iii. ritorno all'auradon prep

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( E S M E )

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( E S M E )

La settimana passò in una serie di momenti scomposti, indefiniti e nebbiosi. La mente di Esme vagava come non faceva da quasi un anno, i pensieri invasi da decine di "e se", centinaia di "forse", migliaia di "magari".

Seguiva gli ordini che le arrivavano come un disco rotto, gli occhi bassi come sempre, i movimenti lenti, i passi pesanti. Ad uno sguardo esterno poteva sembrare che nulla fosse cambiato, ma Esme sapeva non fosse così.

Ogni lieve brezza, ogni parola, ogni raggio di sole che filtrava dalle finestre del castello, serviva a ricordarle le parole di Audrey: fuori da quelle mura, a Parigi, tra le guglie di Notre Dame, sua madre era ancora viva. Debole, sola, non più la donna splendente che era stata appena un anno prima, ma viva.

Tale madre, tale figlia diceva un proverbio.

I suoi amici erano da qualche parte là fuori, colmi di chissà quale stupido sentimento e mossi da chissà quale stupida speranza. Richard era lì a combattere, per Auradon, per i Buoni. Forse per lei.

"Ti giuro sulla mia vita che non c'è stato un giorno in cui non volesse buttare giù la porta del Maniero dei De Mon e tirarti fuori di lì".

Esme si ritrovò ad ammirarlo per l'ennesima volta in vita sua.

Nonostante tutto, continuava a muoversi.

Quella mattina, Mal aveva annunciato alla servitù che sarebbe partita per circa un mese, la destinazione niente meno che l'ex Auradon Prep. Carlos l'avrebbe seguita e di conseguenza Esme e Cèline con lui.

La principessa non sapeva di preciso il motivo di tale visita, ma immaginò coincidesse con questo breve stop fatto ad Auradon City.

Mentre aiutava a caricare i bagagli in macchina, il sole aveva appena iniziato a fare capolino tra i grattacieli della metropoli. Un paesaggio collinare si estendeva appena più ad ovest, e ancora più in là una fitta foresta che Esme conosceva molto bene.

Fu in quel momento che le venne l'idea.

Richard aveva ancora la forza di andare avanti, lottare per riavere la sua vita e quella di tutti, ma ad Esme non serviva niente del genere.

A lei bastava rivedere sua madre.

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L'Auradon Prep era più cupa di come la ricordava. O probabilmente lo era sempre stata e lei era solo stata così ingenua da non rendersene conto.

Cèline le disse che, in realtà, quel nome non veniva più usato nelle mappe ufficiali del regno. Ormai l'edificio non fungeva più da scuola, ma aveva bensì ripreso la sua vecchia identità di base militare.

Anche se, a dirla tutta, base militare non era proprio il termine che avrebbe scelto per descriverla.

Più che altro era . . . vuota. Triste. Silenziosa. Probabilmente non ci vivevano più in molti.

𝐋'𝐄𝐓𝐀' 𝐎𝐒𝐂𝐔𝐑𝐀, descendants²Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora