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Tornata al campus, con la mente in tumulto e il cuore ancora pesante per l'incerto incontro con Mitchell, notai l'assenza di Claire nella nostra stanza. Una parte di me si sentì sollevata da questa scoperta, poiché non avrei saputo come affrontare una conversazione con lei in quel momento.

Una volta nella stanza, mi sentii improvvisamente esausta. Il mal di testa che mi aveva accompagnato per tutto il giorno si intensificò, e decisi di gettarmi sul letto senza neanche prendere il pigiama. La stanchezza fisica e mentale mi travolse, mentre il mio corpo implorava un po' di riposo.

Prima di cedere completamente al sonno, inviai un messaggio alla mia famiglia per far loro sapere che ero tornata al campus sana e salva. Poi, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare in un sonno profondo e liberatorio, sperando di dimenticare almeno per qualche ora le tensioni della giornata.

Mi ritrovai immersa in un giardino incantato, dove i colori sgargianti danzavano nell'aria e il profumo dei fiori riempiva i miei sensi di gioia e serenità. Indossavo un vestito bianco, leggero come una carezza, e i miei lunghi capelli erano legati da un grazioso fiocchetto rosa.

Mentre camminavo tra i fiori e le farfalle danzanti, un cielo grigio all'improvviso oscurò l'atmosfera, e un vento forte iniziò a sferzare il giardino, portando con sé una sensazione di inquietudine.

In lontananza, scorsi una figura misteriosa, un uomo avvolto in un completo nero, il cui sguardo intenso penetrava l'anima. Si avvicinò lentamente, con passo deciso, finché non fu alle mie spalle. Con una mano delicata, accarezzò la mia schiena scoperta, sciogliendo i miei lunghi capelli e provocando brividi lungo la mia pelle.

Senza pronunciare una parola, mi afferrò per i fianchi e mi strinse a sé, creando un vortice di emozioni contrastanti. In quel momento, mi sentii travolta da una tempesta di desiderio e incertezza...

Mi svegliai di colpo, ancora sconvolta dal sogno vivido che avevo appena fatto. Con il cuore ancora che batteva all'impazzata, notai immediatamente il volto di Claire che mi fissava con curiosità. La luce fioca della stanza delineava le sue fattezze, mentre il suo sguardo brillava di interesse.

"Cos'era quel sogno, Ava?" chiese Claire, con un sorriso malizioso che suggeriva di conoscere già la risposta.

Scossi leggermente la testa, cercando di nascondere l'imbarazzo. "Oh, solo un sogno confuso", risposi, evitando di entrare nei dettagli del mio tumultuoso viaggio onirico.

Avevo bisogno di un momento per riordinare i pensieri e scrollarmi di dosso le sensazioni strane che il sogno mi aveva lasciato. Claire continuava a guardarmi con quella sua espressione di complicità, come se sapesse qualcosa che io stessa ignoravo.

"Che lezioni hai oggi?" chiese Claire, guardandomi con interesse.

Iniziai a elencare le mie attività previste per la giornata, ma mi bloccai improvvisamente. Un ricordo affiorò nella mia mente come una scintilla improvvisa: il compito di Shakespeare per la lezione di letteratura.

Mi fermai, sentendo il cuore battere più forte nel petto. Come avevo potuto dimenticare un compito così importante? La delusione si diffuse in me, mescolandosi alla preoccupazione per come avrei potuto affrontare la giornata senza aver preparato quel lavoro.

"Cosa c'è, Ava? Sembri preoccupata", notò Claire, con un lieve accenno di preoccupazione nel suo sguardo.

In quel momento, mi resi conto di quanto fossi stata distratta e negligente nel gestire i miei impegni scolastici. Dovevo trovare un modo per rimediare a questa dimenticanza e preparare il compito prima che fosse troppo tardi.

"Ho dimenticato un compito importante", dissi con un tono preoccupato mentre mi affrettavo a mettere qualcosa di più comodo. Optai per una maglia larga e un paio di leggings neri.

   PASSIONE PROIBITA: l'intrigo dell'etàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora