Se deve essere sincero, Simone non ha mai davvero pensato a come sarebbe stato compiere 18 anni.
Un po' per il pessimismo cosmico che lo contraddistingue - chissà se c'arrivo davvero alla maggiore età, andava ripetendo - un po' perché da quando ha saputo di Jacopo la concezione di compleanno e di vita che scorre gli si incastra tra cuore e gola.
E poi nulla potrà mai competere con le emozioni e con il regalo che ha ricevuto lo scorso anno - anche solo per una notte.
Ora lui e Manuel sono solo amici - quasi fratelli - ma le farfalle nello stomaco non smettono di svolazzare neppure per un attimo quando è vicino al riccio.
E' ancora a letto e si allunga sul comodino per prendere il cellulare: ci sono già messaggi di Laura, Luna e Chicca e persino Matteo.
Manuel, invece, non solo non gli ha fatto ancora gli auguri ma non è neppure nel letto accanto al suo perché è già tutto completamente rifatto.
Forse ha dormito da Nina e lui, tra melatonina e camomilla, non si è manco accorto dell'altro che si alzava.
Forse è uscito prima per andare a fare colazione con Nina.
Sbuffa e scosta bruscamente le coperte dal suo corpo: ha diciotto anni ora, è l'età della maturità e lui deve smetterla di stare male per una persona verso la quale dovrebbe provare solo amicizia ormai. E' il suo compleanno e vuole cercare di goderselo anche per Jacopo, glielo deve e sente in un modo inspiegabile che lui sarebbe stato quel tipo di ragazzo che avrebbe festeggiato il compleanno divertendosi a più non posso.
Sta per aprire la porta della sua camera quando per poco non da una testata contro Manuel, che nel frattempo sta entrando tutto trafelato.
"Ma che cazzo Manuel, mi hai fatto prendere un colpo. Quasi letteralmente, oltretutto!"
"Scusa scusa scusa è che speravo non te fossi ancora svegliato, so annato a prenderti una tortina giù alla tua pasticceria preferita" confessa con il fiatone il più grande e- non lo sta guardando in faccia, intento a tirare fuori il tutto da un sacchettino bianco.
Il cuore di Simone batte un po' più forte perché non solo Manuel non si è dimenticato del suo compleanno - lo aveva un po' temuto - ma ci ha tenuto anche a fargli un regalo.
"Manuel non dovevi" inizia a dire ma quando l'altro si volta con un sorriso così luminoso da accecare e una tortina con una candelina in mano, qualsiasi altra cosa volesse dirgli sparisce, seppellita da sciami di farfalle sempre più rumorose.
"Buon compleanno, Simo. Esprimi un desiderio".
Se Manuel sapesse che il suo desiderio sarà sempre e solo lui, forse si spaventerebbe; se sapesse che il suo unico desiderio è averlo per sempre nella sua vita, essere amato come lui lo ama forse avrebbe evitato di dirglielo, di esprimere un desiderio.
Simone spegne la candelina guardando Manuel dritto negli occhi e "T'ho preso una cosa comunque" dice Manuel.
"Cosa? Davvero non dovevi, mi vuoi viziare?"
"Anche se fosse? Mica è un reato" risponde Manuel, sotto lo sguardo sempre più basito del corvino.
Manuel prende dal sacchetto un altro pacchettino e "E' una di quelle cose che piacciono a te io- spero te piaccia, 'nsomma".
Quando Simone prende tra le mani il pacchetto nota subito che c'è un biglietto. Sussulta perché quella situazione sta diventando un po' strana, i confini sono sfuocati e non capisce più cosa stia succedendo. L'emozione e l'entusiasmo, però, vengono subito frenati quando legge la scritta contenuta in quel biglietto.