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"AUT INVENIAM VIAM
AUT FACIAM"

"I SHALL EITHER FIND A WAY, OR MAKE ONE

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"I SHALL EITHER FIND A WAY, OR MAKE ONE. "

NOME:

Odette.

Le ipotesi riguardanti il significato di questo nome sono numerose: alcuni credono che derivi dal celtico e significhi "amica dell'acqua", altri che derivi dal germanico "Ödo", ovvero "ricchezza", intesa non solo in termini materiali ma anche come benessere interiore ed evoluzione personale.
In molte culture si crede che le persone chiamate Odette abbiano una predisposizione naturale per le arti, la danza in particolare, forse perché tale nome si trova nel celebre balletto classico di Tchaikovsky "il lago dei cigni". Lei, però, non ha nemmeno un briciolo dell'eleganza tipica delle ballerine classiche: in effetti, però, la sua predisposizione per l'arte è ovvia.
Odette non ha mai avuto un'opinione precisa sul suo nome: le è stato dato alla nascita e ovviamente ci è cresciuta, ma a volte le viene la nausea nell'apprendere che la sua personalità, il suo talento e il suo aspetto siano legati ad un nome che non aveva nemmeno scelto lei. Probabilmente quello era il peso della consapevolezza che in qualche modo sarebbe sempre stata legata ai suoi genitori.
Era stata sua madre a sceglierlo, ovviamente, e l'aveva sempre definito un nome speciale, in quanto connesso proprio al luogo in cui aveva incontrato quella che sarebbe diventata il suo futuro marito.

COGNOME:

La sensazione del vestito sulla sua pelle, la musica ad alto volume, il chiacchiericcio di sottofondo e i falsi sorrisi che continuava a rivolgerle: tutto in quella situazione le dava fastidio, e lei non riusciva veramente a capire il motivo per cui questo tipo di eventi fossero tanto importanti per i suoi genitori. Era davvero insopportabile vedere tutta quella gente superficiale osteggiare le proprie ricchezze e cercare di essere i migliori, specie visto che per riuscirci si divertivano a mettere in ridicolo o provocare in maniera passiva aggressiva chiunque si ritrovassero davanti.
Odette non aveva mai sopportato la competitività tossica, e non si trovava esagerata per l'aver mandato qualcuno a fanculo ed essersene andata nel bel mezzo di numerose conversazioni. Tanto ci avrebbero pensato i suoi genitori a scusarsi da parte sua.
L'unica cosa bella di quelle feste erano le numerose opere d'arti presenti nelle case, anche se la maggior parte delle volte i proprietari di quest'ultime non si accorgevano nemmeno dell'enorme valore che avevano, ma le utilizzavano come semplici decorazioni: questo non significava che lei non potesse apprezzarle al loro posto, e proprio per questo si ritrovava spesso a girovagare per le case con una sigaretta accesa in mano, fermandosi ad assaporare la bellezza di tali opere, copie od originali che fossero.
«Non dovresti fumare qui, mio padre ci tiene a questi pezzi da collezione.» Era una ragazzo più o meno della sua età, dall'aspetto così ordinato che le venne in automatico da ridere. Era anche lui una marionetta dei suoi genitori, Odette ne era sicura anche solo dopo averlo visto per una singola volta.
Si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo, ma non a rispondergli con sarcasmo «Oh sì, scusa, posso immaginare...sono sicura che sarebbe capace di nominare ogni singolo autore.»
Non spense quella sigaretta.

  ❝ 𝐓𝐇𝐄 𝐀𝐑𝐂𝐇𝐄𝐑 ❞ | i miei oc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora