Run - Bucky/Lettore

1.3K 75 14
                                    

"Andiamo, l'ingresso è libero" disse il soldato con il braccio meccanico. Senza perdere tempo presi lo zaino quasi vuoto e abbandonai la stanza dello squallido motel in cui avevamo trascorso la notte. Piove. Ottimo, almeno oggi avremo un motivo valido per indossare i cappucci, riusciremo a confonderci tra la gente. La pioggia mi piaceva, il freddo no. Camminavamo a passo svelto tra i sobborghi di una città sconosciuta, nella speranza di non essere trovati dagli agenti dell'HYDRA dai quali stavamo scappando. Erano ormai settimane o forse mesi... correvamo da così tanto tempo che non riuscivo nemmeno a ricordare quanto ne fosse passato. Eravamo soli, io e il Soldato d'Inverno, o meglio, Bucky. Passammo l'ennesima giornata a camminare senza mai fermarci, ma continuando a guardarci le spalle a vicenda. Non parlavamo quasi mai, conservavamo le poche forze per continuare a correre. Vivevamo con l'ansia costante di essere presi. Non ero tanto brava a combattere, non ero nemmeno brava con le armi, in realtà tutto il lavoro lo faceva il soldato, era lui l'assassino professionista. Era lui che badava a me e mi teneva al sicuro.

Arrivati in un altro orrendo motel pagammo in contanti ed entrammo nella nostra stanza. Sembrava un luogo perfetto in cui girare un film dell'orrore. La carta da parati marrone era strappata in diversi punti, nella stanza vi erano solo due brandine poco distanti tra loro e una lampada appoggiata sul pavimento. Appoggiai lo zainetto nero sul letto ed entrai in bagno, non ebbi il coraggio di fare la doccia, così tornai indietro e mi lanciai sul letto esausta. "Vado a prendere da mangiare, vuoi qualcosa in particolare?" tutte le volte che parlava mi chiedevo come potesse essere stato un assassino

Scossi la testa "Qualsiasi cosa va bene" risposi a voce bassa. Non appena chiuse la porta mi sdraiai sul letto, cercai di mandare via tutta l'ansia, ma come tutte le sere non riuscivo. Quando Bucky tornò con la cena io stavo dormendo. Chiamò il mio nome un paio di volte, non ottenendo risposta si avvicinò al letto. Non solo capì che stavo dormendo, notò anche le lacrime che poco prima avevano percorso il mio viso bagnando il cuscino. Con una smorfia di dispiacere sul suo viso decise di lasciarmi riposare.

La mattina dopo Bucky mi costrinse a fare colazione, erano giorni che non mangiavo e lui iniziava a preoccuparsi. I giorni passavano tutti uguali, l'unica cosa che cambiava era la temperatura: più il tempo passava, più la il freddo si faceva pungente. Sentivo il freddo nelle ossa, facevo fatica a correre e spesso anche a respirare, ma ovviamente non dissi nulla di tutto questo all'ex-assassino, si preoccupava già fin troppo per me. Un'altra giornata era giunta al termine e finalmente avevamo raggiunto il luogo in cui avremmo passato la notte. Quella notte non dormimmo in un motel, ma in un luogo peggiore. La porta d'ingresso si trovava in un vicolo, non c'era nessuna scritta al di fuori. Come ha fatto a trovare questo posto? Seppur fossimo abituati a luoghi squallidi, non appena entrammo sarei voluta correre via. Affittammo una stanza dall'enorme uomo pelato seduto dietro un tavolino in mezzo al corridoio che, non solo chiese soldi extra per dimenticarsi le nostre facce, ma ci chiese se volevamo comprare qualche tipo di droga o qualche ragazza. Rifiutammo nel modo più educato possibile e ci incamminammo verso la nostra sistemazione. Il posto era abbastanza buio, c'erano delle luci appese nel corridoio e per le scale. Salimmo fino al terzo piano dove c'era la nostra stanza. Con mio grande stupore quando aprimmo la porta della nostra camera non trovammo una stanza grigia e polverosa con i topi che scorrazzavano sul pavimento, ma al contrario una grande finestra illuminava molto la stanza e il pavimento era pulito. C'era solo un problema. Non lo notai subito, ma non appena appoggiai il mio zaino fradicio sul letto notai che al centro della stanza c'era un letto matrimoniale. Bucky lo notò prima di me, svelto prese un cuscino "Io prendo il pavimento" disse facendo un breve sorriso

"No Bucky, per una volta che abbiamo un letto comodo non ti lascerò dormire sul pavimento"

Mi guardava insicuro, stava per aprire bocca, ma lo bloccai "Posa quel cuscino" dissi quasi come se fosse un ordine.

Marvel OneShot [ITALIANO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora