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La mattina trovo un messaggio di Michael, il mio ragazzo di tre anni, in cui diceva che mi prepararmi. Quando scendo lo trovo seduto sul divano in salotto. Porta i capelli lunghi legati, la camicia arrotolata sugli avambracci, mentre i jeans abbracciano le sue cosce muscolose. Stava parlando a bassa voce con mio padre e quando i suoi occhi incontrano i miei smette di parlare, sorridendomi. 

"Buongiorno amore" dice venendomi incontro.

Lo saluto con un gesto della testa visto che ho la bocca piena. Un pezzo di pane era tutto quello che posso permettermi in questo momento, visto che mamma non era riuscita a fare la spesa.

"Oggi ti accompagno io a lavoro"afferma dandomi una mano a mettere il cappotto.

Deglutisco il cibo. "Ma non lavori dall'altra parte di Londra?" prendo la mia borsa e usciamo da casa.

"Oggi inizio più tardi." risponde prendendomi a braccetto.

Michael lavora in un'agenzia di informatica, uno dei lavori più pagati, a suo dire.

Ci fermiamo al primo checkpoint e con mia sorpresa non mi controllano la borsa. Fanno il foglio e ci fanno passare.

Strano, penso. Mi giro verso Michael.

"Non è strano?"domando.

"Che cosa?" domanda a sua volta l'uomo che è al mio fianco.

"Che non mi hanno controllato la borsa"rispondo guardandolo accigliata.

"Non so che dirti"risponde lui accendendosi una sigaretta.

Continuiamo il tragitto tra una chiacchiera e l'altra finché non arriviamo davanti alla scuola. Alcuni dei miei alunni stavano entrando in quel momento, ma ciò che mi fece bloccare fu il rombo di una macchina che si fermò proprio davanti l'istituto. Era la macchina nera del signor Styles, da cui scende un euforica Marlow, che dopo aver chiuso la portiera corre verso di me.

"Signora Alice! Oggi è una giornata bellissima!" urla correndo all'interno della scuola.

Io e Micheal ridiamo, finché un clacson mi fa saltare in aria.

Il signor Styles mi saluta con la mano per poi andare via.

"Odio gli uomini così"borbotta Michael attirando la mia attenzione.

"Così come?"domando non capendo.

"Che vanno in giro come se i Wolves non ci avessero rovinato"replica Michael cupo in viso.

"Falla finita...vai a lavoro piuttosto."dico.

Sapeva che i Wolves erano un argomento che non mi piaceva, soprattutto dopo quello che successe ad Elle, ma appena succedeva qualcosa che per lui era fuori posto parlava dei Wolves.

"Va bene. Ci vediamo sta sera?"domanda avvicinandosi a me.

"Ok"rispondo dandogli un bacio sulle labbra.

Mi allontano e dopo averlo visto iniziare a camminare nell'altra direzione, entro all'interno dell'istituto. 

"Signorina dobbiamo controllarle la borsa"dice un Guardiano guardandomi.

Quando do lo zaino al Guardiano, sbianco. Mi sono resa conto, solo in questo momento, che durante il primo checkpoint, non solo non mi hanno controllato la borsa, ma non hanno neanche controllato Michael.


La piccola Marlow oggi parla di continuo facendo ridere tutti, me compresa. Amo quella piccola peste, in due settimane era diventata la mia preferita. So che non devo avere preferiti ma è più forte di me. Aspetto che tutti i bambini prendono posto ai loro banchi e noto l'assenza di una bambina che, di solito, siede al banco vicino alla porta. Sto per fare l'appello quando dalla porta entra il Preside, cupo in viso e una lettera tra le mani.

REBEL HEARTS: EMBERS OF HOPE (REBEL HEARTS #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora