Capitolo Uno - Cha No Yu

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Palazzo Imperiale di Kyoto, primavera del 17º anno del periodo Edo.

Con un leggero fruscio del kimono eburneo che indossava, la giovane si chinò con grazia per porgere il tè caldo contenuto nella tazza di ceramica blu, finemente decorata. Vi era presente una crepa, messa in evidenza da una riga in oro, in chiaro stile Kintsugi. La sua mano tremò appena, ma il suo volto rimase impassibile. L’imperatore Takayoshi, seduto di fronte a lei, osservava ogni suo movimento attraverso il vapore emesso dalla bevanda. I suoi occhi scuri, profondi come il lago Biwa, scrutavano Hana come se volessero trapassarla.

La stanza era avvolta nel silenzio, rotto solo dal suono dei passi dei servi che si muovevano con discrezione. I muri dorati riflettevano la luce del sole che filtrava attraverso le tende di seta che si muovevano leggere con la brezza. I ciliegi, non ancora in fiore, nel giardino esterno danzavano al leggero vento e i loro petali rosa e bianchi avrebbero presto creato un tappeto di incredibile bellezza.

Hana sapeva che il suo destino era cambiato, di nuovo, da quando era stata scelta come concubina dell’imperatore. La sua bellezza, la sua abilità nell’arte del tè e la sua grazia erano state lodate da tutti.

Aveva studiato per arrivare a tanto, erano stati anni di sacrifici e di impegno, ostinata nella sua scelta. Ora era riuscita a esaudire il suo desiderio che, forse, le avrebbe permesso di rendere giustizia alla sua famiglia; questa, le era stata negata anni prima distruggendone l'onore e lei aveva giurato a sé stessa di riabilitarla scoprendo la verità.

Poco prima, aveva osservato gli ospiti dell'imperatore attraversare il sentiero di pietra; uomini sconosciuti avvolti nei loro preziosi kimono cerimoniali, accompagnati dal sottofondo dell'acqua  che scorreva nel piccolo ruscello. Aveva atteso il loro arrivo composta, con lo sguardo calmo e concentrato.

Mentre costoro si accomodavano sui cuscini disposti con cura all'interno della stanza del tè, un lieve fruscio attirò l'attenzione di tutti verso la porta scorrevole lasciata aperta. Un uomo dall'aspetto austero fece il suo ingresso, i suoi passi suonavano silenziosi, ma la sua presenza era tangibile come il calore del sole pomeridiano. Non indossava l'armatura di un samurai, ma il suo portamento fiero e lo sguardo penetrante non lasciavano dubbi sulla sua natura guerriera.

L'imperatore, con un cenno discreto, invitò l'uomo a prendere posto tra gli ospiti.
«Ecco colui che ha salvato molti dei nostri cittadini durante il grande incendio,» annunciò con voce calma, ma chiara affinché tutti sentissero le sue parole. «Le sue gesta parlano più di quanto qualsiasi titolo nobiliare potrebbe mai fare. Benvenuto, Hisui-san.»

Il samurai si inchinò in segno di ringraziamento e di profondo rispetto, poi si sedette con dignità, accettando il posto d'onore che gli era stato offerto. La sua presenza aggiungeva un'aura di mistero alla cerimonia, mentre Hana, con un sorriso appena accennato, iniziava a preparare il tè, consapevole del valore degli ospiti che oggi aveva l'onore di servire.

Con movimenti studiati e calibrati, come una piccola danza, aveva pulito con cura rituale ogni utensile. Il silenzio era stato rotto solo dal tintinnio della ceramica. Aveva preso il tè verde sotto forma di impalpabile polvere, lo aveva setacciato con attenzione e vi aveva versato l'acqua calda.

Il frustino di bambù aveva danzato tra le sue dita fino a formare una schiuma perfetta. I suoi ospiti avevano osservato, in perfetto silenzio, catturati da tanta solennità e da tanta bellezza. La sua pelle, bianca come la porcellana, i capelli neri come l'ebano acconciati alla perfezione e adornati di monili, lo sguardo solenne e fiero nella sua compostezza. Una piccolissima goccia di sudore le scese lungo la schiena, segno della sua agitazione, ma riuscì a mantenersi impassibile.

Hana, con movimenti studiati e silenziosi, sapeva che avrebbe servito il tè a ogni ospite e che quel rituale era di vitale importanza; non poteva permettersi di sbagliare. Aveva iniziato dall'imperatore, come da protocollo, ma questi le aveva fatto cenno di servire per primo l'ultimo ospite arrivato.

Fiori di seta - Lacrime di giadaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora