1.
E fu un'altra volta che sento il suono monotono delle campane. Nel silenzio, vedo tanta gente, tutti vestiti di nero, avvicinarsi alla chiesa. "Chissà quanta gente falsa sarà venuta al suo ultimo saluto" penso fra me e me. Abbasso lo sguardo e vedo mio fratello circondato da tante persone, vicino a lui c'era Brian, il ragazzo che si crede forte mettendo sotto pressione gli altri. Lui è così, è come quasi tutti i ragazzi su questo pianeta che prendono in giro le persone, sia maschio che femmina per sentirsi più sicuri di se stessi o più forti degli altri. Ha una statura media, i suoi capelli sono castani chiari, ha gli occhi che alla prima vista sembrano marroni, ma se ti avvicini sono verdi con delle sfumature marroncine. E' uno dei ragazzi di cui pensi che ti puoi fidare ciecamente, ma il giorno dopo lo sa mezza scuola quello che gli hai raccontato.
I miei pensieri furono interrotti da una voce conosciuta, chiamare il mio nome. -Azzurra, Azzurra, mi senti? La lezione è finita- era il professore di fisica, mamma mia quanto odio questa materia, l'avevo solo scelta per sentire la voce del professore, roca e sicura delle parole che escono dalle labbra carnose, ma soprattutto per vedere il fascino del professore quando gesticola parlando.-Va bene signore- risposi, guardando l'orologio che portavo al polso. –oddio, è già così tardi, mi dovrò sbrigare se voglio prendere l'autobus-. Prendo la cartella, metto tutti i libri e l'astuccio dentro e scendo le scale di corsa. Dopo una ventina di scale apro la porta d'uscita della scuola e corro, come se volessi vincere una maratona, verso la fermata dell'autobus." Menomale, giusto in tempo" pensai.
Cerco mio fratello, si era già seduto su un sedile e aveva anche occupato un posto per me. Grazie fratellino, anche se sei un mostriciattolo, sei gentilissimo.- dico io. Come al solito mio fratello ed io non abbiamo aperto bocca, per non aprire argomenti inadeguati. Ad un certo punto vedo una ragazza con un sorriso spento sedersi da sola. Era alta, con i capelli lunghi e di colore viola chiaro, aveva le scarpe nere, un cappotto marrone, un cappello di lana di colore nero e una sciarpa lunga addosso. Era perfetta, bellissima. Sembrava nascondere qualcosa che voleva dimenticare. Volevo sedermi vicino a lei e parlarle, anche se avremmo poco da dirci. Mi convinsi di cambiare posto, quindi avvicinarmi al suo sedile. L'importante è che lei sa che qualcuno l'ha notata, anche se per lei quel "qualcuno" è un "nessuno" e poi è brutto non essere notati, anche non da quel "nessuno".
Ad un tratto l'autobus si ferma ed entrano una ragazza e un ragazzo. Lei aveva una statura media, i suoi capelli erano mossi e marroni, i suoi occhi erano pieni di sentimenti mai ricevuti. Lui era un po' più alto di lei, i suoi capelli erano di un biondo scuro magnifico, gli occhi erano blu oceano, meravigliosi e pericolosi allo stesso tempo. Tutti e due innamorati pazzi l'uno per l'altro.
Mi alzai senza dire niente a mio fratello, andai verso la ragazza seduta da sola, ma vidi entrare Brian, questa volta era da solo. Molte persone vogliono stare sole, quando vogliono pensare, o perché non hanno nessuno con cui parlare. Ma Brian no, quando lui stava solo era perché combatteva con le voci nella sua mente e quelle intorno a lui. Mi girai lentamente, senza fare passi sbagliati, per non farlo distrarre, ritornando da mio fratello.
Come tutti i giorni mio fratello ed io eravamo uno degli ultimi a scendere dal bus. Abitiamo con nostra madre e padre in un paesino lontano dalla scuola, circondato da alberi e da poche case.Mio fratello ed io eravamo a casa da soli, come sempre. Nostro padre lavora in una agenzia di viaggi e quando torna la sera lo potevo vedere solo per cena. Nostra madre è una infermiera a tempo pieno durante i giorni lavorativi. Di sicuro pensate che abbiamo tanti soldi e che la nostra vita sarebbe una fiaba, ma no, voi non sapete com'è avere dei genitori che non ci sono mai per i propri figli, e se lo sapete, mi dispiace tanto.Come quasi tutti i giorni andai nella mia stanza e mio fratello rimase sotto a vedere la televisione. Mi chiusi nella stanza e mi addormentai ascoltando la mia canzone preferita.
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Survivors
Short StoryI grandi spesso ci dicono che l'adolescenza è solo una fase, una fase bellissima e che dopo questa si inizia a vivere. Ma la verità è che i grandi non si ricordano per niente comè essere adolescienti, quanto uno soffre per uscirne da questo viaggio...