capitolo 1

27 5 5
                                    

Pov's Draco
Finalmente ho finito tutti gli interrogatori , perlustrazioni e sentenze da parte del ministero. La mia condanna ? Finire l'anno scolastico ad hogwarts con il massimo dei voti , non che il ne abbia bisogno, sono sempre stato un fuoriclasse , ma non potevo sgarrare di un solo cavillo che la direttrice McGranitt avrebbe mandato una lettera al ministero e che esso mi avrebbe condannato ad azkaban come mio padre . Lui si trova lì, logorato dalla fame e dalla poca dignità rimasta ,e mia madre si trova al manor , libera , ma in solitudine. Ed io ? Io ero costretto a tornare in quella scuola di magia e stregoneria che molti ormai chiamano casa, la sede dove Harry Potter ha vinto non pensando che ciò avrebbe distrutto molte delle famiglie purosangue che come la mia erano state incastrate tempo fa dall'oscuro signore, ma fregandosene e portando avanti quel orribile orgoglio da grifondoro che gli era stato passato da suo padre e ricevendo la gloria di tutte quelle persone che sono state graziate e salvate da lui. Quanto mi pesa andare lì . Al mio fianco non c'era più quel cicciobomba di Tiger ma c'era solo Zabini. Solo perché Goyle è scappato con la sua famiglia lontano da qui ed è la titante con essa chissà dove. Riflessi per filo e per segno la lettera datami dal ministero e di tutte le tappe che dovevo fare. Ero controllato appena mettevo piede fuori dal manor e per l'esattezza l'avrei dovuto fare alle 8 meno un quarto come da loro stabilito e stare alle 8 dentro l'hogwarts express come concordato da essi e dalla direttrice. Una volta sceso sarei dovuto andare con hagrid fino alla direzione e li mi sarei dovuto vedere con la McGranitt, poi buio , da lì non so come si svolgerà eccetto che non posso allontanarmi per andare ad Hogsmeade o per andare a Diagon Halley. Finii di preparare il mio bagaglio che rigorosamente doveva essere aperto appena uscivo dal manor. Misi il mio completo nero compreso di camicia e cravatta e scesi al piano di sotto per salutare mia madre . Uscii alle otto meno un quarto e li , gli auros controllarono tutto , persino la mia giacca. Una volta finito mi accompagnarono al treno e mi fecero entrare . Cercai una cabina libera. C'era gente che conoscevo e gente mai vista compresa di tutti i novellini. Trovai una cabina in fondo al treno dopo aver percorso tutto il lungo corridoio sotto lo sguardo di tutti , un po' come una passerella di alta moda o come la definisco io , uno spettacolo del circo. Tutti parlavano alle mie spalle , alcuni abbassavano la testa e altri tremavano di paura . Finalmente entrai nella cabina e mi chiusi li dentro con un nodo alla gola. Posai le mie mani piene di anelli sulle ginocchia , belle aperte e feci tre respiri profondi. Poi mi alzai e chiusi la tendina della porta. Tornai seduto , vicino al finestrino e mi misi a guardare fuori . Mi succedeva spesso, mi faceva sentire quel minimo di libertà che mi era rimasta. I miei occhi si riempiono di lacrime ma nessuna uscì. Avevo imparato a tenere dentro tutto ciò che mi succedeva, dovevo farlo o la mia dignità se ne sarebbe andata come quella gioia che conservavo di quando ero bambino. La mia mano destra andò a posizionarsi sopra l'avambraccio sinistro e sopra la manica della giacca e della camicia e iniziò a torturarlo e stringerlo. Guarda il panorama mentre il treno era in viaggio e fortunatamente nessuno mi venne a disturbare. Una volta arrivato mi recai da hagrid che dopo l'attraversamento al lago e il passaggio con lui , arrivammo davanti a quella che sarebbe stata la mia prigione fino a natale che , fortunatamente, date le condizioni di mia madre, mi facevano fare ritorno per le festività, anche se non erano più presenti in casa mia. Seguii il gigante fino all' ufficio della direttrice sotto lo sguardo di tutti come un animale da mostrare al pubblico. Guardai tutto il tempo davanti a me e hagrid neanche mi rivolse la parola . Nei corridoi vidi molte facce conosciute tra cui Lovegood, Zabini, Chang, e la Granger. Mi guardò con sguardo ferito, deluso, ma che cercava di nasconderlo e di sembrare il più normale possibile. Una volta arrivato entrai nell' ufficio che un tempo era di silente, e a passo felpato mi diressi davanti alla scrivania.
Mc: siediti.
Mi sedetti come da lei ordinato.
Mc: spero tu abbia fatto buon viaggio. So che sei già stato informato di ciò che puoi e non puoi fare qui. Devi obbedire e seguire a pieno le regole sennò io, manderò personalmente una lettera al ministero. Ti è tutto chiaro?
D: si direttrice
Dissi con fare annoiato e apatico. Mi guardavi attorno mentre la direttrice mi faceva tutta la ramanzina di ciò che avevo fatto l'anno scorso ma la mia attenzione era su altro. Il mio sguardo si posò su un quadro di severus che mi guardava altrettanto. La sua espressione sempre severa, fredda, insensibile, agli occhi degli altri, io avevo imparato a leggerlo, era uno sguardo di dispiacere, consolatorio come quando me lo dedicava dopo le riunioni dei mangiamorte, era l'unica cosa che mi dava forza e Potter mi aveva portato via anche lui. Venni scosso dalle urla della direttrice che continuavano ad urlare il mio cognome perché mi ero isolato. Girai lo sguardo verso di lei anche se dentro stavo morendo di tristezza e mi sorbii un altro urlo.
Mc: SI PUÒ SAPERE DOVE ERI ? DEVI ASCOLTARMI. IO TENGO A TE E NON VOGLIO SCRIVERE QUELLA LETTERA MA SE MI PORTI A QUESTA ESASPERAZIONE GIA DAL PRIMO ISTANTE , DOVRÒ FARLO, MI HAI CAPITO ?!
In realtà , anche se sapevo che era peggio la prigione, almeno non avrei dovuto sorbirmi tutti quelli sguardi e tutto quel disprezzo che avevano nei miei confronti.
Mc: MI HAI CAPITO ?!
D: si.
Mc: rispondi quantomeno. Vai nella tua stanza, la cena è alle sette e trenta come sempre. Fuori.
Mi alzai dalla sedia e rivolsi un ultimo sguardo a severus , il quale mi guardò sospirando e facendomi un lieve occhiolino. Uscii dalla stanza e subito mi diressi in camera mia , più veloce che potevo. Mi scontrai contro qualcuno ma non ebbe importanza. Arrivati ai sotterranei ed entrai in sala comune. Lessi dove era collocata la mia stanza e mi ci diressi immediatamente. Spalancai la porta e la lasciai sbattere e chiudere da sola. Sapevo che non avevo compagni di stanza . Nessun figlio di mangiamorte ne aveva uno , questo per evitare complotti notturni. Lanciai le scarpe e i vestiti rimanendo in boxer e mi rifugiai sotto le calde e morbide coperte. Loro erano il mio rifugio da quando diventai mangiamorte, con esse mi sentivo protetto, amato, con quel tepore che mi avvolgeva il mio corpo esile e magro. Dalla sentenza della mia famiglia avevo perso appetito , ancora di più rispetto a quando il signore oscuro era in casa mia. Sapevo che anche se avrei dovuto partecipare alla cerimonia non avrei toccato cibo. Tremando un po' dal panico e un po' da tutti i miei pensieri chiusi gli occhi e mi lasciai andare , piansi come non mai , in silenzio , abbracciato al mio cuscino con federa nera. Rivedere severus mi aveva fatto ricordare moltissimi momenti insieme di quando il ero piccolo e lui era giovane. Piansi tutto il pomeriggio fino all' ora di cena. Ad essa mi preparai un minimo e salii in sala grande. Appena misi piede la sala cadde in silenzio. Mi andai a sedere al tavolo serpeverde isolato dagli altri per mio volere e giocherellai tutto il tempo con i miei anelli . La direttrice fece la cerimonia dello smistamento e cercai di concentrarmi lì anche se sentivo degli occhi puntati su di me. Girai velocemente lo sguardo per tutta la sala fino a quando non li vidi. Due occhi color nocciola stavano facendo capolino da un viso mingherlino circondato da boccoli castani. Avrei potuto riconoscere quel viso tra mille persone. La Granger mi fissava , ed io non sapevo il perché e ciò mi provocava tanto fastidio. Finita la cerimonia e la cena per alcuni , non per me, mi diressi velocemente al lago nero . Mi sedetti sotto un abete e rimani tra i miei pensieri a fissare l'acqua del lago

Troppo diversi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora