01. Occhi

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Si consiglia la lettura a un pubblico adulto e forte di stomaco. Parecchie scene potrebbero risultare violente e terrificanti al limite dell'impossibile.
Buona lettura
V

Un fascio di luce penetrò il vetro untuoso di una stretta finestra, scontrandosi con l'oscurità di un seminterrato

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Un fascio di luce penetrò il vetro untuoso di una stretta finestra, scontrandosi con l'oscurità di un seminterrato. Il bagliore si espanse lentamente sul pavimento, allargando le ombra fino a una parete illuminata da un neon. Su di essa era affissa una tela di lino bianco, che ne ricopriva le dimensioni. Di fianco, un carrello conteneva gli attrezzi di un pittore. Ai piedi della parete, invece, un telo plastificato era stato steso per raccogliere le sbavature dell'arte.

Una giovane donna era seduta al centro della stanza, rivolta verso quella tela bianca. Il capo chino sul petto; i polsi legati ai braccioli della sedia; le caviglie serrate da un fil di ferro spinato. I deboli raggi del sole investirono la sua chioma bionda in contrasto con le gocce vermiglie rese più vive sulla sua pelle candida.

Le palpebre si mossero infastidite da quel tiepido sfolgorio autunnale per poi aprirsi in un battito incessante delle ciglia.

Due occhi azzurri, cerchiati dal mascara colato ed essiccato fin sotto gli zigomi, apparvero sfuggevoli, rivolti verso quel riverbero sinistro, che preannunciava l'intensità del terrore. La sua espressione mutò in una supplica verso i rami di un grande albero, che si sporgevano verso il basso mossi dal vento, dando l'impressione di voler infrangere quella barriera trasparente.

Uno strano ronzio, intanto, percorse le ombre rimaste nascoste nell'ignoto di quello scantinato, dove a ridosso delle pareti erano adagiate molte tele coperte da lenzuoli ingialliti.

Quel suono vibrante e insistente proveniva dall'alto di una stretta scala.

La luce di una lampadina vibrò sordamente prima di accendersi accompagnata dal lento cigolio di una porta, che si apriva e si richiudeva adagio. Subito dopo, il suono in discesa di passi lenti e cupi infransero il silenzio, frantumato dallo scricchiolio del legno invecchiato.

Gli occhi della ragazza si mossero istantanei a catturare la figura che stava scendendo quei gradini cigolanti. Ogni passo su quel legno fradicio era una contrazione involontaria del suo petto, un singulto strozzato che le faceva dolore il diaframma.

L'intruso scese l'ultimo scalino, dirigendosi verso la grande tela. Avvicinò il carrello con gli attrezzi e armeggiò sull'occorrente da preparare. Ogni rumore proveniente dal fondo di quella parete graffiava su ogni genere di suono, specialmente metallico.

La giovane fuse lo sguardo atterrito su quelle spalle larghe, vestite di un largo maglione nero. Lo vide indossare un paio di guanti in lattice e con delicatezza, poi, passare il palmo della mano sulla tela, lasciando scorrere i polpastrelli su ogni centimetro di quel lino con una lentezza snervante, saggiandone la giusta tiratura. Alla giovane, invece, diede l'impressione che stesse accarezzando il corpo di una donna.

Il Dipinto negli Occhi/SospesoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora