La selezione

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Quel giorno quando mi svegliai ero in ansia e molto nervosa. Ricordo che sono stata tutta la mattinata seduta sul letto a guardare un punto fisso del muro. Le parole di mio padre mi risuonavano ancora nelle orecchie e a stento riuscivo a scacciarle via. Il giorno prima a cena ho discusso con mio padre la questione della Selezione. Avevamo appena finito di mangiare e presi un grosso respiro primandi parlare.
- Ehm, padre? - chiamai esitante. Era occupato a parlare con mia madre in una conversazione molto fitta. Qualche volta lo vedevo scuotere la testa. Avevo quasi paura che mi fulminasse con lo sguardo, ma non appena sentí la mia voce mi prestò subito attenzione.
- Dimmi cara - disse sistemandosi sulla sedia.
- Si, beh io volevo chiederti se questa Selezione debba farsi proprio - dissi in un soffio. Quando si mise a ridere pensao che, se la prendesse così tanto alla leggera, allora si poteva ancora fare qualcosa al riguardo.
- Quante altre volte dobbiamo riparlarne? - chiede sarcastico.
- Io credevo che... - provo a dire, ma subito vengo interrotta.
- Mia cara Emily, ne abbiamo già discussa. E poi non posso interrompere la Selezione proprio ora, domani ci sarà il sorteggio dei tuoi pretendenti -
Il sorteggio era una delle cose che temevo di più. Come potevo realmente credere che avrei trovato l'amore nella casualità? In un sorteggio doce ragazzi ambiscono solo ad arrivare alla corona, un posto sicuro e in un rango sociale altissimo? Non è così che volevo innamorarmi.
- Ma padre, è ingiusto! - esclamo.
- Emily, per favore non alzare il tono in questa maniera - disse mia madre con calma.
- E poi sorellina - intervenne mio fratello Troy - ormai la cosa è fatta. Sei una principessa, comportati come tale -
- Ottime parole ragazzo mio - mio padre ha sempre preferito Troy a me, ma sun questo non ci ho mai badato molto. Lo faceva solo perché lui è un maachio, l'erede al trono del nostro regno, colui che lo guiderà e lo farà prosperire. Era ovvio che lui lo preferisse a una ragazzina fissata all'idea dell'amore e che non potrà mai fare niente.
- E ritornando al discorso della Selezione - riprese mio padre - ormai è già tutto deciso. Vatti a riposare, domani sarà una giornata molto faticosa -
Feci come ordinato, mi alzai da tavola, facendo l'inchino al re a al suo erede, e mi avviai verso la il corridoio. Ma prima di uscire dalla suntuosa sala da pranzo mi fermai alla porta e mi rivolsi nuovamente a mio padre - Lo so perché vuoi fare questo Selzipne, padre. Se non fosse per quello non l'avresti mai fatta. So che c'è una rivolta alle porte - e dette quelle parole scompasi nei corridoi del castello.
E in quel momento, mentre fissavo il muro, riuscivo anche a sentire le marole di mia madre.
- Tuo padre fa così perché deve pensare al suo regno - mi avevo detto dolcemente.
- E che mi dici di sua figlia - protestai contro il cuscino.
- Lo sai che lui ti vuole bene. E poi... - parve esitare prima di finire - sei una donna. Non abbiamo molta voce in capitolo - fui felice che aveva usato quel "noi". Anche se lei era la regina, la sua lingua viene frenata per il suo sesso.
- E comunque - aggiunse accarezzandomi i capelli - incontrerai l'amore della tua vita. Pensa a come è successo a tuo fratello Trou e la sua bellissima moglie Anastasia. Pensa a tuo padre e me - detto questo si diresse verso la porta e mi diede la buonanotte.
Ripensai a quelle parole mentre mi trascinai fuori dal letto la mattina dopo. "Troverai l'amore" aveva detto. "Ma lo già trovato" avrei volito ribattere. Il principe Harry, delle terre solitarie era un vero scapolo e un ragazzo perfetto. Pultroppo apparteneva a un altro regno e mio padee ha voluto mettere in sceba una nuova Selezione. Neanche se ne avessi parlato con lui avrei potuto proporre un matrimonio combinato con lui. E magari fosse stato possibile! Sia io che il principe Harry provavamo la stessa cosa, ma entrambi freanati dal sangue reale che ci scorreva nelle vene. Frenati dai nostri genitori che dovevano proveddere a un popolo. Anche solo essere buoni amici sarebbe stati difficile, perché ogni bolta che mi trovavo quegli occhi grigi davanti, ogni volta le mie mani arrufavano qeui capelli ricci dello sfesso colore dell'oro, era troppo difficile rimanere solo amici.
Eppire quei pensieri non mi abbandonavano il giorno in cui avrei saputo chi sarebbe stato sorteggiato e chi fra i 20 ragazzi sarebbe stato il mio futuro marito. Nel mentre percorrevo i corridoi del castello mi immaginai come sadebbe stato per Harry rimane seduto a guardare. Per un momento non riuscivo a capjre chi dei due avesse sofferto di più: se lui, che non avrebbe potuto fare niente per competere in mio nome, o io, che nonostante i miei sentimenti avrei dovuto buttarmi tra le bracviabdi un altro ragazzo.
Provai a pensare chi potesse essere quel ragazzo, a come sarebbe potuto essere. Ma ogni volta che chiudevo gli occhi e provavo a immaginarmelo, compariva Harry.
Mi fermai e chiusi forte gli occhi, prmendovi le mank contro. Dovevo snettere di pensare a lui. Ero la principessa di Illea, era ora che mi comportassi come tale. Dovevo accettare il mio destino e smettere di fare storie.
Percorsi il corridoi, seguita dalle solite guardie che mi stanno sempre alle calcagna, ed entrai nella sala del trono. Era già tutto allestito, pronto per mandare in onda lo spettacolo. Mio padre e mia madre erano seduti composti e ben vestiti. Il lungo vestito rosso di mia madre risaltava i suoi bellissimi occhi azzurri. Ricordai subito ogni volta che mio padre mi racvontava che si era innamorato di mia madre per i suoi occhi. Non li potei dare torto.
Al loro lato destro, mio fratello Troy e sua moglie Anastasia sedevano tenedosi per mano e confabulando silenziosamente. Anastasia è quella nella Selezione di mio fratello che a me piaceva di più di tutte. E non per la sua bellezza (che con quei mossi capelli castani, gli occhi di un azzurro limpido, la forma slanciata e snella era la perfezione) ma per la sua semplicità, la sua innocenza. Stava perfetra al fianco di mio fratello, e non solo per il fatto estetico. Troy era quello che si diceva il ragazzo desiderato da tutte. Con quella folta chioma bionda ramta, gli occhi grigi ereditati da nostro padre, il viso perfetto e il portamento da cigno. Il perfetto erede al trono in tutto e per tutto. Io mi sentivo quasi a disagio in mezzo a tutta quella bellezza.
- Oh eccola qui la nostra meravigliosa principessa - Oliver Stone, il conduttore della Selzionensi inchina educatanente a me e dopo mi fa un caloroso abbraccio. - Emily sei strepitosa - disse giardando il mio abito di seta bianco, molto semplice e senza le spalline.
- Grazie Oliver, anche tu no sei niente male - replicai io. Indossava un abito blu notte e i capelli neri erano imapstati di gel. Ma si notava poco difronte al suo radioso sorriso.
- Non potevo mica metrermi un vestito qualunque alla Selezione della principessa - disse tutto emozionato. Mi mise un braccio intorno alle spalle e mi accompagnó a sedermi al trono. - Allora mia cara, sai come comportarti. Si te stessa e fa finta che non ci siano le telecamere - la voce di Oliver era molto rassicurante e sotto la sua ala comiciavo a rilassarmi per davvero. - Ricorda le prove e andrà tutto bene. E ricorda anche di guardare dritto in camera - aghiunse facendomi sedere sul trono alla sinistra di mia madre. Questo fu molto rassicurante, far finta che le telecamere non ci fossero ma allo stesso tempo guardare dritto nella telecamera. Certo Oliver, non fa inanpiega!
Appena seduto mi misero una corono argentata in testa, cercando di non rovinare la mia acconciatura. Una corenanquasi identica a quella di mia madre, poco in comune a quella di Anastasia.
- Ci sei mancata oggi a colazione - disse mio padre guardandomi oltre mia madre.
- Non avevo fame - mi limitai a dire.
- Emozionata? - chiese mia madre.
- Più che altro ero irritata al fatto di questa Selzioni - guardai mio padre dritto negli occhi - si può ancora fermare tutto -
Scosse lantesta in modo solenne e la voce di Oliver squilló nelle miei orecchie moltocforte. - Vostra maestà, siamo in onda fra dieci secondi -
Mi preparai per le telecamere, un sorriso sgargiante, come se non fossi più nella pelle per scopreire chi avrebbe fatto parte della selezione. Ma dietro quel sorriso la ragazza dentro di me si stava ribellando urlando senza sosta il nome di Harry. Ma dovetti farla tacere non appena la luce della telecamera si accese di rosso e iniziarono gli applausi.

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