5 Giugno 2024 - ore 16:30 faceva un caldo assurdo, ero vestita con una camicetta bianca a righe celesti, il pantalone elegante celestino, scarpe bianche da ginnastica che risaltavano la mia statura minuta. raccolsi per metà i miei lunghi capelli scuri con un elastico. Ero appena arrivata fuori dal negozio, posai la bicicletta al solito posto dove lavorai come commessa di abbigliamento e accessori, attesi l'arrivo di Lea de Angelis alias "la ragazza giramondo" la figlia della titolare che mai vidi poiché fu sempre intenta a rincorrere il sogno di viaggiatrice influencer. La conoscevo solo tramite i social IG. Fui abbastanza curiosa ed eccitata a riguardo. Poiché era il mio idolo in un certo senso. Amavo il suo modo di divulgare contenuti e il modo in cui raccontava gli usi e costumi delle città che visitava. Mi faceva anche ridere con i suoi momenti folli tratti dal diario di viaggio condiviso con le amiche su Tik Tok. Non potevo credere che il mio sogno si stava avverando. In quel momento di attesa mi mandò per la prima volta un messaggio con scritto: << arrivo tra 15 minuti, prendi il posto>> Esclamai dentro me - O mio dio, ha il mio numero di cellulare... e ora che faccio? Le Rispondo? No, sono troppo euforica all'idea di poterla conoscere tra qualche minuto. Non stavo più nella pelle tant'è che ero davanti la saracinesca del negozio con un sorriso gigantesco. Accanto a me c'erano i soliti anziani che parlarono di pesca e della società che va a rotoli. Uno di loro mi guardò ed esclamò:<< ah, dove finiremo!>> non m'importò nulla dei loro pensieri e parole nei miei riguardi. Sapevo bene che era riferito a me e alla mia palese presenza lesbica abbastanza evidente. In quasi un anno di lavoro. Riconoscevo ogni loro battibecco e riconoscevo persino il rumore dei loro passi e profumi, era diventata abitudine anche l'arrivo di Michelangelo un uomo simpatico di 60 anni, guidava il suo vecchio ciao blu vintage, si tolse il casco scese dalla sella si piantonò proprio davanti a me e con la dolcezza di uno zio premuroso mi salutò con un bacio sulla guancia. Mentre ridevo della stupidità di quegli uomini sbalorditi nel vedere la scena. Presi dalla borsa in pelle di Errico Coveri YY la penna con un piccolo diario e iniziai a scrivere tutto quello che mi venne in mente in quel momento. Finalmente trascorsi i 10 minuti, arrivò Lea con la sua BMW nera. Colei che prese il posto di sua madre a causa di un infortunio domestico che la costrinse a restare ferma per diversi mesi. C'è da dire che la signora Fiorella era anche piuttosto invecchiata, non ce la fece più a tenere il ritmo frenetico del lavoro, specialmente se si tratta di un negozio grande da gestire su tre livelli. Cui uno per sole donne/ bambine, uno per solo uomo/bambino e uno per articoli vari tra giochi, accessori da viaggio e per la casa. Lo so, vi starete chiedendo un così grande negozio e una sola commessa? Un negozio " Outlet delle firme" Beh che dire quel giorno la mia collega Beatrice non poté venire poiché fu impegnata per i preparativi matrimoniali. Così tutto il peso fu scaricato sulle mie spalle. Ci mettemmo d'accordo che il giorno seguente sarebbe toccata a me la giornata libera e senza discuterne troppo. Mentre posai il diario e la penna nella borsa, curiosa ed euforica appena vidi Lea scendere dall'auto costosa, per prima cosa saltò subito agli occhi la maglietta nera a mezza manica infilata nei pantaloni grigio perla, una vistosa fibbia di LV cinse di nero la vita. Indossò le scarpe della stessa firma. Capelli lunghi castani lisci. Il corpo sembrò scolpito da Antonio Canova. Non mi diede il tempo di presentarmi che abbassando gli occhiali da sole anche quelli firmati mi guardò con freddezza, mentre ero super eccitata all'idea di averla davanti a me e disse : ≪ che fai li impalata? non si apre da solo il porta bagagli. Forza! che aspetti?>> Senza ombra di dubbi " la ragazza giramondo" non era per niente la ragazza che mi aspettai di incontrare. Non fu per niente come la conobbi sui IG e Tik Tok. Non pareva neppure lei. Viso cupo è un'aria piuttosto prepotente e di superiorità. Eppure la signora Fiorella mi raccontò di lei come una ragazza solare, esattamente come immaginai attraverso i social, ma era tutto all'infuori che una ragazza felice e cordiale. Sentii subito una cappa pressante cosa che la signora madre non fu per niente così. Non mi piacque per niente il nostro primo incontro, fu come aver incontrato un'istrice. Sapete quell'animale bianco e nero con gli aculei lunghi? beh quella era l'idea che mi ero fatta di Lea, la ragazza giramondo, quel nomignolo non credo le si addice quanto- Lady Boss. Avevo la delusione in circolo come quando ti iniettano un siero e ti senti scombussolata. Ma tutto era stato alterato dall'aspettativa sbagliata che mi ero prefissata. Idealizzare le persone, non c'è cosa più peggiore al mondo che cadere in questa assurda trappola. Così tornando a quel momento, senza dire una parola aprii il porta bagagli e iniziai a scaricare la merce, Lady boss alzò la serranda aprì la porta del negozio ed entrò. Accese le luci, controllò la cassa, poi prese il cellulare mentre mettevo la merce in uno dei tre camerini a disposizione. Era un continuo via vai, sudai persino l'acqua del battesimo in quel momento talmente lo sforzo era abnorme e nemmeno si degnò di aiutarmi, cosa che la signora Fiorella pur avendo raggiunto l'età di 58 anni spostava addirittura gli scaffali di quel negozio pur di non vedermi svenare da sola per tanta fatica. Mi fermai per un secondo per prendere una boccata d'aria e di punto in bianco sentii di pronunciare il mio nome proprio nelle orecchie ad alta voce: << Lia, tra poco arriverà il camion con l'altra merce. Cosa fai lì? inizia a mettere l'anti taccheggio a questi vestiti, e fai spazio nella corsia di mezzo>> sobbalzai per lo spavento allorché risposi mentre deglutii la saliva:<< ok, va bene>> presi lo scatolo dell'antitaccheggio e iniziai a clippare i vestiti. Dissi poi insicura di volerla disturbare:<< Boss, sua madre mi faceva appendere tutto nel camerino e al prezzo ci pensava lei>> fu intenta a guardare il cellulare quando ad un certo punto mi guardò con la coda dell'occhio con fare piuttosto irritato e rispose con arroganza posando il telefono sotto il banco e prendendo la prezzatrice:<< tu continua a fare il tuo lavoro, al prezzo ci penso io>> fece un giro per il negozio e aggiunse: << qui c'è da cambiare la disposizione delle robe. Non mi piace così com'è arredato>> aggiunse ancora una volta mentre io continuai a mettere apposto la merce:<< sei scema o fai finta di essere sorda? >> mi recai di corsa verso lei con disappunto, non capii il motivo di tanto astio nei miei confronti così stufa del suo atteggiamento risposi senza paura di sfidarla:<< mi scusi ma ci sono modi e modi per dire le cose. E poi, prima mi dice di sistemare le robe poi mi vuole fare spostare gli indumenti da un'altra parte. Se ha la luna storta non se la preda con me>> mi fulminò con lo sguardo e disse:<< come osi rivolgermi così la parola. Ma sai chi sono? >> stavo per risponderle quando continuò ad attaccarmi:<< Ti ricordo che io sono la padrona e tu >> la guardai con disgusto per la sua prepotenza e risposi:<< lo so bene chi e cosa è lei e qual è il mio posto, non c'è bisogno di sottolinearlo.. con permesso ora vado a servire i clienti>> ancora una volta fui estremamente delusa per l'idea che mi ero fatta di lei, incrociai lo sguardo dei clienti che in quel momento misero piedi dentro il negozio un giorno fa vissuto dalla signora Fiorella e si resero conto dell'aria nera che tirò in quel pomeriggio caldo ma freddo allo stesso tempo. Clienti per giunta abitudinari mi guardarono e domandarono:<< O mio dio, povera a te. Lea è proprio un flagello in questi giorni>> aggiunse un'altra signora:<< ma non era andata in Egitto a fare compagnia alle mummie come lei?>> sorrisi furtivamente e domandai tornando seria:<< ciao signora, vuole una mano? sa già cosa prendere?>> la signora mi guardò e rispose:<< si cara Lia, ti ricordi di quella camicetta che ti dissi ieri sera?>> riposi mentre Lady Boss tornò alla cassa con il cellulare tra le mani:<< certamente, mi segua>> in quel momento entrò Erica un'amica della signora Fiorella che domandò verso Lady Boss: << Ciao Lea, allora pronta per questa nuova avventura?>> aggiunse poi sua cugina Elsa:<< madò, sembra che qualcuno ti abbia infilato un palo su per le chiappe, forza che tra qualche mese tornerai a viaggiare per il mondo>> domandò poi Erica:<< come sta la mamma?>> mi sorprese Elsa per come si rivolse verso Lady Boss che rispose sospirando: << sta bene, non vedo l'ora che si rimetta presto. Odio questo posto>> poi avanzò il passo verso me per vedere cosa stavo facendo. Erica mi guardò sorrise e disse sottovoce:<< tieni duro, infondo non è male come vuole fare credere>> la mia espressione facciale disse ciò che pensai in quel momento per poi tornare fredda e scostante verso la presenza di Lady Boss che con un sorrisetto maniacale e sopracciglio alzato disse:<< spero di essere all'altezza di questo lavoro, anche se lo odio>> Erica posò un pantalone e una canotta elegante sul banco e rispose:<< datti tempo di adattarti un po'. E mi raccomando, tratta bene questa ragazza, perché è davvero speciale>> con la mano salutai Erica ed Elsa poi accompagnai la signora a provare la camicia nel camerino. Lady Boss accese la cassa Bluetooth e mise la sua playlist preferita tra cui c'era Taylor Swift. con la canzone "Cruel Summer" . << Ironia del destino >> - esclamai mentre mi incamminai verso la cassa. Lady Boss sospirò nervosamente, prese la busta con dentro delle magliette e disse:<< queste vanno appese, metti la taglia e metti il prezzo >> prima di uscire fuori a fumare la sigaretta aggiunse:<< quelle con la scritta costano 10 euro, le altre in busta 14...ok?>> - << va bene, boss>> poi esclamò continuando a guardarmi agguerrita:<< e smettila di chiamarmi Boss>> ero intenta a fare ciò che mi aveva chiesto quando ad un certo punto la mia mente ancora una volta nel giro di una settimana mi giocò lo scherzo di cancellare come se fosse una lavagna ciò che scrissi con il gessetto della memoria andato a farsi benedire. In quel momento tornando a quanto stavo facendo prima, ad aiutarmi fu Simona, una signora Rumena che mi veniva a trovare spesso che mi disse:<< 10 euro quelle che sono sul banco e 14 quelle nella busta>> presi una penna e un foglio e scrissi sopra i prezzi, Lea rientrò mi vide scrivere e domandò:<< cosa stai facendo?>> aggiunse poi mentre prese le grucce per sistemare le magliette:<< se hai problemi con la memoria perché non resti a casa e lasci spazio a chi vuole lavorare e magari è più brava di te?>> aggiunse ancora spingendomi lontano dalla cassa: << non capisco mia madre cosa ci abbia visto di buono in te. Carina si, ma >> Simona mi strinse la mano, la guardò con grande dispiacere e sussurrò mentre il suo figlio autistico mi abbracciò: << che, che brutta persona, mamma mia. E questa è la vera Lea.. altro quello che vuole far passare sui social.. >> mi sentii profondamente umiliata tant'è che pensai in quel momento di mollare tutto e andare via. Tanto non ero neppure assicurata. Poi pensai che era un comportamento infantile e che ne avevo passate di peggio così incassai il colpo ancora una volta e tornai a svolgere il mio lavoro, no non lo facevo per compiacerla o perché amavo farmi umiliare da lei. Non era divertente, forse per lei sì, dato che mi aveva presa per il suo scarica frustrazione personale. Mai come in quel momento desiderai che sparisse dalla mia vista. I miei occhi erano abituati a vedere una Lea totalmente diversa, e in quel momento mi domandai di che fine avesse fatto. Per la disperazione verso la sua presenza oppressiva entrai in bagno con la scusa di fare la pipì presi il cellulare dalla tasca del pantalone entrai sui social e smisi di seguirla. tanto forte fu l'astio che provai nei suoi confronti, anche se pensai che non gliene importasse nulla e che non se ne sarebbe neppure accorta dato il massiccio numero di follower. E di colpo ecco che come sintomo di stress e depressione per la vita che conducevo il corpo reagiva tremando e gli occhi si trasformarono in piccole dighe. Futili i tentativi delle barriere di indifferenza contro la furia dell'anima colpita da quegli aculei così taglienti. Mi venne in mente un suo video dove disse che non riusciva ad avere relazioni stabili con amici e amori e che non capiva il motivo, così uscii fuori dal bagno asciugandomi gli occhi e dissi:<< domandati del perché sei sola, domandati del perché chiunque ti abbandona. Perché forse non sei in grado di dimostrare empatia e amore. E lo nascondi facendo vedere la falsità attraverso i tuoi falsi sorrisi, il tuo falso entusiasmo di viaggiatrice. Il tuo falso buonismo>> aggiunsi poi mentre presi la borsa dallo spogliatoio:<< sai cosa c'è? hai ragione, una come me non merita di essere trattata male, di essere umiliata da una viziata incapace e sì, molto probabilmente tra pochi minuti non ricorderò nulla di tutto ciò, ma so che almeno nella tua mente resterà impresso e che le mie parole riecheggeranno nelle tue orecchie finché non ti toccherà l'idea di chiedermi scusa>> aggiunsi poi mentre stavo per uscire dal negozio con i clienti sbalorditi: << ora vedi di trovare una che sia brava quanto me a servire i clienti e che sappia parlare più lingue straniere contemporaneamente perché credimi, che tra poco ti servirà,>> Mi guardò esterrefatta per aver osato sfidarla e rispose mentre mi raggiunse e mi prese con forza dal braccio:<< dove credi di andare? non puoi lasciarmi da sola in questo maledetto buco di>> alzai le sopracciglia e dissi:<< non ti vergogni di insultare il duro lavoro di tua madre? >> Simona si mise tra di noi per dividerci e disse verso gli altri clienti:<< andiamo via, noi non ti vogliamo>> tutti presero il cellulare e inviarono messaggi e chiamarono Fiorella disturbandola nel suo riposo pomeridiano. Era sdraiata sul divano con in braccio il suo fedele cane Gilberto, un simpaticissimo barboncino dal manto color caffè. Prese il cellulare squillante da sopra il tavolino e lesse i messaggi: - Fiorella, sua figlia è molto maleducata. Ha cacciato Lia dal negozio. - Fiorella dolorante si alzò dal divano, prese il bastone per reggersi in piedi e zoppicando arrivò fino la porta di entrata, prese le chiavi aprii la porta chiamò l'ascensore difronte a sé, salutò un signore che uscì poi entrò e scese al piano terra. Era tutta smessa ma non le importò nulla, zoppicante e dolorante, attraversò la strada è in pochi minuti piombò dentro il negozio. Ero ancora tra le grinfie di Lady Boss che disse mentre mi braccò con forza contro la porta della vetrina :<< non puoi andare via, devi rispettare l'orario di chiusura>> risposi con disprezzo cercando di liberarmi:<< non intendo restare un minuto di più.. >> mi strinse i polsi le diedi un pestone sul piede mi scostai da lei e mentre mi voltai trovai Fiorella che esclamò:<< cosa sta succedendo qui!>> Lea sobbalzò mentre dolorante si toccò il piede . La signora Fiorella aggiunse posandomi una mano sulla spalla:<< tesoro mio, davvero vuoi mollare?>> con le lacrime agli occhi risposi:<< mi dispiace averle recato questo dispiacere ma non c'è altro modo, non intendo lavorare con sua figlia>> Fiorella si voltò verso Lea le lanciò un'occhiataccia significativa poi mentre corsi via e tutti i clienti lasciarono le robe sparse il negozio innervosita diede di escandescenza si avvicinò a lei e la colpì in volto con una energica manata disse:<< stupida viziata che non sei altro, come ti sei permessa di trattare male quella ragazza? eh? >> aggiunse poi zoppicante mentre raccolse gli indumenti dal pavimento:<< guarda, guarda per l'amor del cielo, non è mai successo in 30 anni della mia carriera che la gente è scappata lasciando in subbuglio il negozio, mai è successo che quella ragazza ha pianto per opera mia. Come ti sei permessa? >> la colpii ancora una volta in pieno viso e aggiunse:<< ascolta attentamente, mi dispiace averti dato da svolgere questo compito per qualche mese, ma di certo non posso lasciare il negozio in mano alle tue sorelle minori o di certo non posso tenerlo chiuso. Mi indebiterei e non posso permettermelo perché sappiamo entrambi che tuo padre è venuto a mancare quando tu stavi dove? ah si, alle isole di Phuket in Thailandia. Ti ho lasciata fare, ho pensato che era il tuo modo di sfogare l'emozione della perdita, ma, mi sono sbagliata, non t'importava e non t'importa neppure ora. Va bene, ci hai provato ma hai fallito. Non sai come gestire un'attività allora penso che anche con le condizioni cui riverso sia più giusto che lo gestisca io. E che tu chieda scusa a Lia. Non hai idea di cosa ha passato quella ragazza. E poi per me puoi anche sparire ancora una volta, tanto è quello che ti riesce meglio di fare. Non ti scomodare neppure a salutare le tue sorelle. Non abbiamo bisogno di te. Spero soltanto che tu faccia un altro tipo di viaggio, forse quello più sensato di tutti e pensa non devi spendere nessun soldo e non ci vuole neppure la carta d'imbarco>> Lady Boss si sentì di sgretolare come un castello di sabbia davanti la furia devastante di sua madre che aggiunse ancora una volta mentre la bloccò all'uscita: << ora dimmi perché Lia è scappata via, dammi un motivo valido per crederti>> Lady boss sorrise e ripose:<< ma guardati, tieni a quella ragazza come se fosse tua figlia, una sconosciuta smemorata che vale più di me?>> aggiunse poi mentre guardò il cellulare:<< non vedo cosa ci sia di speciale in lei>> Fiorella si trattenne al bastone bel saldato per terra e disse: << come osi! come osi insultare quella ragazza. Screanzata che non sei altro. Tu di lei non sai nulla, vergognati>> le urlò talmente forte in faccia che tutti fuori si affacciarono per vedere cosa stesse per accadere mentre Fiorella sedendosi sullo sgabello per la stanchezza aggiunse:<< sotto la luna di novembre dell'anno scorso nel cuore freddo di quella notte, Lia ebbe un incidente stradale dove perse suo padre e suo fratello di soli 16 anni. Ma la cosa che più mi rattrista è con essi ha perso anche la memoria. Va e viene a ondate, come quando vedi un film e ti ricordi di piccoli episodi e altri nemmeno sai che li hai vissuti. La sua mente è programmata solo per ricordare piccoli istanti. Nonostante tutto, quella ragazza non ha mai perso la voglia di vivere. Ma forse tutta quella grande voglia gliel'ha fatta scatenare anche i tuoi stupidi video , oppure Giorgio, il suo migliore amico psicologo che la supporta e sopporta nei momenti si è e no della giornata. Allora hai ancora voglia di umiliarla? deficiente che non sei altro?>> Mortificata per la litigata, disse asciugandosi le lacrime agli occhi:<< perdonami se non sono alla tua altezza. Perdonami per il fatto che non sono adatta a lavorare in un negozio. Non sento mia questa professione. A me piace viaggiare, stare fuori casa, questo posto per me è una prigione>> aggiunse poi pensando a come mi trattò:<< ormai ciò che è fatto è fatto. Non posso tornare indietro, quindi chiederle scusa non servirebbe a nulla, avrà sicuramente dimenticato tutto e credo che sia meglio così>> detto ciò prese le chiavi della macchina dalla borsa, uscì di corsa, entrò nella sua BMW mise in moto e al giro di mezza piazza mentre stavo attraversando lei inchiodò frettolosamente e disse mentre caddi per terra con la bicicletta:<< o santo dio, ancora tu? ma vuoi proprio rovinarmi l'esistenza?>> mi alzai da terra, mi pulii i panni davanti agli occhi di tutti, avevo giusto qualche piccola escoriazione, raccolsi la bicicletta e vidi che la ruota si ruppe. Borbottai in diversi modi quella situazione per poi perdermi in un sorriso da scema ingenua ricordando solo il suo viso visto attraverso i social:<< Oh mio dio, Lea! Tu sei Lea De Angelis, o mio dio sei vera? cioè voglio dire, forse sono morta..e si>> guardai la bicicletta e un po' di sangue sull'asfalto e aggiunsi:<< si, sono in paradiso, ma se lei è difronte a me, allora significa che anche tu sei...- mi presi un momento per riflettere e finii la frase - Morta?>> improvvisamente mentre lei sorrise mettendosi una mano sulla fronte per l'imbarazzo si udirono i clacson delle auto in coda, dissi sobbalzando:<< che delusione! è così il paradiso? io lo immaginavo immerso nel verde, con acque cristalline e tutti vestiti di bianco>> Lea mi guardò, continuò a fare le sue facce buffe per poi prendermi in disparte:<< resta qui, parcheggio l'auto e torno. ok?>> Il barista di fronte osservò la scena, tutti mi conoscevano, così avvicinandosi disse:<< Lia tutto bene? >> il tempo di quei 5 passi verso me fecero cambiare ancora una volta il mio destino:<< Gianluca ciao, si tutto ok, sto andando a casa>> Lea tornò e domandò:<< come ti senti? ti gira la testa? >> mi guardò il corpo prese dalla borsa delle salviette imbevute e del disinfettante mi fece sedere su una panchina e risposi:<< Oh mio dio, sei Lea ? la ragazza giramondo? si sto bene grazie sto andando a casa, ma lei cosa ci fa qui? e poi perché vuole medicarmi ? >> si sgranì la voce e domandò stranita per tutto ciò che stava vivendo:<< davvero non ricordi nulla? o mi stai prendendo in giro per farmi sentire in colpa di come ti ho trattata?>> mi alzai dalla panchina guardai la bicicletta e risposi:<< cavolo, ho perso l'equilibrio e sono caduta, guarda qui la ruota. Accidenti, mio fratello si arrabbierà di sicuro, è la sua bicicletta, sai l'ho presa in prestito per non fare tardi a lavoro. Mio padre gliel'ha regalata per il suo compleanno>> Lea mi assecondò e domando:<< ti ricordi del lavoro e del passato ma non di ciò che è successo?>> così colse la palla al balzo per rimediare al suo comportamento sgarbato nei miei riguardi e aggiunse:<< dai andiamo ora, stai facendo tardi a lavoro, ti accompagno>> curiosa domandai:<< cosa dovrei ricordare?>> mi guardò dispiaciuta mentre mi prese per mano, mi accompagnò dal lato del passeggero, mise la bicicletta dietro il porta bagagli ebbe un flashback di ciò che le dissi prima di andare via dal negozio, scosse il capo e rispose:<< niente, tranquilla>> subito dopo entrò nel grande veicolo che profumò di gelsomini, si allacciò la cintura poi mise in moto, fece il giro della piazza e disse:<< ecco, siamo arrivate>> quella sera Fiorella decise di abbassare la saracinesca dopo la lite avuta con Lea, che proprio in quel momento si sentì doppiamente una stupida per aver pensato di trovare il negozio aperto, così esclamai:<< come mai il negozio è chiuso? >> Lea sospirò si portò una mano tra i capelli e rispose :<< Lia, non voglio prenderti in giro, ma io e te ci siamo conosciute prima. Ti chiedo scusa per come mi sono comportata, ho davvero esagerato e spero che tu possa ricordarti di questo. Non sono una persona cattiva, ho reagito male alle pressioni imposte da mia madre. Ti prometto che da ora in poi non ti ferirò più>> allungò la sua mano verso me, fu piuttosto amareggiata lessi tra le sue espressioni facciali che volle farsi perdonare, cercò di accarezzarmi la testa ma indietreggiò lentamente e mentre tornò composta improvvisamente un flashback attraversò velocemente la mia mente, ripercorsi stando accanto a lei ciò che successe all'interno del negozio. Lea impaurita per essermi irrigidita e persa nei vicoli del ricordo mi chiamò più volte:<< Lia, Lia per favore cosa ti sta succedendo? ti senti male? >> pensò all'incidente avvenuto pochi minuti fa, mi guardò da ogni parte del corpo e aggiunse:<< ok, ti porto all'ospedale>> in quel momento la mente tornò ad essere presente, ascoltai quello che disse e risposi mentre fuori iniziò a tuonare:<< sto bene Lady Boss>> curiosa per quel nomignolo che le affibbiai domandò:<< Ancora che mi chiami così? Da dove esce questo nomignolo?>> risposi con la mente e sentimenti confusi nei suoi riguardi mentre slacciai la cintura di sicurezza ed aprii lo sportello:<< Lady Boss, è la parte cattiva di te, quella che ho odiato e continuo ad odiare con tutta me stessa>> scesi frettolosamente dall'auto, chiusi lo sportello e corsi sotto la pioggia battente. Lea mi seguì per tutta la corsa finché mi perse tra i veicoli ed esclamò:<< cocciuta ragazzina!>> diede un'energica manata sul volante e aggiunse mentre abbassando il finestrino scrutò ogni stradina con la speranza di incrociare il mio cammino:<< Dio ma che ho fatto di male per mettermi in questo casino?!>> Continuò a cercarmi con la faccia da matta finché non le apparvi dinanzi fino a inchiodare ancora una volta l'auto proprio a un passo da me. Si tolse la cintura, scese dell'auto con viso arrabbiato disse:<< ma ti rendi conto che stavo per investirti una seconda volta?>> la guardai e risposi:<< oh mio dio, non ci posso credere, lei è Lea De Angelis! cosa ci fa qui? >> incredula si portò le mani in faccia mentre la pioggia battente copiosa ci inzuppò disse:<< Lia, sono Lady Boss, ti ricordi di me?>> improvvisamente un tuono fortissimo si udì tanto da farmi spaventare e finire tra le sue braccia. Avevo la testa praticamente sul suo petto, mi strinsi a lei mentre fredda mi allontanò, alzai lo sguardo era altissima, su per giù un metro e ottanta e vidi il trucco sbavato sotto i suoi occhi marroni, iniziai a ridere. Perplessa scosse il capo mentre si tirò indietro i capelli e domandò:<< Tu sei tutta matta. Mi dici cosa c'è di tanto divertente? >> continuando a ridere risposi:<< sembri un procione con quella matita sbavata sotto gli occhi>> lei sospirò, sorrise e disse:<< ok, hai finito di prendermi in giro? possiamo salire in macchina prima che ci prendiamo un brutto raffreddore?>> vidi il suo viso serio ma al contempo bellissimo e senza farmelo ripetere salii in auto. Alla radio c'era la canzone "Cardigan" di Taylor Swift ed esclamai:<< piace anche te questa cantante?>> Lea distolse lo sguardo per pochi istanti dalla guida e rispose con sicurezza:<< si, è una delle mie cantanti preferite>> aggiunse poi cambiando discorso:<< ora ti porto a casa, ricordi dov'è o devo chiamare tua madre?>> guardai fuori dal finestrino e risposi mentre presi il cellulare dalla borsa di pelle, aprii il file word con il titolo "casa" e dissi:<< abito vicino l'ex mulino, traversa Jacopini n 34>> Lea impostò il tragitto su google maps, si portò il pollice verso la bocca, fu piuttosto nervosa, per tutto il tragitto fino la strada di casa non parlammo più, solo ci furono sguardi fugaci e una tensione leggera. i nostri fiati fecero appannare i vetri, così li abbassò leggermente. Per la prima volta non sentivo paura di stare chiusa in auto. Arrivate sotto casa domandò:<< credo che sia questo il portone, il numero civico corrisponde>> Entrambe scendemmo dall'auto, mentre io presi le chiavi di casa lei prese dal porta bagli la bicicletta e disse:<< permettimi di passare domani e di andare a comprare una bicicletta nuova>> guardai la bici ed esclamai mentre mamma uscì di corsa nel sentire la mia voce alterata:<< oh no! Roberto si arrabbierà>> guardai mamma ed aggiunsi:<< come faccio ora? devo parlare con papà. Dobbiamo comprare una nuova bicicletta per Roberto>> Lea si fermò proprio davanti a mia madre che riconoscendola inchinò il capo e disse:<< sei la figlia di Fiorella, il paese non fa altro che parlare di te e di come ti sei permessa di trattare mia figlia...allora come ci si sente eh?!>> smise di piovere dal cielo, ma dagli occhi di Lea ancora diluviò, si sentì una stupida nei miei riguardi. Si rese conto che vivevo ogni istante della mia vita all'insaputa della verità cruda che la mente volle farmi dimenticare forse per non farmi sprofondare quanto più lo fossi già. Così per farsi perdonare e per alleviare il suo senso di colpa disse verso mia madre:<< signora, mi permetta di acquistare una nuova bicicletta uguale identica a questa. La porterò personalmente con me>> aggiunse poi mentre mamma la guardò innervosita:<< la prego, le chiedo di perdonare la mia vigliaccheria. Voglio che Lia stia bene>> entrai in casa cercai mio fratello e mio padre ma non vi era nessuna traccia di loro, così mi recai verso il salone e tirai un urlo quando vidi le loro foto sul comò l'una accanto all'altra circondati da santi vari. Lea sobbalzò, il cuore le si strinse in petto , corse dentro preoccupata mentre mamma la seguì chiudendo la porta di casa, ad arrestare la sua corsa c'era coco, il mio amato amico a quattro zampe, un cagnolone di razza mista tra setter inglese e labrador, bianco e color caramello. Lo chiamai coco per il suo fare piuttosto bizzarro, ma era il mio eroe, lui era il mio compagno di visite ospedaliere, era il mio guardiano, il miglio amico che l'umano possa avere accanto quando tutto il resto del mondo ti isola. Lo guardò, la annusò, Lea si avvicino a lui senza paura e disse:<<hey cucciolone fammi passare ti prego, fammi rimediare>> coco per la prima volta si spostò accucciandosi per terra, fu davvero strano persino per mia madre assistere a quella scena. Di solito Coco era restio nel far avvicinare le persone a me così pochi passi e Lea mi raggiunse, mi mise una mano sulla spalla poi mentre mi voltai per la prima volta mi strinse a sé questa volta dolcemente e con tutta la forza che ebbe in corpo, e per la prima volta mi sentii protetta. Quell'abbraccio lo sentii fino infondo all'anima. Un abbraccio caldo simile a quello di mio padre, alzai lo sguardo, che Lea prese tra le sue mani e dissi tornando con la mente lucida:<< Lady Boss! cosa ci fai a casa mia? >> Lea in quel momento tenendomi per mano rispose:<< abbiamo litigato, sei scappata fuori dal negozio, stava piovendo forte, ti sei dimenticata l'ombrello e allora mi sono offerta di accompagnarti a casa>> avrebbe certamente potuto mentire eppure ancora una volta scelse di essere vera. Sentii da parte sua un senso di responsabilità dovuta a causa della mia "disabilità" così spostandomi da lei lentamente dissi:<< va bene, ti ringrazio ma ora credo che tu debba andare>> mamma domandò stupita verso Lea mentre uscì di casa recandosi fuori dall'auto:<< come ci sei riuscita?>> rispose prima di entrare in auto:<< non lo so, a domani>> Lea andò via, mamma rientrò in casa mi seguì fino la cameretta e domandò:<< ricordi cosa è successo oggi?>> presi dall'armadio gli indumenti puliti e risposi:<< cosa è successo ?>> spezzando ogni sua speranza disse con occhi lucidi:<< nulla figlia mia, nulla>> domandai poi prima di andare in bagno a docciarmi:<< papà fa la notte? Roberto deve ancora venire dal calcetto?>> stanca di ripetere le stesse frasi ma per necessità rispose:<< si, tuo fratello si è fermato a mangiare con gli amici al solito pub>> entrai in bagno mentre lei si inginocchiò per terra in un pianto disperato. In quel momento Lea rientrò a casa, trovò sua madre in cucina a mangiare una fettina di carne accompagnata con delle patate al forno, la guardò con disappunto mentre cercò di abbracciarla poi crollò anche lei in un pianto fortissimo. Fiorella l'accolse con un bacio sulla fronte e disse:<< figlia mia, mi fa piacere che hai aiutato quella ragazza, vedrai più la conoscerai, più saprai quanto è speciale>> rispose mentre strappò un foglio di scottex e si soffiò il naso:<< immagino non debbo sapere da chi lo hai saputo!>> Fiorella sospirò e disse:<< ho occhi e orecchie ovunque. Questo quartiere mi ha vista crescere ed io ho visto crescere tutte le generazioni di giovani squinternati come te e per mia fortuna ho visto di nascere anche brave ragazze come Lia>> dopo quel momento di vulnerabilità Lea andò nella sua cameretta prese il cellulare dove vide 50 chiamate e quasi 100 messaggi da parte di "Denise" la sua ragazza anche lei influencer nota soprattutto per la sua partecipazione a dei brand importanti. Vide di sfuggita i messaggi che lasciò in sospesa lettura e rispose inviandole un messaggio vocale - Hey ciao! Ti chiedo scusa per essermi assentata, ma avevo voglia di stare per conto mio. Non essere arrabbiata o preoccupata. è solo che ho avuto una giornataccia, Ci sentiamo domani mattina. Ti amo. - Subito dopo scrollò le chat fino a trovare quella mia dove mentre ero appena uscita dalla doccia sentii di squillare il cellulare, indossai l'accappatoio, avvolsi i capelli lunghi in un turbante presi il cellulare e lessi il messaggio:<< A domani " Ragazza Speciale" Buona notte- by Lady Boss. >> ancora una volta la mente mi portò indietro di piccoli flashback, ricordai nella confusione il suo viso e le sue parole dei vari incontri, sorrisi ma non risposi, volli mantenere alza l'aspettativa di potermi ricordare di lei all'arrivo del nuovo giorno. Indossai il pigiama, pantaloncino e canotta poi asciugai i capelli aggiunsi un po' di spuma per renderli mossi, sistemai il bagno misi gli indumenti sporchi nel cestino dei panni poi spensi la luce schiusi la porta e mi recai in scrivania dove sedendomi accesi il pc entrai sul mio blog personale e iniziai a scrivere tutto ciò che mi passò per la mente. Ogni sera era così, raccontai la storia di un amore impossibile che intitolai " Amore in Bianco e Nero" e proprio in quel preciso istante mentre descrissi i personaggi principali mi tornò in mente Lea e tutto ciò che vissi in quella giornata. Piccoli frammenti dei suoi gesti premurosi e pensai che lei era diventata la lavagna dei ricordi, mentre io il gesso che continuamente si cancellava. In quella stessa notte Lea curiosa dopo essersi docciata, sdraiandosi sul letto prese il cellulare e iniziò a cercarmi sui social. Scrollò tutte le persone con lo stesso nome e infine mi trovò, si eccitò a tale proposito, si sedette e pensò prima di accedere alle mie foto a cosa avrebbe potuto vedere, forse la mia vita prima del disastro , forse non avrebbe visto nulla. Ma con coraggio decisionale cliccò su mostra profilo e gli venne un tonfo al cuore quando per curiosità vide i video che avevo editato con le sue foto, taggandola e commentando anche in modo piuttosto esplicito i miei desideri nei suoi confronti. Dall'imbarazzo arrossì, si portò la mano sulla bocca prese la bottiglia di acqua che era sul comodino l'aprì diede piccoli sorsi poi vide un altro video con una musica piuttosto sexy e con lei che posò per una campagna pubblicitaria di intimo subito sputò l'acqua, facendola spruzzare da per tutto. Come se la sua bocca improvvisamente divenne una fontana. Bagnò il materasso ed esclamò :<< accidenti! Quella ragazzina è davvero incredibile>> mentre nella stanza entrarono Luana e Tiziana le sue sorelle gemelle di 25 anni che ancora vivevano insieme a Fiorella. Entrambe studiose universitarie una di Architettura, l'altra di giornalismo. Nonostante il tenore di vita piuttosto elevato, Fiorella scelse di vivere in un appartamento normale in un comune condominio, mentre Lea stava pensando di acquistare una villa a pochi km dalle spiagge suggestive della puglia. Ma a causa del suo modo di essere nomade giramondo non ebbe mai il coraggio di farlo. Perché ciò significava toglierle del tempo e denaro che lei spendeva per visitare le località turistiche. Era una Content Creator diplomata in Fotografia e comunicazione visiva. Con ulteriore corso biennale in Filmmaking e Videoproduzione. Creava dei docufilm dai suoi viaggi e tutto il mondo non aspettava altro che vederla cimentarsi in una nuova sorprendente avventura. Oltre ad apparire sulle copertine dei magazine più famosi. Così tornando a quel momento Luana le domandò mentre la vide prendere il phon per asciugare il materasso e le lenzuola:<< hey sorellona, che succede? >> Lea le guardò imbarazzata rispose:<< nulla, stavo bevendo e mi è caduta un po' d'acqua>> aggiunse poi :<< beh, com'è andata la giornata?>> Tiziana rispose :<< come vuoi che vada, sempre uguale. Oggi ho scritto un articolo ma devo ancora terminarlo quindi scusatemi ma ora devo concentrarmi>> posò lo zaino per terra prese il pc portatile si sedette davanti la scrivania, indossò le cuffie e continuò il suo lavoro mentre Luana disse:<< è stata una giornata abbastanza impegnativa. Domani ho l'esame e sono tremendamente in ansia>> Lea si avvicinò la prese per mano e rispose:<< so che darai il meglio di te, però ora vai a ripetere>> aggiunse poi:<< io invece mi preparo un po' di pasta, ne volete anche voi?>> all'unisono esclamarono:<< abbiamo già mangiato, ma grazie sorellona per avercelo chiesto. Fa una buona cena>> in quello stesso istante mentre lei andò in cucina a prepararsi la cena, ero ancora seduta davanti al pc intenta a scrivere le ultime battute dei personaggi, almeno per quella sera. Poi presi il cellulare da sopra la scrivania e visualizzai le notifiche di Instagram. Aprii l'app e con grande sorpresa sobbalzai per l'emozione. Lea, che tutti conoscevano per la sua pagina famosa " la ragazza giramondo" da sempre il mio idolo, iniziò a seguirmi e a mettere mi piace a tutti i video che editai con oltre 1000 frasi che le dedicai. Fu come un fulmine a ciel sereno. Sentii i brividi dell'eccitazione salirmi lungo la schiena fino ad avvertire una sorta di brontolio tra lo stomaco e il petto. Sapete quella famosa sensazione delle farfalle nello stomaco? Beh, mi sentivo proprio così. Incredibile pensare poi che, chiudendo la pagina web come sfondo del desktop c'era proprio il viso di Lea. Lo so, starete pensando che è da maniaci, ma sfido chiunque a farsi scivolare via dagli occhi e del cuore la celebrity crash. Così guardando la foto sorrisi mentre attesi che il pc si spense, per poi sdraiarmi sul letto con il cellulare tra le mani, mettendo mi piace a ogni singola foto sul profilo Instagram di Lea che proprio in quel momento stava mangiando gli spaghetti con aglio olio e peperoncino. Sentì il cellulare squillare a ripetizione, lo prese e vide una sfilata di mi piace da parte mia ad ogni sua foto. Restò di per sé un po' sorpresa per poi far sbocciare un sorriso a 365°. Poi però si trovò anche a guardare ciò che Denise pubblicò. Finito di mangiare gettò la pasta avanzata nella spazzatura dell'umido lavò i piatti e si recò in bagno si lavò i denti poi andò in cameretta. Sdraiate entrambe nei rispettivi letti, delle nostre rispettive case, un pensiero comune attraversò la nostra mentre. Fissammo il soffitto e come un sogno ad occhi aperti, entrambe ci addormentammo con l'una l'immagine dell'altra.
Il mattino seguente arrivò, a svegliare Lea fu il profumo intenso del caffè che le sue sorelle prepararono di corsa prima di sgattaiolare via e raggiungere l'università. Ancora assonnata con gli occhi semichiusi, guardò la sveglia sul comodino erano appena le 6:00 del mattino. Con la bocca pastosa sbadigliò, poi cercò di prendere la bottiglia dell'acqua come se stesse giocando a mosca cieca, per riprendersi si portò le mani in viso, stropicciò gli occhi, li aprì sbadigliò ancora mentre riuscì a prendere la bottiglia le venne in mente che aveva fatto la promessa a mia madre, ovvero: Quella di acquistare una nuova bicicletta con la mia presenza. Così si alzò di scatto, andò in bagno si lavò e si vestì, andò in cucina prese il bicchiere da asporto personale versò il caffè e mentre sua madre le domandò:<< Dove stai andando?>> Lea uscì di corsa di casa. Non volle attendere l'arrivo dell'ascensore così scese frettolosamente le scale, prese le chiavi della macchina dalla borsa, uscì da portone del condominio, si diresse verso il parcheggio si introdusse in auto, si mise alla guida e dopo alcuni minuti mentre mi affacciai alla finestra come per magia vidi proprio sotto casa Lea che attraversò la strada e citofonò proprio al nostro portone. Sobbalzai per l'eccitazione, non potei credere che Lea, la mia celebrity crash era proprio sotto casa. Pensai subito che si trattò di uno show tipo " C'è posta per te" solo che, invece di esserci il postino, c'era proprio lei in carne ed ossa. Mamma aprì la porta ed esclamò con le mani sporche di grasso nero e con ferma freddezza:<< Cosa ci fai qui? Lia non può ricordare>> Lea la guardò con compassione e rispose mentre , guardò soprattutto le mani e il suo abbigliamento simile a quello di un meccanico alle prime armi, indossò la salopette di mio padre:<< avete aggiustato la bicicletta? >>mamma la fece entrare e disse mentre passò davanti la porta del giardino:<< ci sto provando da ieri sera, ma non riesco. Mio marito sapeva fare tutto. Io a mala pena riesco a gestire la mia vita e quella di mia figlia>> Lea in quel contesto ribadì il suo aiuto:<< mi occuperò io del nuovo acquisto della bicicletta, solo deve dirmi come devo comportarmi con Lia>> aggiunse poi mentre mi vide avvicinarmi a passo felino:<< diavolo, credo che non ce ne sarà bisogno!>> Mamma esclamò mentre guardai la bicicletta di mio fratello smontata:<< tesoro mi dispiace tantissimo>> tirai un urlo potente tanto da far affacciare il vicinato mentre Lea cercò di placare ciò che ribollì in me in quel preciso momento. Per la prima volta la bicicletta passò in secondo piano così dissi:<< o mio dio, Lea. Cosa ci fai a casa mia? Mamma se questa era una sorpresa , beh sappi che ci sei riuscita alla grande>> Sospirai e aggiunsi stringendo i pugni dall'emozione e comportandomi quasi come una liceale:<< o mio dio non ci posso credere, cioè tu sei qui, a casa mia...e io...>> corsi davanti lo specchio ed esclamai:<< tu sei bellissima mentre io sono ....>> non mi lasciò il tempo di finire la frase che rispose avvicinandosi a me:<< sei bellissima anche tu, Lia. Forse sei la ragazza più graziosa che potessi conoscere>> sorpresa per quel momento domandai:<< ancora non mi hai risposto. Cosa ci fai a casa mia? >> mi guardò intensamente negli occhi, posò una mano sulla spalla e rispose mentre con l'altra si tirò in dietro i capelli lunghi neri e stirati:<< davvero non ricordi nulla del nostro incontro?>> mentre mi sforzai di capire come l'avessi incontrata, indossò il profumo più buono e dolce del mondo. Insieme a una camicia tutta colorata e un pantalone bianco. Guardai la bicicletta come se fosse li il suggerimento e appena Lea mi sfiorò ancora una volta con il suo tocco quasi possessivo presto nella mia mente riaffiorarono i ricordi nitidi e senza sfumature.
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AMORE IN BIANCO E NERO
RomanceLia è una ragazza di 20 anni conosciuta come " La Ragazza Speciale" è una semplice commessa con il sogno di diventare una scrittrice, gestisce un blog dove molti lettori la sostengono. Persa nella sua mente sognante. Un giorno incontra il suo p...