10. Le bugie hanno le gambe corte

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Anche ai mostri è concesso il lieto fine

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Cos'è la paura, in fondo, se non un agglomerato di ansia e incertezza, se non un impulso dettato dal destino per metterci in allerta di un eventuale pericolo, se non un'ombra che occulta la nostra vita? Oh, la paura cosa non è se non la più grande illusione della mente umana, l'ennesimo trabocchetto per ingannare il nostro intelletto. In fondo sono solo storie che raccontiamo a noi stessi per evadere da qualcosa o un qualcuno che temiamo di affrontare ed io, quel sentimento, lo avevo provato più volte.
Quell'emozione che mi aveva accompagnata sin dall'infanzia continuava a consumarmi dall'interno ogni singolo giorno, lasciandomi marcire in silenzio mentre al di fuori ero costretta a fingere un sorriso.
Non mi era mai piaciuto mostrarmi debole di fronte agli altri, specialmente davanti a persone a me sconosciute, avevo sempre preferito nascondermi dietro a un muro solo da me distruttibile. La mia paura mi teneva legata in catene, rendendomi prigioniera di me stessa. Ne avevo tante, forse troppe, di paure. Avevo il terrore di perdere i miei cari, di fidarmi delle persone, di essere abbandonata, di amare, di non meritarmi ciò che avevo, di fallire, avevo paura di ogni cosa, persino del futuro. E in quel momento avevo paura per Taylor, eccome se ne avevo. Come avrei mai potuto reagire a un'eventuale conferma della mia idea? Mi avrebbe mai confidato una cosa di tale peso? Domande su domande, ma nessuna risposta, niente era certo.

Mi svegliai da quello stato di trance in cui ero intrappolata quando i miei occhi incontrarono una chioma bionda che attraversava a passo spedito l'immenso corridoio, in una mano stringeva la spallina dell'elegante zaino rosa e nell'altra i libri delle lezioni precedenti. Come era strano il mondo, proprio mentre pensavo a Taylor lei era comparsa, come quando da bambina speravo che Santa Claus mi portasse tanti regali e, il giorno dopo, mi svegliavo circondata da tutto ciò che avevo desiderato. Lei era arrivata così, all'improvviso, anche nella mia vita, proprio quando ne avevo più bisogno e con lei anche Amanda. Loro in non so quale modo erano riuscite a salvarmi dall'affondare insieme alla nave dei traumi che mi legavano al mio passato turbolento e stavano riuscendo a farmi raggiungere la terraferma tenendomi a galla, sorreggendomi tra le loro braccia come un salvagente.

Senza esitare la raggiunsi con uno slancio, dovevo accertarmi che non fosse realmente come pensavo e che mi ero sbagliata.

«Tay, hai due minuti da concedermi?» chiesi con un leggero affanno bloccato in gola.

«Ma bichette, dimmi tutto» mi regalò un sorriso che riuscì ad alleggerire di poco la tensione del momento.

«Oggi a lezione ti ho chiesto una cosa ma credo tu non mi abbia sentita»

«Davvero? Ti chiedo scusa, non me ne ero accorta. Era importante?» domandò con tono dolce.

«Non lo so, io...» provai ad iniziare il discorso ma fu proprio in quel momento che mi pentii della mia scelta di parlarle, rendendomi conto che le mie teorie potevano avermi portato del tutto fuori strada.

«Nov» ridacchiò, «Come fai a non sapere se è una cosa importante o meno?»

«Sono preoccupata Tay»

«Di? Avanti parla, non farmi venire l'ansia» sostenne un piccolo sorriso sotto il quale riuscii a scovare un briciolo di inquietudine.

«Sono preoccupata per te» sputai il rospo evitando giri di parole, ormai ero lì e non potevo più tornare indietro.

«Per me? Perché?» domandò alzando un sopracciglio con fare confuso.

«Stai bene Tay?» continuai in modo di farle intuire il mio pensiero, non avrei mai avuto il coraggio di dirglielo in faccia, ne ero certa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 21 ⏰

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