La figlia di Artemide, le cui spalle erano coperte dai lunghi capelli castani, mossi come le onde del mare che si increspano sulla riva, correva libera tra i boschi a piedi nudi rincorrendo l'aurora.
L'aria gelida del pungente mattino le colpiva il viso e le inondava i polmoni facendole respirare la libertà pura, la grinta, la foga, l'orgoglio della natura che viveva dentro di lei.
Si sentiva viva.
Aveva un grande sorriso sul volto e le lacrime agli occhi.
Amava la vita.
Sentiva la fatica, i piedi dolere, ma questo non la fermava dal correre ancora più forte, raggiungere il picco di un promontorio e piangere ancora più forte.
Era aria, era vento, era tempesta.
Era vita.
Sentiva il sangue scorrere nelle sue vene, lo percepiva.
Era viva.
Il cuore batteva come un tuono, incastonato nel petto.
E con lei lo spirito del cervo chiamava l'orizzonte.--------------------------------------------------------------
Questo è un piccolo testo che ho scritto di getto, ascoltando questa bellissima canzone. Quella che ho descritto è un'immagine puramente inventata, so che Artemide è una dea vergine quindi non ha figlie, ma ho voluto comunque scriverlo perché è quello che mi sentivo.
~Benny
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Poesie, pensieri, immagini
RandomUna raccolta di testi, in prosa o in versi, nati dall'ascolto di una canzone o da un'idea.