Testimone di una mente contorta

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Entrai nella stanza dove fui accolto daSergio, il maresciallo dell'arma dei carabinieri (un ragazzo sulla trentina, alto e magro,aveva i capelli castano chiaro, corti, buttati all'indietro, gli occhi verde acqua, la barba era leggermente incolta - Andrea dì a Tina di portare tre caffè" " - Comandi! " disse Andrea,chiudendo la porta dietro di se,era uno dei carabinieri dell' arma, si trovava in stanza con noi,era anch'egli sulla trentina, bassino, aveva una corporatura robusta,i capelli erano castani e rasati sugli occhi castani portava un paio di occhiali dalle lenti spesse, non aveva ne barba,ne baffi. - Prego, si accomodi signor Milva! " mi disse il maresciallo indicandomi una una scrivania, di color marrone scuro, in legno massello, dove vi erano: un computer, un contenitore con delle penne, un'agenda, alcuni postit e dei fogli di computer A4, tutto relativamente ordinato, ai lati della scrivania vi erano due sedie girevoli di pelle nera, ne presi una e mi sedetti, Il maresciallo, mise una mano nel taschino della camicia e ne estrasse un pacco di Marlboro con dentro delle sigarette e un accendino, me ne porse una e l'accese, avvicinandomi il posacenere, si accese anch'egli una sigaretta e sedette di fronte a me.

# "Andrea"

Chiusi la porta alle mie spalle, attraversai il lungo corridoio che separava la stanza del maresciallo dalla segreteria dove si trovava Agata o "Tina" come la chiamavamo tutti, era la nipote più piccola di Sergio, single per scelta, aspettava il "Vero Amore ", aveva ventiquattro anni, lo aiutava a sistemare le pratiche burocratiche, a tenere in ordine le numerose pile di "scartoffie" e di quando in quando era addetta alla macchinetta del caffe'; la caserma era una specie di gigante labirinto, con i suoi innumerevoli corridoi e stanze, la segreteria si trovava all' ingresso, dopo un pò arrivai, e scorsi Tina dalla porta in vetro trasparente, era al seduta, intenta a sistemare alcune pratiche