"What's wrong with him?"

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Sono James. James Deen. Sono un semplice venticinquenne che passa la sua lurida vita cercando di migliorarla.

Non ho una famiglia, non mi interessa. Mi piace stare da solo, l'amore non fa per me.

L'unica cosa in grado di attirare il mio interesse, al tal punto di coinvolgermi, è la boxe.
Mi allenavo il lunedì, il mercoledì e il venerdì.
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Era un caldo mercoledì di Maggio. Ero lì, tiravo pugni al sacco quando un "qualcosa" sul fondo della palestra si mosse e attirò la mia attenzione.

Era un uomo. Ne sentii il respiro affannato, magari un nuovo iscritto della palestra.

Non vidi i suoi tratti, era nascosto nell'ombra, ma non mi spaventai, anzi. In un certo senso, mi divertì.

"Ehi, tu! Esci fuori." gli dissi.

"Cosa vuoi brutto figlio di puttana? Lasciami stare. Sono stato chiaro? Non presto a nessuno i miei guantoni di pelle. VA VIA!" Schernì lui.

"Oh." Risi. "Non ti scaldare amico, è tutto okay. Volevo solo scambiare due chiacchiere e magari allenarci insieme." Spiegai.

"NIENTE GUANTONI! COSA NON HAI CAPITO, STRONZO?" Rispose lui.

"Guantoni? No, non sono interessato. Ho già i miei, e non per vantarmi, sono una meraviglia." Scherzai.

"Nessuno a questo mondo ha i guantoni migliori dei miei, sono pregiati sai?" Disse.

Non mi aveva affibbiato nessuna parolaccia, e al pensiero sorrisi. Stavamo migliorando.

"Oh. Non lo metto in dubbio!" Gli diedi ragione.
Alzai lo sguardo e notai l'ora. Si era fatto tardi. Dovevo andare.
"Okay, io vado. Ci si vede." Lo salutai, ma non ottenni risposta.

Sistemai le cose in borsa, e riposi con cura i miei amati guantoni. Indossai la mia giacca e con lo sguardo basso avanzavo verso l'uscita.

Ero soprappensiero e mi scontrai con Matt. Era un mio amico, ci allenavamo spesso insieme. Era bravo, una difesa niente male!

"Oh, scusa amico." Mi scusai, poggiandogli la mano sulla spalla imperlata di sudore.

Mi sorrise.

"Ascolta Matt. Ma conosci quel tizio che si allena al sacco n°13?" Dissi indicandogli il sacco nel lato della palestra, o almeno quello la parte non coperta dall'ombra.

"Aah, lascia stare, Deen." Mi suggerì.

Chiesi il motivo.

"Ma non lo so, dicono sia uno psicopatico, ubriacone. Dicono abbia avuto anche problemi con la polizia. E che ora segua delle cure, seguito a sua volta da uno psicologo. Il Dr. Mean, ogni giovedì, mi pare." Mi spiegò.

"Ah, capisco. Non è poi così male, sai? È quasi simpatico, anche se.."
Mi interruppi guardando la faccia shoccata di Matt. Mi guardava con gli occhi sgranati, e per un momento impallidì.

"L'hai visto? Gli hai parlato?" Balbettò.

"No, è rimasto nell'ombra. Ma gli ho parlato. È un grande stronzo" risi pensando a tutte le parolacce che mi aveva dedicato, poi continuai "ma sembra simpatico. Sostiene che i suoi guantoni siano di qualità superiore." Sbottai.

Accennò un sorriso.
"Io non l'ho mai visto in volto. Nessuno in questa palestra, a dire il vero. Non parla mai con nessuno, si sente solo il suo respiro costantemente affannato. Quello che so, è grazie ad amicizie esterne alla palestra che sostengono di conoscerlo." Aggiunse.

"E dei suoi amati guantoni? Non mi dici nulla?" Chiesi, ricordando la sua gelosia nei loro confronti.

"Dicono siano fatti di una pelle pregiata." Concluse.

"What's wrong with him?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora