1 capitolo

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<<Enea! Muoviti sennò farai ritardo!>>

Era mamma, controllo l'orario, erano le 7:50 del mattino. Mentre cerco di levare la maschera per dormire, noto che sullo schermo del mio telefono c'erano 10 chiamate perse. Era Emily!! Caspita mi farà una partaccia di terzo grado peggio di mia mamma. Scendo in una capriola dal letto, rischiando anche di farmi male, ma non mi interessava mi dovevo dare una sbrigata. Appena sento il suono del clacson mi maledico di non essermi svegliata in tempo. Mi vesto in fretta e furia e appena scendo metto in bocca una fetta di crostata e corro verso la macchina di Emily.

<<Emily veramente scus...>>

Guardo il suo volto insatanato, come la suora di The Nun o anche peggio. Mentre guida verso scuola ci rivolgiamo mezzi sguardi,  lei continua a tenere il broncio mentre c'è un  silenzio tombale. Alla fine scoppiano in una risata fragorosa. Succede sempre così tra me e lei, non litighiamo mai.

<<Emy, dovevi vedere la tua faccia>>

nel frattempo continuo a ridere, cercando di imitare la sua faccia da finta arrabbiata.

<<Eneaaa, ci avevo provato dai! Apprezza il mio sforzo>>

Nel frattempo ci dirigiamo verso i nostri armadietti. Per mia sfortuna davanti il MIO armadietto si cui una coppietta si sta baciando.

<<Ehm...scusate non volevo interrompere ma avrei bisogno di aprire il mio armadietto>>

Non mi calcolano proprio. Ma improvvisamente sento una scarica elettrica manifestarsi in tutto il corpo. Sento degli occhi glaciali su di me. Un ragazzo tutto tatuato, occhi di cui non so dare una definizione ben precisa,  e corpo da schianto. Rimango incantata dal suo dannato fascino, probabilmente tutte le ragazze gli andranno dietro.

<<Cazzo Enea non puoi sei occupata con quello stronzo di Jackson>>

Cerco in qualche modo di non dar retta alla mia mente. Mi concentro sul ragazzo difronte a me. Sussurra qualcosa all'orecchio della sua presunta ragazza, lei scoppia a ridere. Alla fine, dopo che finirono il loro teatrino potrei finalmente avere accesso al mio amato armadietto. Dopo aver preso tutto l'occorrente entrai nella classe di Psicologia, un corso che purtroppo non ho in comune con la mia migliore amica. La lezione scorre molto tranquilla, ma mi accorgo che qualcuno mi sta toccando i capelli. Mi giro lentamente per capire chi sia e trovo il ragazzo dell'armadietto, volevo veramente morire dentro.

<<Potresti finire di giocare con i miei capelli?>> Dico con molta sicurezza

Mentre lui con la sua trafottenza non mi ascolta e continua a toccarli. Non sopporto quando le persone mi toccano i capelli. Vorrei urlagli contro tutte le cose che mi vengono in mente. Ma purtroppo vengo interrotta da...

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