Pov Jessica
"Eyes don't lie" Isabel LaRosa
Non so perchè.
Non so perchè mio padre mi abbia infilzato un coltello nello stomaco e perchè mi abbia tirato uno schiaffo sulla guancia. Forse perchè è ancora un malato mentale che si fa di droghe. Forse perchè con il suo stipendio si ubriaca e paga troie al posto di comprarsi da mangiare o di trovare un alloggio.Tutto è iniziato quando avevo cinque anni e mio padre è stato licenziato dalla banca in cui lavorava e pensava fosse colpa della sua famiglia e di mia madre. Così, al posto di andare da uno psicologo per farsi curare o di cercare un nuovo lavoro, decise di scappare di casa e andare chissà dove a farsi di droghe. Da quel giorno non lo vidi entrare più in casa mia, fino all'anno scorso, quando, chissà perchè, tornò e io iniziai a pensare fosse cambiato, ma mi sbagliavo.
A quanto pare ha trovato un nuovo lavoro, ma continua a drogarsi, quindi tutto il suo stipendio lo usa per comprare la droga.
E adesso, oltre a essere un malato mentale e un drogato, è pure ricercato dalla polizia per tentato omicidio verso sua figlia.
La notizia è già su tutti i telegiornali, si parla solo di questo, al momento. Chiunque lo veda potrà denunciarlo e poi verrà arrestato. E sta volta non potrà scappare molto lontano.Ad interrompere i miei pensieri è l'entrata di una figura dalla porta.
Non capisco chi è, le serrande della finestra sono chiuse e non si vede bene.
La figura accende la luce della camera, ancora spenta, e capisco di chi si tratta.
È Henry.
<<Dormigliona..>> allora è così che mi chiama...
<<mhh>> rispondo io
<<oggi si torna a casa>>
<<cosa? Ma non mi hanno nemmeno visitata>>
<<io direi che stai molto meglio, e comunque verranno a visitarti presto>> dice lui porgendo la sua mano per farmi alzare e, io, la afferro.
<<come sono andati gli esami di maturità?>> chiedo io
<<Bene, tu quando li farai?>> cazzo, non ci avevo pensato. Non mi è arrivata nessuna comunicazione, che io sappia.
Prendo il telefono posato sul mobile dell'ospedale da giorni. Mi ritrovo tantissime notifiche e poi un' e-mail.
È la dirigente della scuola. Dovrò fare l'esame giovedì, esattamente tra una settimana.
Per fortuna ho studiato prima che mio padre provasse a uccidermi.
<<giovedì, tra una settimana esatta>> rispondo alla domanda di Henry
<<perfetto, puoi dirmi co->> ad interrompere Henry è l'entrata del dottore.
<<Buongiorno signorina>> saluta il dottore
<<Buongiorno anche a lei>> rispondo sorridendo io
<< come si sente?>>
<<meglio, quando andrò a casa?>>
<<oggi stesso, ma dovremmo darle una lista sulle cose che potrà e non potrà mangiare per questa settimana>>
<<perfetto>>rispondo io
<<Bene, allora...>> dice guardando la lista e poi continua << potrà mangiare solo latticini e proteine, niente cose dolci come le caramelle e niente bevande frizzanti o alcolici e superalcolici>> termina.
<<non bevo mai superalcolici, ma posso mangiare la pizza?>>
<<si, ma quella senza glutine>> cosa? Senza glutine? Ho sentito bene? La pizza senza glutine è la cosa più brutta di questo mondo, io non la mangerò nè ora nè mai. Preferisco evitare la pizza per una settimana.
<<dovrà venire a fare un controllo tra una settimana, venerdì>>
<<perfetto, grazie>>
<<si figuri signorina, è il mio lavoro, ci vediamo venerdì e buona giornata>> risponde il dottore e dopo esce
<<anche a lei>> rispondo prima che chiuda la porta.
<<cosa stavi dicendo Henry?>> chiedo dato che prima che entrasse il dottore stava per dirmi qualcosa.
<<Se potevi spiegarmi come ti sei fatta male>>
<<non mi sono fatta male da sola>> inizio io per poi continuare <<è stato mio padre, gli stavo dicendo una cosa che lo ha fatto arrabbiare e lui mi ha tirato uno schiaffo e poi, non so come, ha preso un coltello e lo ha infilzato nel mio stomaco, per questo per una settimana non potrò mangiare determinati cibi>> Dopo aver terminato guardai Henry negli occhi per capire cosa stesse pensando. È arrabbiato, con mio padre penso, e guarda un punto fisso davanti a sè. Solo dopo mi accorgo che sta fissando la mia pancia così, istintivamente, appoggio una mano su essa e questo gesto mi provoca dolore e mi ritrovo leggermente piegata in avanti.
Henry toglie la mia mano per non provocarmi ancora dolore e poi mi guarda ancora per poi pronunciare:
<<lo ammazzo>> e io mi ritrovo ad abbracciarlo e a sorridere perchè questo mi fa capire che ci tiene a me.Henry scioglie l'abbraccio e, ritornando a sorridere, mi aiuta a prendere le mie cose per portarmi a casa. Mia madre è venuta poco a trovarmi in ospedale perchè deve lavorare e mio fratello ha avuto gli esami come anche Thomas e Jasmine. Anche Henry ha avuto gli esami, ma lui li aveva la mattina quindi è venuto a trovarmi ogni giorno.
Ci mettiamo in macchina e penso che da quando sto con Henry mi dicono che sono cambiata, che sono diventata più forte di prima, che vorrebbero diventare come me, ma non sanno di tutte quelle volte in cui avevo bisogno di un abbraccio ma non c'era nessuno. Di quante volte ho detto "sto bene" mentre cercavo di soffocare tutto il dolore dietro a quel sorriso. Di quante volte mi sentivo sola in mezzo alla gente. Di quante volte le persone che avevo vicino mi hanno fatto sentire sbagliata, ma c'era Jasmine con me in quei momenti. Di quante volte mi sono fatta forza da sola, di tutte quelle volte in cui mettevo il cuore e non veniva mai apprezzato. Non sanno di quante volte mi sono preoccupata più degli altri che di me stessa, nessuno sa quanto cuore ho perso. Quanto è stato difficile smettere di aspettarmi sempre qualcosa dagli altri e cercarla dentro di me. Solo io lo so e tutte quelle persone che provavano la stessa cosa, ma io vi dico che questi momenti di buio e di tempesta finiranno e arriverà la luce, perchè dopo la tempesta spunta sempre il sole. Tutte le nuvole in cui avete perso voi stessi scompariranno, e vi ritroverete, come è successo a me.
Il vostro sole non deve essere per forza una persona che vi stravolge la vita e vi conquista il cuore, come è capitato a me. Può essere anche un amico o un evento a farvi riaprire gli occhi.Ciao ragaa♡☆ anche oggi aggiornamento! Sono felice che la storia vi stia piacendo, molte persone che leggono la storia e che mi conoscono mi fanno sempre i complimenti e questo mi fa sentire molto bene! Volevo dirvi che tutto quello che ho scritto alla fine è ciò che ho provato io qualche mese e se lo avete provato anche voi non c'è nulla di vergognarsi dei momenti in cui vi rendete conto che non state bene psicologicamente captano a tutti sono cose che si presentano nella vita quindi state tranquilli e se state male non dovete sorridere, dovete solo buttare tutto fuori e, fidatevi, vi sentirete più leggeri.
Ora basta con i momenti "sdolcinati" dovrei andare a farmi lo shampoo🤭
Bacioness e al prossimo capitoloo☆♡
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Lethal-Amore È La Risposta
Romance"Amore è la risposta" è il primo libro della trilogia:"lethal". "Sei il mio pensiero più bello, il pensiero che riempie la mia mente e il mio cuore". Jessica e Henry sono due ragazzi che sono completamente l'opposto. Lei va all'ultimo anno di liceo...