Kathleen's point of view
Parigi, 2024
Quando dissi a nonna Ophelia che un giorno avrei lasciato Brighton, lei sorrise. Disse che non importava quanto lontano sarei fuggita, se avessi continuato a trasportare i mattoni del mio passato, non avrei fatto altro che costruire sempre la stessa casa.
Ed io ci pensavo costantemente, era diventato un chiodo fisso da quando lei non c'era più.
Con la testa poggiata contro il finestrino del treno dall'aeroporto al centro di Parigi, non riuscivo a fare a meno di sentire il peso di quei mattoni. Però, per la prima volta in vita mia, ero decisa a ricominciare da zero, a lasciarmi alle spalle il passato e svuotare le mie tasche da tutti i pesi superflui che, fino a quel momento, mi avevano impedito di trovare il mio posto nel mondo.
Il ronzio della metropolitana si mescolava con il battito irrequieto del mio cuore. Mentre il treno sfrecciava attraverso i tunnel, offrendo di tanto in tanto scorci della città, la luce del sole si proiettava sul mio viso, rispecchiando l'eccitazione che mi palpitava nel petto. Non riuscivo a credere di essere davvero a Parigi, la città delle luci, dell'amore, il luogo che per anni avevo soltanto potuto sognare, quello che avevo esplorato tramite Google Maps un'infinità di volte, immaginandomi sulle rive della Senna, a dipingere ed osservare l'arte tutt'intorno a me.
Quando, attraverso i finestrini della metro, intravidi la Torre Eiffel, il mio cuore saltò un battito.
Quasi sussultai e mi tirai su di scatto, afferrando la maniglia sopra la mia testa per mantenere l'equilibrio, dondolando con il movimento della carrozza mentre osservavo ammaliata i primi attimi di quella che sarebbe diventata casa mia.Le mie labbra si piegarono in un sorriso che mi scaldò il petto, non mi ero mai sentita tanto piacevolmente disorientata.
Per la prima volta la mia vita era la mia vita, ed abbandonare una routine a cui ero stata abituata per ventinove anni mi terrorizzava, ma l'idea di poter cominciare a scrivere una nuova storia, consapevole di avere in mano la penna con cui dare inizio al primo capitolo, era incredibilmente appagante.Tornai a sedermi con un sospiro incredulo e scossi leggermente la testa, lasciandola nuovamente ricadere contro il finestrino.
Avevo un trolley di dimensioni decisamente esagerate bloccato fra le gambe, affinché non svolazzasse qua e là per la carrozza, uno zaino sul punto di esplodere occupava il posto accanto al mio e tenevo la mia tote bag ben salda su una spalla.Mi concessi un momento per guardarmi attorno.
Nonostante non avessi ancora effettivamente messo piede in città, già mi sembrava tutto così diverso da Brighton.Il mio sguardo viaggiò fra i passeggeri, mi chiesi quali fossero le loro storie. Provai a leggerle nelle linee incise sul volto di quello che doveva essere un uomo d'affari, vestito di tutto punto con un tailleur impeccabilmente stirato, mentre le sue dita volavano sulla tastiera dell'IPhone. Oppure negli occhi stanchi, ma felici, di una madre che tentava di contenere le risatine dei suoi tre bambini, tutti sotto i cinque anni.
O nell'anziano seduto nell'angolo più remoto della carrozza, rannicchiato su sé stesso con un taccuino in bilico sulle ginocchia ed una matita fra le mani, i suoi polpastrelli macchiati di grafite.
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High Tides
Romance«Finché le onde continueranno ad infrangersi e le maree continueranno a cambiare.» © All Rights Reserved.