Zane
Quattro maledettissimi giorni e di lei zero notizie. Non volevo sembrare in astinenza da Iris ma dovevo vederla perché avevo bisogno di parlare delle gare. Non mancava molto prima della prossima gara e lei non si era ancora presentata allo studio di Susan.
Avevo provato ad andare a casa sua ma nonostante citofonassi, lei o non rispondeva mai o non era in casa. Era un cinquanta e cinquanta.
Ero confuso... non capivo il motivo di un allontanamento così immediato. Non dopo quello che c'era stato fra di noi.
Ci pensai su a lungo ma non c'erano altre soluzioni, dovevo andare nel ristorante dove lavora. Solamente lì avrei avuto la possibilità di affrontarla e capire cosa non andasse.
Mentre raggiungevo il ristorante ripensai a Iris sotto al mio corpo e detestavo non averla sfiorata per quattro lunghi giorni. Accelerai quando vidi che mancava poco per arrivare al ristorante.
Guardai l'orario, ero puntuale. Iris sarebbe uscita in quell'esatto momento. Come non detto vidi Iris uscire dalla porta sottobraccio al ragazzo ricciolino. Strinsi i pungi e scesi dalla macchina.
«Iris!» urlai dato che ero ancora distante da lei.
«Zane?» sembrò stupita di vedermi lì. Il suo amico mi guardò dal basso verso l'alto ma lo ignorai.
«È da quattro giorni che cerco di contattarti e tu non ti fai sentire. Sparisci sempre. Cos'è? Pensavi che dopo la prima gara non ce n'è sarebbero state altre?» le chiesi. Lei sciolse la presa dal suo amichetto e mi venne incontro infuriata.
«Non parlo con te. Sei un bugiardo» mantenne un tono di voce calmo.
«Di cosa diavolo stai parlando?» le chiesi e lei scosse il capo.
«Edwin prendi pure l'auto, andiamo via da qui», Iris si voltò a guardarlo e lui annuì. La ragazza rossiccia riportò lo sguardo su di me.
«Edwin non aspettare Iris. Lei viene via con me, abbiamo una gara da preparare» ordinai mantenendo lo sguardo di sfida che Iris mi stava lanciando.
«Iris, penso che sia meglio che io vada...non voglio problemi e poi se hai davvero una gara da preparare ti conviene andare. Ci sentiamo più tardi» le disse il ragazzo e lei sbuffò. Sorrisi divertito prima di prenderla per mano e trascinarla verso la macchina.
«Va bene Edwin, ci sentiamo» lo salutò Iris prima di prenderla per mano e trascinarla verso la mia macchina.
«E se non volessi salire?» mi sfidò.
«È l'ultimo dei miei problemi farti salire» dissi e lei alzò gli occhi al cielo.
«Perfetto. Io non salgo su quella macchina» incrociò le braccia e picchiettò il piede sul suolo.
«Se la metti così...» mi avvicinai a lei e mi abbassai all'altezza della sua vita. Sul suo viso era dipinto uno sguardo perplesso. In meno di un secondo le afferrai le gambe e me la caricai come un sacco di patate sulla spalla sana.
«Zane mettimi giù! Ora!» strillava, calciava e mi tirava sberle sulla schiena. Non mi faceva male, anzi se fosse stato per me l'avrei tenuta per tutto il tempo in quella posizione.
Mi avviai verso la portiera, la aprii e misi Iris seduta sul sedile del passeggiero. Il suo viso urlava la frase: "ora ti ammazzo". Mi piegai per allacciarle la cintura e le stampai un bacio sulla guancia sperando di addolcirla ma invano. Mi sbrigai a salire sul veicolo e a partire.
«Avevo degli impegni questo pomeriggio»
«Li rimanderai. Devi prepararti, hai una gara a Los Angels tra meno di due settimane»
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Spinning Love
Romance🦋La storia è momentaneamente in fase di modifiche🦋 La vita le ha sempre insegnato di rimanere al suo posto, di non essere eccessiva, di non attirare troppo l'attenzione e di non fare più di quello che era tenuta a fare e sapete cosa ha deciso di f...