prologo

18 3 9
                                    

TW, fate attenzione a questa lettura.

"Anastasya non è colpa tua."
Le parole di mio fratello mi rimbombavano in testa mentre mi teneva stretta tra le sue braccia.
Mi sistemò lentamente la gonnellina nera e il maglioncino bianco che mi macchiò di un rosso scuro.
"Di' hai nostri che è colpa mia, va bene?" Disse attirandomi a sè, facendomi appoggiare la testa contro il suo petto.
Eravamo entrambi seduti a terra, ricoperti di sangue.
Respiravo affanosamente e tremavo dalla paura per la reazione che potrebbero avere i nostri genitori non appena vedranno questo bordello che combinai solo qualche instante prima che entrasse mio fratello a vedere, al solo pensiero mi aggrappai più forte a mio fratello che nel mentre mi stava sfilando lentamente la pistola di mano.
"Andrà tutto bene, sya." Surrurò mio fratello mentre mi lasciava un dolce bacio sulla fronte, "Ci hai solamente tirato fuori da una situazione sgradevole, avrei fatto lo stesso non ti preoccupare."
Da lì calarono dei minuti di silenzio mentre ello mi cercava di asciugare le lacrime che mi rigavano il viso.
"Александр, Анастасия готова к столу.
но где оказались вы с дядей Максимилианом?"
Udii la voce inconfondibile e fredda di mio padre nel corridoio.
Ci aveva appena chiamato per cena, più precisamente aveva chiamato noi e nostro zio, nostro zio, l'uomo che giceva ai nostri piedi ormai a fin di vita.
Smisi di muovermi tra le braccia di mio fratello quando udivo i passi di nostro padre avvicinarsi lentamente alla stanza nel mentre mio fratello con la mano sporca di sangue mi accarezzava i capelli, sporcandomi le mie lunghe chiome dorate.
Una lacrima mi rigò il viso quando nostro padre aprì la porta.
Rimase per qualche secondo pietrificato a vedere i suoi due figli, seduti abbracciati, compltemante ricoperti di sangue davanti al corpo del suo fratellastro, nosteo zio, Maximilien, quasi a fin di vita.
"Cosa è successo qui?" Chiese, non con rabbia o delusione, ma con tranquillità incamminandosi davanti a me e mio fratello.
Non osavo guardarlo, tenevo il viso fisso sull'unico pezzo di tappeto bianco non macchiato mentre sentivo lo sguardo profondo di nostro padre, con cui ci osservava attentamente, quasi lasciandoci il segno dei suoi occhi inciso sulla nostra pelle.
"Avrei dovuto dirvelo da subito, отец.
Ma da quando Anastasya e Ryen hanno raggiunto l'età per capire che cos'è il sesso che lo zio prova ad approfittarsi di loro.
Ho sempre fermato la cosa prima che potesse effettivamente accadere ma sta volta ero arrivato troppo tardi ed era inevitabile fermarlo, essendo che già le stava alzando i vestitini, per ciò presi la pistola e gli sparai un colpo.
Comprendo che ho sbagliato e mi spiace di questo, отец."  Disse Aleksandr con calma ma allo stesso con un tono preoccupato per la reazione di mio padre.

"мой сын, non serve una giustificazione tranquillo, io, gli altri uomini e i Volkov già pensavamo di farlo fuori, in quanto ci ha traditi.
H

ai solamente anticipato il nostro lavoro.
Gli uomini di vostro zio ancora non hanno ancora notato la sua assenza in quanto la stanza è insonorizzata e non si è sentito il colpo, ma comunque presto lo noterannò." Si rivolse ad Aleksandr con voce calma prendendomi in braccio, allacciai istintamente le braccia intorno al collo appoggiando la testa sulla sua spalla.
Lui incompenso mi allontanò allugandomi a mio fratello dopo aver sentito un tonfo provenire dalla cucina.
Ma prima di lasciarmi completamente tra le mani di ello, posò le sue labbra fredde sulla mia testa, regalandomi così un bacio veloce.
"Porta tua sorella al sicuro, nella vostra camera, vi raggiungeranno subito Ryen e James.
Dopo di che spostate l'armadio che troverete una stanza dove starete ben nascosti.
Il solito posto praticamente.
Assicurati però di chiudere la porta a chiave e di sistemare per bene l'armadio in caso riescono ad entrarci.
Quando sarà il momento arrivereno io o il padre di James ad avvisarvi.
Ricordatevi di rileggere le regole e fare attenzione ad eseguirle."
Disse con voce fredda prima di lasciarmi completamente tra le mani di Aleksandr.
Uscimmo dalla stanza tutti assieme, Aleksandr mi teneva ancora stretta tra le braccia, mentre ci staccavamo da nostro padre.
Lui andò destra del corridoio mentre noi a sinistra.
Aleksandr camminava a passo veloce, fin quando udimmo la voce di Ryen seguita da quella di James che ci rincorrevano unendosi a noi.
"Cosa vi è successo? Perché siete ricoperti di sangue?" Chiese, nostra sorella mentre ci osservava con attenzione dalla testa ai piedi.
Sapevo che amava le cose tipo il sangue ma in quel caso sembrava preoccupata quando si soffermò sul mio viso pieno di lacrime.
Avevo appena ucciso una persona, chissà come mai sto piangendo.
Pensai tra me e me.
"Ana, perché piangi? Che vi hanno fatto? " Rispose James iniziando ad alterarsi alla sola visione del sangue che macchiava i vestiti miei e quelli di Aleksandr
"Continuiamo a camminare e diriggiamoci verso il solito nostro posto, più tardi vi spiegheremo tutto va bene?"
Rispose mio fratello sbrigativo mentre continuava a reggermi in braccio e in risposta Ryen annuì solamente, anche lei continuando ad accellerare il passo.
Quasi arrivata in stanza presi coraggio e dissi quello che pensai in quel momento.
"Aleksandr, mollami qua.
Devo subire le conseguenze di ciò che ho fatto lasciami andare di la, ti prego"
Sussurai ad Aleksandr, cercandomi di dimmenare dalle sua presa, ma lui in risposta mi inziò a tenere più saldamente.
"Ma di che stai parlando, Ana?" Chiese, ancora più perplessa Ryen.
"Niente, ti spiegheremo meglio che voi non lo diciate a vostra madre o vostro padre.
Rimarrà un segreto tra noi fratelli Kozlov e Volkov.
Sya, non è colpa tua.
Smettila di muoverti, perfavore rendi le cose più difficili di già quanto lo siano.
L'ultimo mio problema in questo è di vedere un'altro corpo senza vita, più precisamente il tuo"
Disse, con sicurezza e un misto di rabbia nel sentire le mie parole.
Aprì la porta di camera nostra, aspettò che tutti entrasserò prima di chiuderla a chiave nel mentre James spostò l'armadio e aprì la porta dietro di essa.
Entrammo tutti in quella stanzetta ben arredata, con un divanetto bianco, con davanti una televisione sopra un mobiletto bianco, sotto ci stava un tappetino bianco, simile a quella della stanza poco prima, solo alla visione mi venne da piangere ancor di più.
Rimasi in silenzio, cercando di scappare dalla sua presa ma ormai quando mi lasciò andare era troppo tardi, ero già chiusa lì dentro e non avevo via di uscita, ero troppo debole per spostare quell'armadio.
Allora mi rannicchiai in un angolo, osservando gli altri che si sedettero accanto a me.
"Rileggere le regole miraccomando" Disse James, indicando il muro davanti a me dove ci stava un cartello, con scritto:

Give Me Those LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora