II

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Mi alzai e quasi non mi prese un infarto dopo aver sentito la sveglia. Decisi comunque di rimandare la sveglia e far suonare la prossima.
Non sia mai che mi alzi al primo colpo.

Alla seconda sveglia mi alzai una volta per tutte, Mi raccolsi i capelli in una crocchia scompigliata e scesi in cucina per fare colazione. Già dalle scale si sentiva un odorino di pancake appena cotti.

"Buongiorno Mia" disse Matt, come al suo solito era già in giacca e cravatta pronto per uscire di casa.

"Buongiorno" risposi con uno sbadiglio nel mezzo. Diciamo che la mattina ho bisogno di un bel po' di tempo prima di connettermi col mondo reale.

"Sei pronta per il primo giorno?" chiese.

"Sì dai, un po' impaurita però spero vada tutto per le lisce".

"Ne sono certo, comunque qualsiasi cosa non esitare a scrivermi o chiedere an Ethan, siamo qui apposta".

"Lo farò, grazie".

Mi sorrise, come se gli fosse bastata questa conversazione per riscaldar gli il cuore. Poi uscì di casa.

Mi sedetti su uno degli sgabelli e capii che il profumino di pancake non era solo frutta del mio cervello, c'erano davvero due piatti sul tavolo. Ne presi uno e dopo aver aggiunto lo sciroppo d'acero lo mangiai. Di Ethan ancora nemmeno l'ombra.

Quasi quasi mi pappo anche i suoi pancakes

Ma proprio mentre certi pensieri intrusivi cominciavano a prendere piede, una figura si sedette accanto a me.

"Buondì".

"Buongiorno" rispose con voce anxora un po' rauca, e iniziò a tagliare i pancakes.

"Quindi...devo essere spaventata per questo primo giorno?" presi la palla al balzo e cercai di smorzare la situazione e magari conoscerlo un po' meglio, essendo che dovrò conviverci per cinque anni.

"Devi solo prendere il ritmo".

"Ecco questo mi spaventa, ho paura tipo di non essere all'altezza".

"Classico, ma una volta in quella scuola ti accorgerai che metà delle persone non sa quello che sta facendo, l'altra parte lo finge benissimo".

Mi lasciai andare in una piccola risata
"Allora basta che entri a far parte del secondo gruppo".

"C'è la puoi fare" disse alzando un bicchiere per bere un sorso "Da ciò che dice papà hai una buona testa".

Sorrisi appena, ho passato tutta la mia vita a pensare si fosse dimenticato di me, ma forse non è stato proprio così.

Ci fu un attimo di silenzio, ma non uno di quelli imbarazzati o forzati, quasi un silenzio in confidenza, una pausa ecco. Intanto mi alzai e portai il piatto nel lavandino.

"A che ora dovrei uscire per arrivare in orario?" chiesi cercando di fargli pena in qualche modo, nella speranza di riuscire a scroccare un passaggio ovviamente.

"Se vuoi ti accompagno io, dovremmo uscire tra una ventina di minuti".

Colpito e affondato

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