bicchiere di vino.

La moglie di Marco, una bella donna che forse a suo modo lo amava ancora, era previdente, scontata e a volte quasi banale.
Emma invece era per lui il contrario di quello che non aveva mai guardato in una donna.
Spontanea, sincera con gli occhi che si velavano ogni qualvolta nominava la figlia,
ma che si animanavano quando parlava delle sue passioni.
Sembrava fragile come un gattino sotto la pioggia ma aveva coraggio di un leone.
Entrambi amavano il mare, dove si rifugiavano qualche volta la sera, nelle rare volte in cui riuscivano a vedersi.
Emma aveva nascosto a tutti il suo segreto, anche alle amiche più care.
Un pò per il timore di essere giudicata e un pò per la paura che da quel sogno poteva svegliarsi e lei non voleva, ora che stava tornando a credere nell'amore.
Non avevano pronunciato queste promesse di eterno ma lo avevano detto in molti modi.
Ognuno dei quali riecheggiava nella sua mente.
Avrebbero dovuto superare molti ostacoli, giudizio della gente, il rimorso di far soffrire un altra persona e sopratutto la paura che sua figlia non lo accettasse.
Quelle parole le aveva pronunciate qualche sera prima con Marco.
"Forse sarebbe una buona idea cercare di capire cosa succede nelle nostre vite e dovremmo farlo stando lontani "
Lui l'aveva guardata a lungo senza parlare, e forse maledetto il giorno in cui si erano incontrati.
Perché dopo aver detto che doveva fare una telefonata di lavoro l'aveva lasciata poco lontana da casa.
Dopo due giorni di silenzio, le arriva un suo messaggio dove annuncia che sarà fuori per lavoro circa un mese.
Provare a stare lontani, provare a trovare il coraggio di affrontare il mondo tenendosi per mano.
Se lo chiedeva ogni giorno da quando lui era partito, come avrebbe affrontato le domande della bimba e le minacce dell'ex.
La risposta gliela diede Marco al suo ritorno.
Lo vide in piedi appoggiato ad un palo con le braccia conserte di chi sta aspettando da un pò.
Lei gli andò incontro senza guardarsi intorno stavolta e senza lasciare i suoi occhi.
La mano che lui gli tese era la prova che era giunto il momento di prendere coraggio e provarci.
Non aveva più la fede al dito.
"Andiamo dai...devo incontrare una piccola principessa, spero solo di essere alla sua altezza"
Un grande sorriso illuminò il volto di Emma, adesso avevano il coraggio di sfidare tutti.
"Mi sei mancata " gli sussurrò all'orecchio.
"Idem" rispose lei.
E adesso potevano scoprirsi, mostrarsi, con le loro cicatrici che gli avevano fatto acquisire la consapevolezza del loro legame.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 20 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Emma e MarcoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora