Palpitano, le mucose affisse a rivestimento della membrana interna costituente le guance.
Vibrano, quasi, secernono bava a fiotti, instancabili e lige al dovere di inviare stimoli al diretto interessato di quell'inevitabile ed insostenibile martirio, che percepisce nitidamente l'aumento della salivazione prender possesso della cavità orale nella sua interezza; occupare quanto più spazio possibile, e rendere il padrone di cotanta tolleranza vittima del suo stesso stato di natura, così da assuefarne i sensi e mantenerne il corpo incatenato all'ossequenza di azioni alle quali, volente o nolente, non può ribellarsi.
Deve obbedire.
Sa di essere costretto a farlo, Manuel, di non poter sottrarsi in alcun modo a quel fuoco frutto del primordiale appetito che ne infiamma i lombi, che si ripresenta ad intermittenza ogni notte e che ogni notte, difatti, l'assilla e lo soffoca.
Lo strangola, quasi, gli impedisce di respirare correttamente e l'obbliga a procacciarsi il necessario affinché quell'esigenza, chetandosi, gli permetta di condurre e di tenere in pugno il regolare ciclo della sua travagliata esistenza, caratterizzata dalla ripetizione ossessiva di gesti essenziali a mantenerlo in vita.
È prassi, nel suo caso, una metodologia da adottare in proporzione diretta alle sue voglie recondite.
Di norma, sempre le medesime, capaci di percuoterlo, ma non di sconvolgerlo: motivo, quello, per cui avvertire annacquar la bocca fino all'esasperazione, in una notte come tante, non è ragion veduta di particolare stupore per chi, sin da quando crede di possederne memoria, contempla la stessa familiare sensazione umidiccia bagnargli il prolabio.Vi è abituato, e il gocciolare del liquido incolore contro le pareti spesse del palato e non solo, in un monito dettato dall'istinto di sopravvivenza, non gli incute più alcun timore.
Ma a poco a poco, brucia.
Punge, prude, pizzica talmente forte da spingerlo a forzare movimenti del muscolo genioglosso tali da indurlo a deglutire di continuo, e con ciò, a infliggere a se stesso un quantitativo di dolore su cui, con spaventosa bravura, ha imparato ad adagiarsi.È sete.
E Dio, se ne è a conoscenza.La riconoscerebbe ovunque, persino ad intuito tra migliaia di sensazioni, come quella più primitiva in suo possesso. Sarebbe in grado di dirsi nato dalla forza di quest'unico segmento ancestrale, dal cospicuo benessere derivante dal soddisfacimento della calorosa bramosia che custodisce al centro del petto, il castano, alimentato dalle scariche d'adrenalina interposte tra la consumazione d'un pasto e l'altro.
Tenuto in vita a tentoni dalla linfa altrui, quella d'onorificenze prescelte, vittime sacrificali d'un bagno di sangue o di vere e proprie carneficine, costruite su misura d'ogni smanioso attorcigliarsi delle viscere d'un cacciatore di prede a dir poco eclettiche da consumare.Ha fiuto, Manuel.
Risulta esser sempre in grado di cavarsela, e di molteplici anime prelevate con l'ignobile scopo di usufruirne per impedire alla sua esistenza di venir messa a tacere nell'immediato, solo poche nel corso del tempo paiono averlo reso del tutto scontento, piuttosto che allietato dalle solite attività di reclutamento intermittente di soggetti d'ogni forma ed entità da cui estirpare nutrienti.
Qualcuno, di tanto in tanto, pur se in quantitativo ridotto, persino dalle dubbie fattezze.
Sovente è infatti, per uno come lui, forse ancor più di quanto può considerarsi frequente la tendenza ad approvvigionarsi d'individui poco piacenti, evitare di lottare per la sopravvivenza e comprendere di non dover compiere né scelte azzardate, né sacrifici destinati a tutelare l'eventuale integrità della controparte, ancor prima che la propria.È sete, ma si tratta pur sempre anche di fame.
Di appetito universale e univoco, disposto a rimpinzarsi, a cullarsi sulla presenza di materie prime di specifica e rara provenienza, ognuna distinta da quella d'un'altra sulla base del sapore, del colore e della vischiosità.
STAI LEGGENDO
sapore (o la fame) - simuel
VampireSimone possiede il sangue più dolce che si possa desiderare di bere, e Manuel lo sa bene. [Nient'altro che una ulteriore simuel ! vampire au (perché non sono mai troppe)]