Asshole

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Cammino per le strade della mia piccola città, tutti mi guardano, tutti sanno.
Cammino con il volume delle cuffie al massimo, ma li sento comunque. Tutti parlano di quello che è successo e non si curano del fatto che io possa ascoltare.
<che schifo> sento dire
<contro natura> da altri.
<lesbica del cazzo, porta la tua malattia lontano da qui.>
Sono una ragazza di 17 anni e pochi giorni fa ne ho baciata una. Ora,secondo loro,faccio schifo,ora ho una malattia.Arrivo a scuola.
Entro in classe ma so che neppure li la situazione è migliore.
Mi levo le cuffie ma è solo peggio, ora sento meglio ogni genere di malignità.
- hey mich? Tutto okay?-
Lei è soph, la mia migliore amica. Da sempre.
- fidati, niente potrebbe andare peggio - risposi.
- tranquilla, passerà - disse cercando inutilmente di consolarmi.
- voglio andarmene,andrò via da qui. Ormai ho 17 anni, puoi stare tranquilla. Parlerò con mia madre, andrò da Mat; ha 22 anni. Baderà a me. -
-te ne vuoi anare davvero? Pensi che tuo fratello ti ospiterà così, senza chiedere spiegazioni?-
-lui mi capisce, l ha sempre fatto, ma come farò a stare senza di te? -
-vengo con te.- affermò decisa. - io ho 18 anni, sono libera di fare quello che voglio, mia mamma capirà, penso che sia l'unica qui, oltre a me, che ti capisce.-
-oggi parlo con mat, prepara la valigia quando torniamo a casa,partiamo domattina. -
-okay, ti chiamo dopo scuola.-
-ti voglio bene soph-
- io di più mich-
- ragazze, avete finito di chiacchierare? Posso portarvi un caffè?- chiese ironica la professoressa.
- prof, ha rovinato il momento del bacio! -
Urlò sghignazzando March il ragazzo più odioso di questo universo, scatenando una fragorosa risata da parte della classe.
La lezione continuò monotona, così come tutte le altre 4 ore, sorretta da battutine a mie spese e risatine isteriche.
Quando finalmente tornai a casa decisi di parlare con mia mamma.
-senti mami, voglio andarmene da qui, andrò da mat, ho già parlato con lui, ospiterà me e soph finché non troveremo un lavoretto e riusciremo a vivere da sole. Starò bene mamma, te lo prometto.-
- mich, sei sicura? Non voglio che te ne vai, mi preoccupa saperti da sola e poi lo sai, mat è uno scapestrato, non mi fido di lasciarti da lui.-
-mamma, non posso più stare qui-
- è per quello che è successo?-
-... Si.-
- okay vai, ma verrai a trovarmi una volta al mese e poi voglio che mi chiami minimo una volta a settimana.-
- va bene mamma, domattina partirò, non c'è bisogno che ti svegli, sai che odio gli adii. -
- vabbene- sospirò rassegnata - ma stasera stai con me okay?-
-okay.- risposi abbracciandola.
La serata passò di fretta, io e mamma vedemmo un film e poi andai al letto. Neanche feci in tempo a chiudere gli occhi che alle 6:00 suonò la sveglia.
Mi feci una doccia e mi vestii di fretta, poi andai alla stazione del treno che mi avrebbe portato a Londra per poi prendere l'aereo per New York. Dove cazzo era finita soph? Mi chiedevo tormentandomi le mani.
"Il treno delle 6:30 per Londra è in arrivo al binario 2. Allontanarsi dalla riga gialla." disse la voce metallica nell'altoparlante.
Mi avvicinai al binario mentre facevo il numero di soph. Quando vidi una chioma bionda che correva con un valigione enorme.
-Ehi stavamo per perdere il treno per a causa tua.Risi correndo all'interno e buttandomi su una sedia.
-sai che non vado d'accordo con la sveglia- rise lei.
- certo che lo so!- risposi io mettendo la valigia in alto.
Prendemmo prima il treno, poi l'aereo e poi arrivammo.
Non potevo crederci. New York era enorme, grattacieli ovunque, gente che correva spingeva guardando sempre l'orologio con aria preoccupata.
Mi guardai intorno e finalmente vidi mat. -Mat!!- urlai correndogli incontro e lasciando al suo tragico destino la valigia.
- Mich!- Urlò lui.
-mi sei mancato fratellone- dissi accorgendomi di una lacrima solitaria che mi scendeva lungo la guancia.
-anche tu, tanto.-
Mi fratello era il migliore, riusciva sempre a farmi ridere, a consolarmi, mi proteggeva sempre.
Era alto quasi 1,90 e nonostante anche io non fossi bassa tutte le volte che lo guardavo dovevo salire su una scala, aveva le spalle molto larghe e dei muscoli da paura. Tutto merito del football.
Vidi soph arrancare dietro di me portando le valige, ma quando mat la vide prese le valigie come se fossero due piume mentre lei lo abbracciava e gli stampava due baci rossettosi sulle guance.
Nuova città, nuova scuola, nuova vita.
Non vedevo l'ora.


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