«Hektor.»
Una voce leggera e soave che fluttua nell'aria fresca di una notte di primavera...
«Hektor!»
Poche persone hanno avuto la fortuna di sentire questa voce angelica. Calda come il fuoco di un camino che ti scalda quando arriva l'inverno, dolce come i migliori dessert serviti nei ristoranti stellati della capitale...
«Hektor, svegliati!»
La povera Atalanta stava iniziando a perdere la pazienza, suo fratello aveva fatto una promessa, quindi la doveva rispettare. Da quanto si era addormentato profondamente però, sembrava quasi morto. Lasciava intendere che non si sarebbe svegliato per nulla al mondo.
«Hektor! E' tardi, ci perderemo lo spettacolo!»
«Sì sì, lo spettacolo...»
Il ragazzo, finalmente diede segni di vita. La sorella continuò ad insistere, ma era tutto inutile: servivano le maniere forti. Atalanta prese il secchio che di solito utilizzava insieme ad Hektor per fare il bucato, uscì di casa e si diresse verso il torrente che passava lì vicino. Tornò una decina di minuti dopo con il secchio pieno d'acqua. Lo spettacolo della "Festa di Ataraxia" che avviene, come da tradizione, ogni anno nella capitale, era considerato il momento più importante dell'anno e lei non lo avrebbe mai perso per nulla al mondo, ancor meno per la pigrizia del fratello. Lo doveva svegliare a tutti i costi.
Nonostante la sola età di dieci anni, Atalanta possedeva già una grandissima forza fisica. Sin da bambina aveva sempre aiutato suo fratello con le faccende di casa e con il lavoro nei campi, quindi un semplice secchio pieno d'acqua pesava come un piuma di gallina per lei.
Quando ritornò si diresse velocemente verso il letto di Hektor e senza esitare neanche un secondo gli rovesciò l'intero secchio addosso.
Il ragazzo si alzò di colpo urlando. La bambina, che gli aveva appena buttato addosso una cascata d'acqua, esplose in una rumorosa risata. Hektor però non reagì, guardava nel vuoto, come se non si fosse ancora del tutto ripreso. Si girò poi verso Atalanta, la guardò negli occhi per qualche secondo e l'abbracciò stringendola forte a sé. Non riuscì a trattenersi e finì per scoppiare in un mare di lacrime.
«Grazie.»
Dalla sua bocca uscirono dei lamenti accompagnati dal singhiozzio. La povera bambina smise di ridere subito e rimase immobile e confusa. Non si sarebbe mai aspettata una reazione del genere, era scombussolata.
«Hektor, stai bene?»
Queste furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
Il ragazzo la lasciò andare e mentre si asciugava le lacrime la guardò di nuovo.
«Atalanta, andiamo?»
«Andiamo.»
La capitale dell'impero non era accessibile a tutti. Per poter entrare si doveva essere per forza residenti della città, e per essere cittadini di Città di Elpìdia si doveva essere ricchi. Nella capitale i costi per permettersi una vita normale erano altissimi; la materia prima costava tantissimo, tanto che molti abitanti le compravano dai villaggi esterni illegalmente. Nell'impero fu sempre presente il classismo. Nonostante tutti i vecchi regni vennero uniti in uno solo, l'equità sociale non venne mai raggiunta.
Lo spettacolo quindi, era rivolto soltanto ai cittadini della capitale. Il villaggio di Nihil però, sotto questo punto di vista, era fortunato. Era situato in una zona collinare distante pochi chilometri da Città di Elpìdia. Dalla collina più alta della città era possibile vedere perfettamente lo spettacolo pirotecnico dedicato ad Ataraxia. Ed è lì che tutti gli anni Hektor e Atalanta vanno ad assistere ai fuochi d'artificio.
«Forza Hektor, fai veloce. Siamo in ritardo!»
Atalanta era piena di energia: il giorno più bello dell'anno era arrivato e lei si sentiva la persona più felice del mondo. Anche se non lo dava a dimostrare, pure Hektor era entusiasta.
Percorsero di corsa le vie del paese illuminato per la festa finché finalmente arrivarono sul punto più alto del villaggio. Per fortuna erano arrivati in tempo.
C'erano tantissime persone sedute sull'erba verde che copriva tutta la collina. L'aria sembrava quasi elettrica da quanta emozione provavano tutti i presenti. I due fratelli trovarono un posto dove sedersi e aspettarono.
Allo scocco della mezzanotte, dalla capitale si vide innalzarsi verso il cielo una luce che illuminò tutto il cielo. Il silenzio della notte venne rotto dall'esplosione del primo razzo, che poi venne seguito da tutti gli altri. Tutti i presenti rimasero in silenzio ad ammirare il meraviglioso spettacolo.
Anche Hektor rimase a guardare affascinato lo spettacolo. Nonostante lo avesse visto un sacco di volte, ogni volta sembrava come se fosse la prima. Era felice di poter vivere questo momento con la persona a cui voleva bene. La prima volta che vide i fuochi d'artificio insieme a suo sorella, aveva soltanto dieci anni. Atalanta allora aveva compiuto da poco un anno di vita.
Quel ricordo, però porta anche un po' di tristezza e dolore. Quella fu l'ultima "Festa di Ataraxia" che passò con tutta la sua famiglia. Da lì a poco il padre, Hermes, morì combattendo in una delle rivolte contro la capitale. In quel periodo l'imperatrice, date le difficoltà economiche dell'impero, aveva aumentato le tasse ai villaggi. Ovviamente il popolo non prese bene questa scelta e in molti protestarono, anche impugnando armi, per costringere l'imperatrice a cambiare idea. Ci furono duri scontri tra i rivoltanti e la polizia e morirono un sacco di persone. Tra cui loro padre.
Dopo la morte di Hermes, la madre, Zoe, rimase da sola a dover badare ai figli. Cambiò completamente il suo carattere: quella che prima era una bellissima donna sempre sorridente, ora era corrosa dallo stress e viveva nella tristezza perenne.
Quando ormai Hektor e Atalanta avevano rispettivamente diciassette e otto anni, Zoe raggiunse i propri limiti di sopportazione e una notte mentre i figli dormivano, se ne andò lasciando il villaggio senza farsi mai più rivedere.
Hektor non smise mai di odiare sua madre, non avrebbe mai potuto dimenticare il dolore che provò quando si rese conto di ciò che stava accadendo. Anche Atalanta non la prese bene, pianse per ore ininterrottamente. Erano stati traditi dalla persona di cui si fidavano di più. Ma in quel momento non importava, era il giorno più importante dell'anno, non c'era tempo per pensare al funesto passato, ora ci si doveva solo divertire.
Quella notte fu magica, c'era di tutto sulla collina: festoni, bancarelle che vendevano cibo e molto altro ancora... Non riesco a trovare parole adatte a descrivere la felicità che tutto il villaggio di Nihil provava in quel momento; la felicità che soprattutto Hektor e Atalanta provavano in quel momento. I festeggiamenti andarono avanti fino a tarda notte, lo spettacolo dei fuochi d'artificio fu magico, una dei migliori negli ultimi anni.
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Jordeorum - La rinascita di Elpìdia
FantasyUna voce leggera e soave che fluttua nell'aria fresca di una notte di primavera... Poche persone hanno avuto la fortuna di sentire questa voce angelica. Calda come il fuoco di un camino che ti scalda quando arriva l'inverno, dolce come i migliori d...