PASSIONE PROIBITA: l'intrigo dell'età

15.

Decisi di rilassarmi un attimo sotto l'albero, chiudendo gli occhi per concentrarmi sui suoni del campus. Il leggero fruscio delle foglie e il lontano vociare degli studenti mi aiutarono a ritrovare un po' di serenità. Tuttavia, sapevo che dovevo presto alzarmi e affrontare il resto della giornata.

Il pomeriggio si dissolveva delicatamente mentre mi sdraiavo sull'erba, la brezza leggera carezzava il mio viso e il sole dipingeva sfumature dorate nel cielo. Lentamente, il peso della giornata e il richiamo del sonno mi avvolsero, portandomi in un mondo di sogni.

Immersa in un sonno profondo, la voce del signor Mitchell si insinuò nei meandri dei miei pensieri. Nel sogno, danzavamo insieme, il ritmo sensuale della musica avvolgeva ogni passo. La sua voce, profonda e avvolgente, sussurrava il mio nome come una melodia irresistibile. Ogni movimento era un'armonia di desiderio, e sembrava così reale che il confine tra sogno e realtà si sfumava.

Immersa in questa danza onirica, fui improvvisamente scossa da un braccio che mi tirò delicatamente fuori da quel mondo incantato. Aprì gli occhi lentamente, scoprendo che la figura del signor Mitchell era davanti a me.
Il signor Mitchell mi fulminò con uno sguardo sarcastico, la sua voce aveva quel tono tagliente"Dormire all'aperto potrebbe diventare una cattiva abitudine, signorina," disse con una leggera smorfia di disapprovazione. "La prossima volta, cerca di trovare un posto più confortevole per le tue pennichelle."

Mi stirai leggermente, cercando di raccogliere i frammenti del sogno che svanivano nella penombra. "Grazie per l'avvertimento, signor Mitchell." risposi in modo imbarazzato.

"Ah, dimenticavo," disse il signor Mitchell con un tono tagliente, come se avesse appena ricordato un dettaglio poco importante. "La tua presenza è richiesta alla riunione del giornalino. Non vorrai certo mancare a così importanti faccende studentesche." continuò ironico.
Mi alzai velocemente e segui la sua figura dentro l'edificio.
———
Il caloroso abbraccio di Jake mi colse di sorpresa, generando un'immediata ondata di imbarazzo. "Ava!" esclamò con entusiasmo, e il suo abbraccio affettuoso sembrava contraddire la freddezza quotidiana della vita scolastica.

Mi chiese perché non l'avessi cercato per uscire, e io risposi con un sorriso forzato, spiegando che il carico di studio era diventato opprimente. "Ho tanto da studiare," aggiunsi, cercando di mascherare il disagio che il suo abbraccio aveva suscitato.

Tutti i presenti sembrarono concentrare i loro sguardi su di noi, e l'imbarazzo si fece sentire ancora di più in me. Ma quando i vivaci occhi di lui si posarono su di me con un sorriso, sentii una strana tranquillità.

Lui mi fece promettere che dopo la riunione saremmo andati in caffetteria insieme. Accettai con un sorriso che cercava di nascondere l'imbarazzo iniziale. "Promesso," risposi, con la speranza che quel momento potesse portare una svolta più leggera alla giornata.

Sophia si avvicinò a me con un sorriso malizioso e sussurrò con voce bassa, quasi come se fosse un segreto:
"Devi ammettere che Jake è stracotto di te, Ava. Si vede chiaramente anche se è un po' più grandicello."

Arrossii leggermente, non abituata a ricevere complimenti o osservazioni simili sulla mia vita amorosa. Con un leggero sorriso nervoso, cercai di scrollarmi di dosso l'argomento, rispondendo:
"Ma dai, Sophia, stai esagerando un po'. Jake è solo un bravo ragazzo, niente di più."

Nonostante il mio tentativo di minimizzare la situazione, una piccola parte di me cominciò a chiedersi se forse c'era del vero nelle parole di Sophia. Era difficile immaginare che qualcuno potesse interessarsi così rapidamente a me, considerando le mie insicurezze e il mio passato poco fortunato nelle relazioni.

Sophia mi guardò con uno sguardo complice, come se stesse cercando di farmi capire qualcosa di cui ero ancora all'oscuro.

"Ava, dai, non puoi negare che ci sia un'attrazione reciproca. Non lo vedo solo io, lo notano tutti!"