La notte avanzava, e nonostante il calore rassicurante del divano, il sonno non era affatto ristoratore. Sprofondai in un incubo che sembrava così reale da farmi scattare il cuore a mille.Mi trovavo in una strada deserta, le luci dei lampioni creavano ombre inquietanti attorno a me. Sentivo il rumore dei miei passi che rimbombavano nell'aria silenziosa, ma non ero sola. Una figura oscura mi seguiva, il suo volto indistinguibile, ma l'intento malvagio era chiaro. Cominciai a correre, il terrore mi stringeva il petto come una morsa.
Le strade sembravano intrecciarsi in un labirinto senza uscita. Ogni volta che pensavo di aver trovato una via di fuga, mi ritrovavo di fronte a un vicolo cieco. Il suono dei passi dietro di me diventava sempre più vicino, un ritmo incalzante che mi faceva perdere il fiato.
"Cosa vuoi da me?" gridai, ma la mia voce sembrava soffocata, inghiottita dal buio.
La figura si avvicinava sempre di più. Potevo sentire il suo respiro sul mio collo, gelido e minaccioso. Cercai disperatamente un modo per scappare, ma le mie gambe sembravano di piombo, ogni passo un'impresa titanica. Mi voltai per affrontare il mio inseguitore, e proprio in quel momento, una mano fredda mi afferrò il polso, tirandomi verso l'oscurità.
Il panico mi invase completamente. "Lasciami!" urlai, ma non riuscivo a liberarmi. La figura si chinò verso di me, il suo volto ancora nascosto nelle ombre. E poi, con un tono sibilante, disse il mio nome: "Ava..."
La paura mi paralizzava, e proprio quando pensavo che non ci fosse via di scampo, un nome mi uscì dalle labbra come un grido disperato: "Ethan!"
Mi svegliai di colpo, il cuore che martellava furiosamente nel petto. La stanza era buia, il silenzio rotto solo dal mio respiro affannoso. Mi sollevai a sedere, stringendomi le braccia attorno al corpo per cercare un conforto inesistente.
"Ethan," sussurrai, cercando di calmarmi. Ma l'eco del sogno ancora risuonava nella mia mente, e la paura non accennava a diminuire. Mi accorsi che avevo bisogno di sentire la sua presenza, di sapere che non ero sola in quel momento terribile.
Cercai di ricordare dove fossi, e poi mi resi conto che ero ancora nel salone di casa sua. Mi alzai in piedi, barcollando leggermente, e mi avviai verso la sua stanza. Avevo bisogno di sapere che era lì, che poteva proteggermi da quegli incubi che sembravano così reali.
"Basta, Ava," mi sussurrai, cercando di calmarmi, ma le mie gambe continuarono a muoversi, portandomi verso la porta della sua camera. La aprii lentamente, il cuore che batteva ancora furiosamente.
"Ethan?" chiamai piano, la voce tremante.
E lì, nella penombra della stanza, vidi la sua figura seduta sulla sedia vicino al letto, gli occhi che mi scrutavano con preoccupazione. Avrei voluto dirgli tutto, spiegargli il terrore che mi aveva invaso, ma le parole sembravano bloccate nella mia gola. Mi limitai a guardarlo, sperando che potesse capire ciò che non riuscivo a esprimere.
Ethan, come se avesse percepito la mia angoscia, si alzò dalla sedia e mi raggiunse in pochi passi. "Ava," sussurrò, la sua voce era un balsamo per la mia anima tormentata. Il mio viso era bagnato di sudore e lacrime, e dovevo sembrare veramente disperata. Le sue mani grandi e calde presero il mio viso, i suoi occhi si immersero nei miei con una preoccupazione palpabile.
"Cosa è successo?" mi chiese, la voce carica di ansia. Scossi la testa, ancora intrappolata negli echi dell'incubo che mi aveva sconvolto. Non riuscivo a rispondere, le parole mi si bloccavano in gola, soffocate dal terrore residuo.
Senza dire altro, Ethan mi abbracciò. Le sue braccia mi avvolsero, forti e rassicuranti, e per un momento mi sentii finalmente al sicuro. Chiusi gli occhi, appoggiando la testa contro il suo petto. Sentii il suo cuore battere, un ritmo costante e solido che mi aiutò a calmarmi.
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PASSIONE PROIBITA
RomanceAva Spencer, 19 anni, si trasferisce da una piccola cittadina del Midwest a New York City per iniziare il suo primo anno al college. Dolce, solare e timida, si trova spaesata in un mondo frenetico e distante dalla sua vita semplice. Ethan Mitchell...