Prologo

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Mia madre mi narra sempre la stessa storia da quando sono piccola.
Mi racconta che, tra le pieghe dell'antica foresta, là dove il sole s'immerge dietro le cime degli alberi e le ombre danzano al suono del vento, si cela un segreto avvolto nell'oscurità. In quel regno di fronde e di sussurri, tra i sentieri nascosti e le radure dimenticate, si aggira un uomo avvolto nelle tenebre e con gli occhi che brillano di rosso.

Il suo nome è sussurrato appena tra le foglie, come un'eco lontana di un tempo perduto. Il suo passo è silenzioso come il respiro di un fantasma, e il suo sguardo è un abisso senza fondo che cela i segreti del mondo. Ha vissuto nell'ombra per tanto tempo che le radici degli alberi hanno intrecciato le loro storie con la sua, e le stelle nel cielo si rattraggono al suo passaggio.

Quest'uomo tenebroso ha un'anima avvolta in un mistero più fitto della notte stessa. Nelle pieghe delle sue vesti nere si nascondono ricordi antichi e dolori profondi, cicatrici che bruciano nel buio come fiamme insaziabili. Eppure, non è solo il peso del passato a renderlo oscuro, ma anche il suo destino intrecciato con le forze ancestrali che vegliano sui segreti della foresta.

Ogni notte, quando le stelle si accendono nel firmamento e il mondo si addormenta nel silenzio, l'uomo tenebroso si allontana dai confini del villaggio, là dove il chiarore della luna non osa penetrare. È là che si svolgono i suoi rituali, là che intreccia il suo destino con quello della foresta e dei suoi abitanti, là che si consuma un'antica profezia che risveglia i cuori e le menti di coloro che hanno l'ardire di sfidare le tenebre.

E così, mentre il mondo sospira nel sonno e le ombre si allungano come come dita affamate, l'uomo tenebroso cammina tra le fronde come un custode dell'oscurità, pronto a svelare i segreti che giacciono sepolti nel cuore della notte e a guidare chi ha il coraggio di seguirlo lungo il sentiero delle stelle spezzate.
Ed io ho sempre avuto paura dell'uomo da cui mia madre mi aveva messa in guardia tramite questa fiaba inquietante, finché non l'ho incontrato davvero.
Il suo volto non è avvolto dall'oscurità. I suoi occhi non si illuminano di rosso come la leggenda narra. Le sue iridi sono nere come la pece e ti penetrano a fondo nell'anima, lasciando la loro impronta per sempre.
Non è un vecchio gobbo come lo immaginavo, tutt'altro.
Possiede una bellezza senza eguali, pare un angelo caduto, uno di quelli che Dio ha deciso di rinnegare perché possiedono un'anima dannata.
Io conosco quell'uomo, lo conosco da sempre ma non l'ho mai visto per quello che sarebbe diventato.

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