Non c'è stagione dove Roma non sia bella, anche in queste giornate grigie di settembre.
Il cielo è coperto di nuvole, le foglie degli alberi nei viali stanno assumendo il colore dell'autunno e alcuni rami sono già spogli. Si direbbe che sarebbe meglio un bel cielo terso e il sole alto, ma per me questa città è affascinante tutto l'anno.
Le prime ore del giorno sono le mie preferite, è forse l'unico momento della giornata dove non la si può definire caotica. In sottofondo c'è solo il fruscio delle foglie secche sotto i miei anfibi e il tintinnio delle tazzine di chi sta aprendo la bottega. Nell'aria, aleggia un piacevole profumo di caffè e cornetti appena sfornati che mi muove un certo languorino, ricordandomi che non ho ancora fatto colazione.
Deve essere piovuto molto stanotte, perché percorro il vialetto che porta al nostro condominio facendo uno slalom tra le pozzanghere. Quando arrivo davanti al portone, lo trovo spalancato. La signora Agnese, la proprietaria del condomino, sta passando lo straccio sul pavimento tra un imprecazione e l'altra, finché non nota la mia presenza
«Oh, ciao Amalia. Sei appena arrivata?»
Chiede con un espressione affaticata in volto, mettendosi una mano sulla schiena
«Salve signora Agnese. Sì, vengo dalla stazione. Ma che è successo?»
Mi sporgo sulla soglia dell'androne: diversi secchi sono posizionati qua e la per la stanza in direzione dei goccioloni che cadono dal soffitto
«È successo che con gli acquazzoni che ci sono stati in questi giorni, il tetto non ha retto le infiltrazioni» sospira «dovrò chiamare il tecnico, di nuovo. Hai passato una buona estate?»
Annuisco, sforzando un sorriso. Non la definirei esattamente "una buona estate" visto che buona parte l'ho passata sui libri, e non sto parlando di romanzi. Magari, fossero stati dei romanzi
«Bene cara. Vi ho preparato una torta di mele in vista del vostro arrivo, la trovi sul tavolo della portineria insieme alle chiavi.»
La signora Agnese ci tratta come se fossimo le sue nipoti, è una donna speciale. Oltre alle sue torte, fa i maritozzi più buoni che io abbia mai mangiato
«Grazie signora Agnese, come al solito non doveva disturbarsi.»
«Oh, ma perfavore» canzona, rimettendosi all'opera «e non chiamarmi signora!»
Mi riprende e a me scappa una risatina. Dice che a chiamarla in quel modo la fa sentire vecchia, anche se la nostra è solo una forma di educazione.
Se c'è una cosa che non mi è mancata affatto durante l'estate, sono queste quattro rampe di scale. Ogni volta sembrano infinite, soprattutto in questo momento dove sto scommettendo sul mio equilibrio con la torta di mele della signora Agnese in una mano, e nell'altra la valigia. Quando arrivo sul pianerottolo, mi sento come se avessi appena percorso tutto il Lungotevere di corsa. Infilo le chiavi nella toppa e apro la porta dell'appartamento. Un urletto di gioia proviene dal salotto e quasi sobbalzo per lo spavento. Un attimo dopo, Virginia fa la sua uscita spettinata e in pigiama, cogliendomi di sorpresa
«Sorpresa!»
Esclama entusiasta, gettandomi le braccia al collo. Io e Virginia siamo coinquiline dall'inizio degli studi, purtroppo durante le vacanze estive non ci vediamo mai perchè lei si trasferisce nella sua città natale per tutta la stagione, ma ci manteniamo spesso in contatto
«Ma che ci fai qui? Mi hai spaventato!» sorrido, abbracciandola a mia volta «pensavo arrivassi stasera.»
«C'è stato un cambio di programma: uno sciopero dei mezzi, così sono partita un giorno prima.» mi spiega. Sposta lo sguardo sulla tortiera «e questa torta?»
«La signora Agnese.»
«Ah! Adoro quella donna.»
La afferra e la appoggia sul tavolo in cucina, dove è già presente un vaso con dei fiori
«Vedo che hai già provveduto.» dico, riferendomi a quest'ultimo. Virginia ha una passione sfrenata per le piante e i fiori di qualsiasi tipo e genere. Questo appartamento in primavera diventa un giardino botanico. Letteralmente.
Mi guarda con un sorriso colpevole, e fa spallucce.
Mi spoglio del cappotto e della sciarpa e ci accomodiamo al tavolo, una di fronte all'altra
«Allora? Come stai? Come hai passato l'estate? Raccontami tutto!»
Mi allunga una tazza di caffè fumante e davanti alla torta della signora Agnese, tra una risata e l'altra, ci aggiorniamo su quella che è stata la nostra estate. Poi esordisce
«Stasera c'è la festa di inizio anno al Red Door.»
La festa di inizio anno è l'evento per eccellenza, riunisce tutti gli studenti che frequentano l'università qui in zona e, come da tradizione, si ripete ogni anno. Un po' come l'homecoming, ma meno formale. Decisamente, meno formale
«Posso chiedere a Giulio se ci tiene due posti al suo tavolo.»
Conclude. Le feste non sono il mio forte, ma è anche vero che la mia estate è stata piuttosto monotona a causa dei corsi di recupero. Un po' di divertimento e spensieratezza sono ciò che mi serve
«Andata.»
«Evvai! Ci divertiremo!»
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L'altro capo del filo rosso
RomanceAmalia ha le idee ben chiare sull'amore. Secondo lei non esistono colpi di fulmine e l'amore a prima vista, ma solamente la teoria del filo rosso. La leggenda narra che ognuno di noi, fin dalla nascita, porta al mignolo della mano sinistra un filo...