capitolo 1.

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-Eddai Lauren, è mezz'ora che ti aspetto!- disse Chloe scocciata.
-Mezz'ora, certo...- entrai in macchina
-, è vero! Dio quanto sei lenta!- accese la macchina -E comunque, vengo a prenderti un po' prima da scuola perché devi aiutarmi a scegliere il regalo per la mamma
-Sei seria? Da sola non ce la fai? Devi prendermi prima da scuola, per venire ad aiutarti a scegliere uno stupido regalo per la mamma? Andiamo, Chloe.- dissi allaciandomi la cintura - Manco avessi nove anni che non riesci a scegliere da sola un regalo!
-Scusa, che c'entrano i nove anni? Io ne ho diciannove, e allora? Non è solo mia mamma, il regalo è da entrambe- ci fu un attimo di silenzio, poi si girò nuovamente verso di me -E attenta come mi rispondi, in sti giorni sei insopportabile
-Tu mi rendi insopportabile...-le risposi irritata.
Parcheggiò la macchina davanti alla mia scuola, prima di scendere restai a fissarla: un altro stupido e inutile giorno in quel posto orribile con persone che non avrei mai voluto conoscere, che schifo.
-Vai o devo venire ad aprirti io, madame?- ridacchiò Chloe- okay, a dopo.- Uscii.
-
-Buongiorno piccola- disse Calum con voce ammaliante dandomi un pizzicotto leggero sulla guancia - Buongiorno idiota- lo abbracciai. Adoro il suo profumo, sa di "bad boy", provocante.
-Oggi ti vedo piuttosto dolce, o sbaglio?- sorrise
-Sbagli. Ho appena finito di litigare con mia sorella, Dio quant'è insopportabile!-ci dirigemmo verso la nostra classe
-Oh dai, tua sorella è simpaticissima- sbuffai -E anche sexy- aggiunse dandomi una pacca sulla spalla
-Ma andiamo, tu trovi sexy anche mia nonna!- risi dandogli una leggera spinta.
-Certamente- Entrammo in classe.
Calum è il mio migliore amico, ci conosciamo da una vita precisamente dall'asilo. È, uno dei pochi di cui mi fido veramente, se non l'unico. La mia scuola è piena di persone false, molto false. Io e lui non facciamo altro che scherzare, aiutarci e consolarci a vicenda, lo adoro, e non dubito che lui faccia altrettanto.
Andai a sedermi al mio posto, in ultima fila; avevo scelto io quel posto, il meno in vista possibile. Non salutai nessuno e in silenzio dallo zaino tirai fuori il quaderno, mi sentivo osservata, lo ero.

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