Perfect now🧸

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Angst, Cares
AU: caph e fares stanno già insieme.
‼️tw: attacchi di panico.

pov: fares

Era la seconda settimana di luglio, io e gli altri del bunker avevamo deciso di prendere una casa al mare qualche giorno, per questo eravamo in Sardegna, più precisamente a Porto Cervo.
Era ormai sera dopo cena ed ero nella stanza che condividevo con caph, con me però c'era Erin in quel momento, stavamo parlando fino a poco prima ma in quel momento lui si era messo a lavorare al computer e io stavo scorrendo tranquillamente su Instagram. Ad un certo punto un pensiero indesiderato riaffiorò nella mia mente, il giorno dopo saremmo stati al mare tutti insieme, io con quello in se non avevo alcun problema ma avevo un problema da quando ero ragazzino con il mio fisico, non che fossi sovrappeso, anzi il mio corpo era in forma media ma non ero mai riuscito ad essere davvero a mio agio con me stesso, ultimamente per fortuna la situazione migliorava ma ancora non ero tranquillo ad andare in un posto così tanto affollato. E così sentii quella sensazione arrivare piano piano, inizialmente come un peso nel centro del petto, poi un nodo alla gola, la pesantezza nel respiro come se mi dovessi sforzare per inspirare, come se non fosse una cosa naturale. Non sapevo cosa fare, non potevo fermarlo in alcun modo e ne ero consapevole, erin era lì in stanza con me e non avrei mai voluto che mi vedesse così, eppure non sapevo se sarei riuscito ad alzarmi o a dire anche solamente una sillaba, iniziavo a sentire un lieve stato di confusione e stanchezza e gli occhi lucidi, fino a che una lacrima non scese sulla mia guancia.

pov: erin

Ero tranquillo al computer a guardare alcune tracce che avevamo registrato nelle ultime settimane, ad un certo punto mi venne un dubbio e volevo chiedere consiglio a fares, appena mi girai vidi che stava guardando un punto fisso ma indefinito sul muro, pensai che si fosse imbambolato però subito dopo una, poi due lacrime iniziarono ad apparire sul suo viso, iniziai così a preoccuparmi e mi alzai "Pietro stai bene? tutto apposto?" lui sbatté le palpebre e si asciugò una lacrima, iniziò a guardarsi in torno per poi farfugliare qualcosa che però non capii. A quel punto non sapevo bene che fare quindi provai ad andare direttamente da lui, mi avvicinai e gli appoggiai una mano sulla spalla, si girò di scatto, sembrava confuso e un po' spaventato così provai a chiedergli che cosa non andasse ma lui appena aperta bocca, senza riuscire quasi ad iniziare la frase iniziò a singhiozzare. Pensai immediatamente di chiamare Caph così mi sporsi alla porta "MARCOO VIENI SUBITO DI QUA." urlai in modo che sentisse, poco dopo lo vidi affacciarsi dalla porta della cucina e venire verso di me con passo accelerato "Che succede?" mi chiese ancora a qualche metro dalla porta "Pietro, credo che stia avendo un attacco di panico, vieni per favore." lui praticamente sbiancò e corse alla porta, prima guardò dentro la stanza, vide fares seduto sul pavimento con la schiena ai piedi del letto, fece un'espressione che non sapevo decifrare e poi mi guardò come a dire 'Ci penso io, tu puoi andare.' così annuii e andai ad avvertire gli altri.

pov: caph

Mi precipitai subito davanti a Pietro e gli misi le mani su entrambe le spalle "Hei non ti preoccupare, ora ci sono io." dissi provando a mantenere un tono rassicurante: in verità ero davvero spaventato anche solo all'idea di vederlo soffrire così, sapevo dei suoi problemi con l'ansia ma era successo solo una volta fino a quel momento che lo avessi visto avere un vero e proprio attacco di panico, quella volta però ad aiutarmi c'era sua sorella Asia, adesso dovevo farcela io per lui.
Respirava velocemente e non sembrava voler rallentare, misi una mano fra i suoi capelli, gli accarezzai la testa piano guardandolo negli occhi e poi gli asciugai le lacrime "Va tutto bene ok? Inspira e espira, dentro e fuori." devo ammettere che dopo la prima volta mi ero documentato su come fare in una situazione del genere e provai a ripetere quello che avevo letto, gli strinsi forte entrambe le mani e lui così riuscì a fissare i suoi occhi nei miei, fece finalmente dei respiri profondi ma sembrava comunque che potesse scoppiare di nuovo da un momento all'altro. "Ok dimmi, cosa c'è in questa stanza? Elenca qualche cosa che vedi, che tocchi o di cui senti l'odore." lui così si guardò per qualche secondo intorno ed iniziò a dire alcune cose, la sua voce era ancora provata e poco dopo concluse il suo elenco "Bravo, va bene così, va tutto bene." lui sembrò iniziare a calmarsi e quasi ad accennare un sorriso. Pietro mise entrambe le mani ai lati del mio viso, quasi come se stesse controllando che io fossi veramente lì. In quel momento io non potei non stringerlo in un abbraccio, lo strinsi a me più forte che potevo e lui scoppiò di nuovo a piangere col viso affondato nell'incavo del mio collo, continuai ad accarezzare la sua schiena dolcemente sussurrandogli parole che speravo fossero di conforto mentre lui stringeva la mia maglietta tenendoci attaccati.

Dopo circa dieci minuti Pietro si era calmato, eravamo entrambi appoggiati al muro, le nostre mani intrecciate e la sua testa sulla mia spalla, fui io a rompere il silenzio "Ti posso chiedere cos'è successo?" quella domanda frullava nel mio cervello da qualche minuto ma avevo paura di turbarlo, lui alzò la sua testa e mi guardò negli occhi "Io- domani dobbiamo andare in spiaggia e io non volevo- è solo che ci saranno altre persone, molte altre e io sarò... in costume ecco." guardò in basso con gli occhi un po' lucidi. Sul mio volto comparve un sorriso amaro e gli accarezzai la guancia per poi riportare il suo sguardo su di me "Tu per me sei perfetto. Non so cosa pensano gli altri di te, non so cosa pensi tu ma ai miei occhi tu sei bellissimo" dissi io, era semplicemente ciò che pensavo. Mi sorrise debolmente portando una mano sulla mia "Ho solo paura che gli altri mi vedano come mi vedo io, con così tante imperfezioni, senza fisico, così.." io lo interruppi prima che finisse "Non dire nulla, non ci sono aggettivi negativi che voglio sentire. Ascoltami, nessuno di noi è oggettivamente perfetto e nessuno di noi può piacere a tutti, ti assicuro che è impossibile ma io farò di tutto per fare in modo che tu ti guardi allo specchio e pensi quello che penso io quando ti vedo: che sei bello, perché ogni giorno che mi alzo e ti vedo mi manca il respiro." potrei sembrare esageratamente sdolcinato ma dovevo fargli capire che per me era stupendo, che lo era sempre. Dopo le mie parole il suo viso sembrò riprendere un po' di luce, mi sorrise e mi guardò in modo tenero e dolce negli occhi "Ti amo, davvero." mi disse "Anche io ti amo."
Gli lasciai un bacio sulla fronte e poi restammo lì abbracciati tutta la serata per poi addormentarci subito dopo esserci spostati nel letto, con le mie braccia che cingevano la sua vita.

Angolino Autrice🧸

heii, eccomi tornata con un nuovo capitolo, so che è tardi scusate ma ci tenevo a scrivere bene questo capitolo. Stavolta una cosa più triste, che ne pensate? Spero tanto vi sia piaciuto, lasciate un commento o una stellina.
‼️Volevo chiedere un parere su un'idea: per il prossimo capitolo pensavo di raccontare la loro giornata al mare e includere entrambe le ship, a voi piace l'idea?
A presto xx 🫶🏻

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