Capitolo 2

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**Ricordi Sepolti**

Mentre ero seduto accanto a mio padre e lo ascoltavo raccontare la sua storia, un vortice di emozioni turbava il mio cuore, facendo emergere ricordi e sensazioni sopite da tanto tempo. I suoi racconti scatenavano immagini sfocate nella mia mente, frammenti di un passato che avevo cercato disperatamente di dimenticare ma che ora prendevano vita di fronte ai miei occhi, risvegliando sentimenti contrastanti e profondi.

"Ricordi sepolti sotto strati di tempo e dolore, perduti nei meandri del passato," iniziò mio padre con voce tremante, "ma ora risalgono alla superficie, come bolle in un mare agitato che lottano per trovare la propria voce e rivelare i segreti che sono stati nascosti per troppo tempo.

Ho chiuso gli occhi, cercando con tutte le mie forze di respingere quei pensieri intrusivi che si insinuavano nella mia mente. Era come cercare di tenere a freno un'onda inarrestabile che continuava a infrangersi contro gli scogli della mia mente, portando con sé tutti i miei dubbi e timori.

"Ti ricordi la casa in cui sei cresciuta?" continuò, e le sue parole mi hanno trasportato indietro nel tempo, in una casa che una volta chiamavo casa, ma che ora sembrava estranea e lontana, con i suoi colori sbiaditi e i ricordi che affioravano lentamente, quasi come se camminassi attraverso un universo parallelo di ricordi e sensazioni.

Guardando i volti dei miei genitori, ormai resi indistinti dal passare del tempo e dalla distanza emotiva che avevo lasciato crescere tra noi, ho avvertito un brivido di tristezza. "Tua madre... lei ha sempre cercato di proteggerti," disse mio padre con voce sommessa, e un nodo si è stretto nella mia gola, soffocando le parole che volevo dire.

I I ricordi hanno preso vita davanti ai miei occhi, riaffiorando con crudezza e intensità: le urla notturne che echeggiavano nelle pareti di casa, le porte sbattute con violenza, le lacrime versate in silenzio nel buio della notte. Sentivo ancora il peso di quelle emozioni che si mescolavano dentro di me, come un vortice impetuoso che minacciava di trascinarmi nel passato.

"Mi dispiace per le notti in cui sono tornato ubriaco," confessò mio padre con voce bassa, la fatica di una vita segnata dagli errori evidente sul suo volto rugoso. "Non avrei mai dovuto farvi paura, non avrei mai dovuto permettere che il dolore e la paura diventassero i padroni di casa della nostra famiglia."

Le sue parole erano cariche di rimpianto e dispiacere, ma anche di una profonda consapevolezza dei danni causati. Mentre lo guardavo negli occhi, cercavo di trovare la forza per perdonare, per lasciare andare il peso del passato e abbracciare una nuova possibilità di riconciliazione e guarigione. Era un passo difficile, ma necessario per poter andare avanti, insieme, verso un futuro migliore.

Eppure, nonostante il dolore e la paura che caratterizzavano i giorni della mia infanzia, c'era anche l'amore. L'amore distorto e contorto dalle mani violente e imprevedibili di mio padre, ma pur sempre presente, come una flebile luce nel buio denso e opprimente che avvolgeva la mia crescita.

Ma c'era veramente amore, vero?" chiese mio padre, scrutando i miei occhi in cerca di conferma. "Un amore che non si è mai dissolto, nonostante tutte le difficoltà e le avversità che abbiamo affrontato.

Mentre i ricordi affluivano dentro di me, ho compreso che non potevo più ignorare la verità nella sua interezza. Ero consapevole che dovevo fare i conti con ciò che ero stata, con ciò che avevo vissuto. Solo attraverso questo confronto avrei potuto liberarmi dal peso opprimente del passato e finalmente rintracciare quell'attesa pace interiore che bramavo ardentemente.

Così, mentre mio padre continuava a parlare, ho preso una decisione importante e coraggiosa: avrei affrontato i demoni del mio passato, uno per uno, senza paura, finché non avessi trovato la verità e la guarigione che desideravo così ardentemente. Ero consapevole che sarebbe stato un viaggio lungo, doloroso e spaventoso, ma sapevo nel profondo del mio cuore che era l'unico modo per liberarmi dalle catene che mi imprigionavano da troppo tempo. E così ho iniziato il mio percorso di auto scoperta e di guarigione, con la speranza di ritrovare il mio equilibrio interiore e la serenità che tanto desideravo.

"Sì, papà," risposi infine con un nodo in gola, "c'era amore. E ora è tempo di guarire le ferite profonde che ha lasciato dentro di me, di ritrovare la pace e la serenità che mi erano state strappate via tanto tempo fa.."

Era un viaggio che avremmo intrapreso insieme, un passo alla volta verso un futuro di comprensione e perdono, ignorando le nostre differenze passate e guardando avanti con speranza e determinazione.

Il Peso Del PassatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora