Un risveglio da INCUBO

54 2 1
                                    

Aprii gli occhi, la prima cosa che colpì il mio sguardo fu la luce, ero quasi accecata, misi a fuoco, cominciai a riconoscere un luogo famigliare, riconobbi la mia stanza: mi trovavo lì. Ero trasparente, anche più dell'aria, non mi vedevo, faticavo a riconoscermi, come se non esistessi, sentivo tutto, era un'infinità di suoni che mi rimbombavano in mente; ero assordita da loro, come se mi chiamassero, pochi fino a quel momento mi avevano notata, no, nessuno e mai. Venivo ignorata, resa invisibile; mi costringevano a nascondermi nei muri, mimetizzarmi nel pavimento, o dentro l'asfalto; odiavo l'asfalto, amavo l'asfalto, mi era simile, calpestati, scuri e disprezzati, entrambi. Strisciavo; camminavo sull'asfalto, mi domandavo su come non mi cedeva, come gli altri, come tutti.

Ma adesso non aveva importanza,
non ci credevo abbastanza
ero invisibile
e ancora più temibile,
sentivo delle voci,
sempre più feroci.
Ero terrorizzata
e anche disprezzata,
e la paura
mi oltrepassava come le mura.
Ma potevo essere invisibile fantastica,
se fossi stata più sarcastica,
avrei potuto usare il mio potere
per cambiare e non rimanere;
sotto le scarpe mi cedeva il terreno,
era più movimentato di un viaggio in treno,
e però ero cosi
forse per questo che nessuno mi capì.
Forse speciale o diversa
Ma si sa che non più la stessa.
Ma ora basta poesie
Forse perché non so più che dire.

Decisi di continuare
Pur non sapendo più cosa fare,
pensavo che andando avanti
mi avrebbero vista in tanti.
Uscii dalla mia stanza
E sentì che aveva importanza.
Ora ero diversa
A mai più la stessa.
Avevo bisogno di qualcuno
Non sarei mai ridiventata nessuno:
sarei stata la numero uno
ma finora non avevo nessuno.

Finché non sei comparso tu caro lettore
E ti ho trattenuto per ore ed ore.
Come una dea alata
non ero più schiavizzata.
Finalmente libera
Come di primavera vera,
stavolta non è una bugia
che cosi sempre sia;
ero invisibile
ed indescrivibile,
senza accorgermi vivevo
e io non lo sapevo
ma mi sono accorta,
non ero più assorta
le voci non erano più feroci
e neanche veloci
sono rimasta ad ascoltare
e mi hanno detto che fare
non dovevo sparire
per non far la gente soffrire
non potevo mentire
per non far la gente perire.

Preferivo morire
che dare alla gente da ridire.
Dovevo essere sincera
senza sciogliermi come la cera.
Dovevo essere felice
senza sentire ciò che la gente dice.
Non volevo essere una perdente
E cosi, ricambiai dente per dente
Mi presi in pugno
E tutti rimasero con un grugno.
Tentai di liberarmi
ma le mie forze provarono ad ostacolarmi.
Non era finita,
non avrei perso la vita.
Vidi un arcobaleno
E fui salva in un baleno
Volevano fermarmi,
anche con le armi,
dicevano di amarmi,
ma prima dovevano catturarmi.
Io, fiduciosa nei miei poteri
molto più che l'altro ieri
diventai trasparente
senza più né sangue né niente.
Semplicemente sparii
e tutto ebbe inizio lì.

Cominciai a mutare
Ma continuando a scappare
Da due a quattro
Con qualche altro arto
E poi gridai,
finché non volai.

E bianco, solo bianco. Come la morte. Forse ero finita in paradiso, non lo so; era tutto così perfetto: lucente, ovattato e bianco.
Subito ho percepito qualcosa, no: era qualcuno. Vidi rabbia, vidi amore, e bugie. Vidi una faccia angelica: era in contrasto con il resto. Cominciai a sprofondare, stavo cadendo, precipitando.
Mi schiantai a terra, tutto era strano, speciale, in senso positivo o negativo, era qualcosa che poco prima ritenevo diverso. Ne ero attratta. Riuscivo a muovermi, ero sola; nessuno mi seguiva, mi mancava terribilmente la mia ombra. Come si fa a vivere senza ombra? Come? Mi stavo frantumando. L'arcobaleno. No, di nuovo, non potevo fare a meno che abbracciarlo. Stavamo volando. In tutto quello scuro eravamo capaci di esistere.
Io, volevo vivere, io, semplicemente vivere. Volevo imparare a vivere, dopotutto è a questo che serve la scuola, almeno credo, spero. No. Mi mancava maledettamente la mia vita, dannatamente. Avrei sempre sorriso, sempre; mi piacevo quando sorridevo, moltissimo.
Lui, dalla faccia angelica, mi riportò indietro. Mi lasciò dove mi aveva presa; mi ridiede i colori, l'ombra e l'immaginazione.
Ma lui, no, non può essere, è impossibile: mi stava lasciando. Ma ... io, cosa sono senza lui? Mi ha dato le sue ali. E io? Decisi. Gli ho dato il mio amore.

In Her MindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora