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Dormivo beatamente, immersa in un sogno piacevole e senza pensieri. La tranquillità del sonno mi avvolgeva come una coperta calda in una fredda notte d'inverno. Mi sentivo leggera, libera da preoccupazioni e problemi, galleggiando in un mare di serenità.

Improvvisamente, un rumore assordante spezzò quella pace. La sveglia di Claire esplose nella stanza, risuonando come un allarme d'emergenza. Mi svegliai di colpo, confusa e irritata. Perché Claire aveva messo una sveglia di sabato? Volevo dormire ancora, affondare di nuovo nella dolcezza del sonno.

Mi alzai decisa, con un misto di frustrazione e determinazione. Mi avvicinai al letto di Claire e la strattonai leggermente. Lei mormorò qualcosa contro di me, visibilmente infastidita per essere stata svegliata.

"Perché hai messo una sveglia di sabato?" chiesi, cercando di non sembrare troppo irritata.

Claire balbettò qualcosa di incomprensibile, poi improvvisamente balzò in piedi come se si fosse ricordata di un impegno importante.

"Oh mio Dio, avevo dimenticato!" esclamò, con gli occhi spalancati e l'aria colpevole. "Devo fare una cosa super importante!"

La guardai, ancora mezzo assonnata e con un'espressione interrogativa. "E cosa sarebbe così importante da svegliare tutta la stanza con questa sveglia infernale?"

Claire cominciò a spiegare freneticamente il motivo, ma io la osservavo con un misto di divertimento e incredulità. La sua energia frenetica era quasi contagiosa, e non potei fare a meno di sorridere.

"Va bene, va bene," dissi, alzando le mani in segno di resa. "Vai a fare quello che devi fare. Io cercherò di tornare a dormire, anche se sarà difficile dopo questo risveglio traumatico."

Claire mi guardò con un sorriso di scusa. "Scusa, Ava. Non volevo svegliarti così presto."

Scossi la testa, sorridendo. "Non preoccuparti. La prossima volta, magari, imposta la sveglia a un volume più umano."

Lei ridacchiò e corse fuori dalla stanza, lasciandomi sola con i miei pensieri. Tornai a letto, cercando di riprendere il sonno interrotto, ma ormai ero troppo sveglia. Guardai il soffitto, cercando di trovare la pace che avevo perso. Almeno la giornata era iniziata con una nota divertente.

Tutto questo solo per andarsi a fare le unghie per la festa.

L'aria nella mia stanza sembrava vibrare di anticipazione mentre contemplavo il mio vestito appeso,ansiosa per la sera. Lo sguardo allo specchio mi rivelò un volto stanco e trascurato, i capelli in disordine come quelli di uno spaventapasseri. Era chiaro che avrei dovuto dedicare un po' di tempo a un vero e proprio restauro.

Mi feci una doccia veloce per rinfrescarmi dal caldo opprimente, e poi scelsi una tuta leggera, faceva ancora troppo caldo per vestirsi troppo pesantemente.

Mentre cercavo di concentrarmi sugli studi, una telefonata improvvisa interruppe il mio tentativo.
Era Claire, con la sua frenesia contagiosa,mi disse che saremmo andate dal parrucchiere. Mi sentii felice dal fatto che la mia amica mi volesse includere nei suoi piani, anche se desideravo di avere più soldi per poter partecipare completamente, quindi cercai di declinare l'invito.

Claire insistette e, nonostante non la conoscessi da molto tempo, sapevo che non si sarebbe arresa facilmente. Accettai quindi e corsi di sotto, dove Claire mi aspettava con la sua macchina.

Entrammo nel negozio di parrucchieri nel cuore di New York, e subito mi resi conto che non sarei uscita da lì con molti soldi nel portafoglio. La vetrata, una distesa di cristallo che si estendeva dal pavimento al soffitto, offriva una visione panoramica del caos ordinato delle strade della Grande Mela, mi sentivo come in un film.

   PASSIONE PROIBITA: l'intrigo dell'etàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora