Dean aveva appena finito il suo turno di lavoro ed era arrivato il momento di staccare. Il fatidico giorno era arrivato, finalmente sarebbe uscito con Castiel. Con grande fatica era riuscito a far crollare quel primo muro, il primo di una lunga serie e concedergli di passare del tempo insieme. Il tutto stava procedendo come doveva. Un’ uscita insieme davanti ad un buon caffè, un sorriso, qualche parolina dolce e subito sarebbe caduto ai suoi piedi, semplicissimo. Eppure il suo stomaco diceva l’esatto opposto, un certo fastidio si era insinuato nelle budella, sensazione che gli era incapace di descrivere. Inoltre, quella giornata sembrava non finire mai e quelle che sembravano poche ore, le stava percependo come anni. la sua mente era completamente altrove, immersa nel mare che erano i suoi pensieri e tutti erano perfettamente riconducibili ad un solo soggetto: Il bibliotecario. Nonostante la sua sicurezza nel riuscire a rimorchiare senza problemi, fiutava che qualcosa dentro di sé, non girava per il verso giusto.
Parcheggiata fuori dall’officina era presente l’impala, ciò significava che il suo fratellino era venuto a fargli visita. Era sempre felice di vederlo, dato che il lavoro di entrambi (lui avvocato di una certa notorietà) gli impediva di passare del tempo insieme come avrebbero voluto. Ma quello era decisamente il momento più sbagliato per venirlo a trovare. Conosceva Sammy, conosceva anche il suo essere impiccione e logorroico e lui era in estremo ritardo per l’appuntamento e le due cose non potevano coesistere insieme. Sapeva che non se lo sarebbe scollato di dosso tanto facilmente.“cia-”
“Saamm! sono in ritardo ti do esattamente tre minuti - guardò l’orologio che aveva al polso - anzi, uno, anzi, trenta secondi e prima ancora che tu me lo chieda e affrontare il tuo fottuto terzo grado, devo vedermi con Castiel”
Dean pronunciò la frase tutta d’un fiato, anticipando perfettamente ciò che volesse dire il suo interlocutore.
"Conciato in quel modo?”
"perché? che c’è che non va?”Dean si diede una rapida occhiata, indossava ancora gli abiti da lavoro. La canottiera nera attillata, lasciavano intravedere non solo i suoi muscoli scolpiti, ormai conosciuti dalla maggior parte dei clienti donne che frequentavano quel posto, ma anche un piccolo tatuaggio ad altezza petto.
“perchè odori di Benzina misto a olio per motori, sei sudato e inoltre sei sporco di grasso in faccia” passò il suo dito sulla guancia del più grande per dargliene prova. Quest’ultimo sospirò frustrato, era ansia quella che stava iniziando a provare?
“che suggerisci di fare?”
Sam si avvicinò al portabagagli della sua auto tirando fuori dei vestiti, un po’ troppo formali per i gusti di Dean, ma per l’occasione e il tempo scarso se li sarebbe fatti andar bene. Era atteggiamento tipico di Sam essere così organizzato e preparato ad ogni evenienza. Per questo non si era stupito più di tanto se era munito di indumenti di ricambio.
"Lavati o meglio cerca di pulirti il più possibile e indossa questi”.
“Sei fantastico, fratellino” gli disse con un enorme sorriso schiocchiandogli un sonoro bacio sulla guancia, lasciandolo interdetto.Castiel si trovava nel bagno del suo appartamento, le mani poggiate sul lavandino e lo sguardo dritto nel suo stesso riflesso nello specchio posizionato di fronte a lui. Boccheggiava, il respiro corto, era in ritardo, ma poco importava, in quel momento ciò che cercava con tutte le sue forze erano i suoi ansiolitici.
“Maledizione” sussurrò a se stesso mentre ingoiò una di quelle pastiglie. La sentì scendere giù per la gola e come effetto placebo già iniziava a sentirsi un pò meglio. Fece respiri profondi, tenendosi una mano sul petto, cercando di regolarizzare il suo battito. Ormai per lui era abitudine, soprattutto in situazioni come "conosci gente nuova”. Era da tantissimo tempo che non si concedeva del tempo libero con qualcuno. Soprattutto da quando successe quella disgrazia, che lo aveva portato a chiudersi in se stesso, insicuro, sviluppando paura nell’affezionarsi di nuovo al prossimo . L’unico essere che era solito a frequentare era il suo amico Crowley, Cinico e sarcastico, dalla lingua sempre avvelenata, ma anche l’unico che gli stette vicino nel suo periodo più buio, colui che era riuscito a farlo sopravvivere nella sua disperazione, gli doveva molto. Infatti, era Grazie anche a lui e alla sua persuasione, se si era convinto ad intraprendere quella che sarebbe stata una nuova avventura?
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La venere in pelliccia
FanfictionDean non ha mai letto libri in tutta la sua vita, una ricerca disperata di una rivista porno nel posto sbagliato e un incontro fuori dal normale con una persona altrettanto tale dai tratti se si vuol dire "angelici". Porteranno il povero ragazzo a f...