Dammi il tempo

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TW:Attacco di panico e ansia

20:30. Vi siete mai chiesti quanto sia importante il tempo nel nostro quotidiano? La nostra giornata nasce sull'origine di 24h e aspettiamo che passino a ogni intervallo di tempo fra il sorgere e il tramontare del sole.

Quello che aspettava Simone, però, ogni sera alla solita ora, era tutt'altra cosa, tutt'altro mondo. Alle 20:30, sotto casa del corvino, passava con una vespa vecchiotta bianca qualcuno di insolito. Un giovane c'aveva preso l'abitudine serale a transitare a quell'ora, proprio lì, o forse magari era solo una coincidenza che accadeva da un bel po' di anni.
All'inizio, dopo un paio di volte, Simone si accorse che l'ignoto iniziava a passare puntualmente, a quell'ora lì sotto.
Da quando Simone aveva 17 anni precisamente,
adesso ne ha 19.
Il giovane si limitava soltanto a passare, senza mai guardare sopra il balcone o fare alcun segno di saluto; non si conoscevano, né tantomeno si erano mai visti da vicino.

Strano vero?

Nessuno sguardo, nessuna parola, nessuna circostanza.
Simone si sentiva inerme di fronte a quell'ignota ombra che da anni gli tormentava mente e cuore manco gli avesse portato mai un mazzo di fiori sotto casa.

In tutti questi anni Simone di questa situazione ne parlava solamente con Laura, la sua migliore amica, dall'asilo, che gli continuava a ripetere da ormai un sacco di tempo che: 'se ti fa stare tanto in pensiero simò, scendi prima che lui viene, alle 20:29, e poi quando passa lo fermi'. 'E se è tutto nella mia testa? Che figura ci faccio?' 'Quella dell'innamorato', gli diceva con un sorrisino sulle labbra secche, mentre lo prendeva per la mano tremolante cercando di calmare quell'ansia che lo assaliva ogni volta.
Simone limitava ad alzarle gli occhi,i quali assomigliavano molto a quelli di Bambi perchè erano grandi e dolci, con un universo intero dentro, per poi ricambiare il sorriso.
Non gli piaceva parlare di quest'argomento e dell'ignoto, lo trovava inutile e lo faceva sentire "piccolo" e "indifeso", e lui odiava sentirsi così.

Avete mai avuto la sensazione che il tempo si fermasse anche per un solo istante?, come se scattaste una fotografia. Ecco, a Simone quella percezione capitava ogni sera alle 20:30 puntuale.
Simone si sentiva come sospeso nel tempo e mangiato dalla voglia di conoscere. Era impotente nei confronti del giovane ignoto, ma dall'altro campo sapeva quanto potesse diventare anche per un solo istante vulnerabile ad egli.
'Maledetto me', pensava...

20:29, lunedì 1 febbraio 2030.

Simone era sotto casa, per una volta dopo anni aveva preso coraggio, forse. Il tempo sembrava essersi ghiacciato su quel minuto dove i secondi andavano a rilento.
Il sole pian piano calava e Simone riusciva a malapena a vedere gli uccellini svolazzare via.
Le mani sudate, le dita lunghe tremolanti, le labbra secche e mangiucchiate piene di crosticine, i capelli perfetti senza nessun riccio fuori posto, odiava essere spettinato.
Si manteva sul cancello di casa, aspettandolo come si aspetta la pizza il sabato sera.
Pareva quasi non vederci più, davanti a sè aveva solo i possibili scenari e figure di merda che potesse fare.

Uno dei primi brutti scenari di Simone, per esempio, accadde quando si dichiarò al primo ragazzo, Luca.
Luca l'aveva conosciuto un pomeriggio di maggio vicino al Colosseo, mentre era con gli amici a fare uno dei soliti aperitivi estivi. Incominciò a chiacchierarci perchè era al tavolo affianco al suo, capendo che avevano tante cose in comune, come la passione per la matematica e lo sport.
Era alto, moro, con gli occhi blu e la solita aria da bravo ragazzo studioso e diplomatico.
Passarono praticamente tutta l'estate insieme, senza sprecare nemmeno una giornata. Il 3 agosto, Simone aveva 15 anni quando decide di dichiararsi, e quando decide di farlo si impappina con le parole, non riuscendo ad esprimersi.
'T-Ti v-volev-v di i-io n-on-non-l-l-o ss-s-so' 'Quando me riuscirai a dì quello che me dovevi dì, ci rivediamo, simò', gli disse Luca, girandogli le spalle e andandosene , forse le aspettative del moro erano altre.
Non si videro più...
E Simone dopo Luca non ha più avuto nessuna storia.

20:30. Simone poteva riconoscerlo tra mille il rumore di quella vespa mal usata che pian piano si avvicinava sempre di più a sé. Eccolo. 'Scusami posso chie-' 'No, sono solo passato', disse con tono ovattato l'ignoto mentre correva con la vespa. Il corvino cercò di rincorrerlo più forte che potesse con scarsa efficacia, dato che ormai era già un bel po' avanti.

Suona la sveglia...
'Cazzo è sempre il solito'disse il corvino con tono rauco e insoddisfacente coprendosi entrambi gli occhi con le mani.

Ogni giorno, da stagioni a questa parte, faceva sempre lo stesso sogno che gli tormentava le giornate e invalidava studio, amicizie e tutto quello che ci gira intorno.
Eppure, però, doveva ammettere che un po' averlo anche per sé nei suoi sogni gli piaceva.
L'idea di poterlo tenere per sè anche lì era affascinante.

Le ore, come sempre, sembravano passare molto lentamente, divise in quelle di scuola e rugby.
L'unica cosa che lo motivava era l'ora esatta, non vedeva l'ora di tornarsene a casa e affacciarsi a quel balconcino. Ormai la sua vita dipendeva da quell'attimo sfuggente, così fugace che riusciva a migliorargli la giornata.

E come sempre alle 20:29 Simone era affacciato.

20:30
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20:35
...

Quella sera l'ignoto non si presentò per la prima volta dopo anni

Panico.

Il respiro affannato, la sensazione di affaticamento, il bruciore in gola, il tremolio per tutto il corpo, la visione nera, le lacrime che non riescono a scendere per la troppa confusione, tutto questo affliggeva Simone. Era supino sul letto, cercando un appiglio sul quale trovare la forza per non crollare. Si ripeteva tra sé e sé, 'Simone, cretino, ti sei fatto solo film mentali. Dovevi aspettartelo'. Lui non era passato. È così, Simone è fragile, con milioni di paranoie che nel suo piccolo lo rendono speciale.
Quella sera Simone, dopo un lungo attacco, crollò nelle braccia di Morfeo, sperando che anche quello potesse essere solo un incubo da cancellare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 07 ⏰

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