"facciamo una gita al laboratorio sarà divertente" avevano detto

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C'era una volta...ma chi vogliamo prendere in giro questa non è una favola quindi ricomincio.

Era un giorno qualunque una ragazza di nome Geltrude si alzò dal letto come ogni mattina, per andare a scuola.
Camminando come uno zombie verso il bagno, ed essendo una ragazza che non riordina la propria camera, inciampa a causa di una pila di vestiti che non aveva tolto da terra.

La madre sentendo il botto corse di sopra e vedendo la figlia a terra capì subito che era inciampata sulla massa di tessuto che era ai piedi della ragazza.

Visto che non era la prima volta che la figlia finisse con la faccia per terra a causa del disordine, la madre disse 《Geltrude quante volte ti ho detto di rimettere apposto la camera!! Sembra che sia esplosa un bomba qua dentro...ma insomma!!》mentre la madre la sgridava Geltrude stava per addormentarsi nuovamente, ancora distesa sul pavimento.

Dopo tutto il casino che era capitato in casa finalmente Geltrude riuscì ad uscire sana e salva.
Controllò l'ora e spalancò gli occhi appena vide che era in un grave ritardo...pensò, che non poteva continuare a ritardare alle lezioni ogni mattina, così corse più in fretta possibile alla fermata dell'autobus, ma quest'ultimo era appena partito.
In preda all'agitazione iniziò a rincorrere l'autobus iniziando a ondeggiare le mani al cielo e urlando come una pazza all'autobus
di fermarsi.

Però l'autobus non voleva far salire la ragazza e quindi continuò per la propria strada.

La ragazza allora dovette camminare verso scuola e arrivo in estremo ritardo.

Venne sgridata anche dalla professoressa.

Appena quest'ultima ebbe finito con la ramanzina, annunciò agli alunni che avrebbero fatto una gita "emozionante" (testuali parole dell'insegnante) al laboratorio di sperimentazione* nel famosissimo edificio di Ciccio panza (soprannominato così da...tutti).

La visita si sarebbe tenuta il giorno seguente (non chiedetemi perché il giorno seguente...chiedetelo alla professoressa befana).

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Giorno seguente

Eravamo tutti eccitati a fare questa gita...o perlomeno questo è ciò che credeva la professoressa, che era l'unica realmente su di giri.

Appena arrivati nell'edificio enorme entrarono (ma dai!? Credevo restassero fuori a far niente).
Vennero accolti da un ragazzo che gli farà da guida si chiamava Gianfranco.
Ragazzo che dall'aspetto sembrava innocente, un bravo ragazzo che non disubidiva hai suoi genitori ed era sempre gentile, ma mai fermarsi sulle apparenze.
Dopo aver girato per due ore nel laboratorio, Geltrude annoiata vide una stanza chiusa, essendo una ragazza curiosa e che non rispetta molto le regole voleva vederla a tutti i costi, però l'unica cosa che le impedì di entrare era che la porta era chiusa a chiave.
Con l'aiuto di Dora l'esploratrice trovò la chiave che purtroppo era in possesso di Gianfranco il pervertito che due minuti prima stava cercando di guardare sotto la gonna di una studentessa.

Gianfranco non si fa!

Gianfranco si gira in torno per capire dove provenisse la voce che l'ha ripreso dal suo atto da maniaco sessuale... ma lui non sa che quella voce era della narratrice di questa storia muahahahaah *cof cof* oddio devo prendere lo sciroppo...comunque ritorniamo alla storia.
Geltrude allora doveva inventare un piano per rubare la chiave.

Non fu così difficile visto che Gianfranco si distraeva facilmente, bastavano tette e culo e lui non capiva più niente.
Geltrude appena passo una di quelle ragazze che riuscì a prendere le attenzioni del porco (Gianfranco)
Provò a sfilargli le chiavi dal aggeggio attaccato hai suoi pantaloni.
Gianfranco se ne accorse...allora per punizione quando nessuno li guardava prese Geltrude e la portò in uno sgabuzzino cercando di violentarla, ma la ragazza essendo più furba e intelligente, sferò un pugno sul naso del ragazzo e poi subito dopo un calcio nelle parti intime...Oops.
Prese subito le chiavi e scappò.
Trovata la porta la aprì e ci trovò dentro una sala piena di scorpioni su cui facevano esperimenti... uno fra cui le saltò addosso e la punse.
Geltrude credeva che era una puntura che non le avrebbe fatto niente ma si sbagliava perché appena tornata a casa dalla lunga gita, si sentì svenire e cadde per terra.

La madre pensando che il rumore proveniente dalla stanza della figlia, fosse causata dalla ragazza appena caduta di nuovo a terra per via dei vestiti ancora a terra, andò nella camera della ragazza per sgridarla riguardo al disordine che c'è nella sua camera e a quante volte le ha detto di rimetterla apposto.

Appena entrò nella camera di Geltrude, vedendola distesa per terra pallida come uno straccio, iniziò a piangere a dirotto prendendo il telefono e chiamando l'ambulanza, ma ormai per Geltrude era troppo tardi nessun antidoto o nessuna operazione sarebbe stata in grado di sconfiggere la puntura di quello scorpione geneticamente modificato.

Geltrude avrebbe preferito diventare la ragazza scorpione ma purtroppo non viviamo in un fumetto.



Salve gente!!
Sono certa che nessuno leggerà questa storia.
L'unica cosa che voglio dire è che questo racconto l'ho scritto solo perché ero annoiata a morte e non sapevo cosa fare...se ci sono errori (ne sono più che sicura) ditemelo e li correggerò.

Che storia di merda ma almeno ho passato il tempo.

Un abbraccio a nessuno visto che nessuno leggerà questa storia penosa...ma non me ne frega niente quindi ciao.

la ragazza scorpioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora