Sono nata a Cittadella in provincia di Padova, ma non credo vi morirò.
Ho questo sentore dovuto alla passione incondizionata per i viaggi. Dipendesse da me vivrei in posti differenti, a latitudini diverse, per tempi brevi ed intensi. Ho voglia di scoprire sulla mia pelle i copyright del pianeta e farne buon uso.
Vorrei prendermi il mondo con i sensi, prima di riuscire a dirlo con parole mie.
La prima volta che ho visto il mare, mia madre mi racconta che ho esclamato: "Quanta acqua!"
Non stupisce, quindi, che il galeone dei pirati fosse il mio gioco preferito, senz'altro mi permetteva di viaggiare con la fantasia. Amavo le storie dei pirati e avrei voluto solcare i mari profondi dei Caraibi con i loro vascelli, senza nessuno che mi comandasse e in barba ad ogni "norma di diritto internazionale".
Per i filibustieri di allora concetti come nazionalità, confini, proprietà o età non avevano nessuna valenza. Erano sedotti dalla libertà in ogni sua declinazione, prima fra tutte quella del sottrarsi alle scelte prestabilite e ai pregiudizi.
Davvero niente è più difficile da realizzare della libertà, essa non ha strada facile da percorrere: la libertà di resistere alle avversità, ad esempio, è una conquista quotidiana.La libertà di viaggiare è una condizione esistenziale ottimale che permette di dubitare dei propri passi, di sbagliare comportamenti (in buona fede) e di non temerne le conseguenze, e di restare sempre in piedi. Certo non tutti i viaggi sono uguali e non tutti sono ugualmente visibili agli occhi.
Ci sono luoghi del mondo che, nonostante i buoni propositi dei viaggiatori, rimangono inaccessibili non solo alle persone fisiche, ma anche ai diritti civili e sociali. La libertà si nutre d'utopia!
Un viaggio con zaino in spalle e valigia alla mano è sicuramente una delle esperienze più belle e costruttive da fare nella vita. Chi viaggia vive più volte la stessa vita: luoghi lontani introiettati come frecce scoccate dal cielo, con il tempismo perfetto di chi sa trafiggerti l'anima, senza chiederti il permesso e senza aver cura delle conseguenze. Colpi di fulmine ai quali non ci si può sottrarre!
Ho deciso di conoscere il mondo con gli occhi della giovinezza e l'incoscienza di chi ama l'avventura sopra ogni riga del proprio taccuino di viaggio.
La vision che mi accompagna consiste nello sbriciolarsi dei giorni all'interno degli usi, dei costumi e delle consuetudini dei popoli che ho via via incontrato in questi 45 anni di vita, per trovare nuove direzioni del mio cammino interiore. Un atto rivoluzionario e al tempo stesso silenzioso in questo scambio culturale.
Passo dopo passo, km dopo km, meta dopo meta, come un tesoro da custodire e testimoniare.
Non è vero che viaggiare ci rende uguali, ciascuno ha il suo modo, però quello che accomuna sta nel fatto che viaggiare ci svuota di contenuti superficiali per riempirci d'interiorità e di alleanze inattese.
Mentre viaggiavo per l' Europa, mi sono interrogata, se fossi una turista o una viaggiatrice e quanto le mie radici italiane facessero parte di me e del mio percorso.
Certo è che se sei disposta a perdere tutto ciò che hai per ottenere ciò che vuoi, allora sei sulla strada giusta e i sapori per gustare meglio una pietanza raffinata si rafforzano.
Vi posso giurare che potrei, tranquillamente, associare un odore tipico ad ogni posto dove sono stata e penso sia la più potente delle sensazioni per tornar là in un istante.
Come, ad esempio, lo ha la metropolitana di Londra, la scuola del tuo paese, la tua casa o la pelle di tua mamma, quel profumo lo ha pure il bosco dove sei cresciuta, il mare vicino a casa tua o i vestiti di tuo papà quando torna dal lavoro. Il mondo per chi viaggia è scoperta della propria personalità nella sua essenza più profonda e a volte brutale, lo specchio e il suo stesso riflesso.
Si impara ad entrare dentro se stessi, l'eterna ricerca di quel che siamo e da cui spesso vogliamo sfuggire. In ogni situazione vieni messo alla prova, la Spagna mi ha dato stimoli su come gestire il rapporto col prossimo, l'Egitto con la spiritualità, il Marocco con la famiglia.
Culture completamente diverse dalle nostre che ti mettono davanti ad atteggiamenti che per te erano naturali e in quel posto non lo sono, oppure ritrovarti ad avere comportamenti estremamente maleducati senza volerlo, come per esempio entrare con le scarpe in casa in Giappone, bere alcolici in pubblico nelle Filippine, soffiarsi il naso in presenza di persone negli Stati Uniti.
Faccio a meno della certezza ingannevole legata ad un posto fisico, scardinando il senso d'appartenenza ad un luogo che ai miei occhi è illusorio. Lucchetti e catenacci immaginari non mi spaventano.
Assaggio colori e stili di vita importanti: poche forchette e molti legnetti che raccolgono abilmente il riso dai piatti, assaporo quello che di Asia riesco a penetrare. Sono cresciuta nel mormorio del mondo e ho molto da fare per assecondarlo. Nel fiume Giallo rivedo mio padre, nel volo di un uccello percepisco l'alba e il tramonto, in un pescatore incontrato per caso vedo le reti, nella commozione di un uomo che ha fame e sete, mi commuovo. Sono ovunque i miei occhi si poseranno in futuro. L'essenza del viaggiare è l'andare. Il movimento che ne deriva. Viaggiare è fare l'amore con l'Universo.
STAI LEGGENDO
Quanta acqua
Short StoryIl senso del viaggiare e l'esperienza nel fare proprio un viaggio.