L'ultimo quarto di Luna non bastava ad illuminare la notte. Neppure un plenilunio avrebbe potuto far molto per Knockturn Alley. La via principale, già stretta ed angusta per conformazione, dava origine ad un numero infinito di vicoli secondari che non avevano mai avuto nome, per lo più strettoie tra un palazzo e l'altro.
Di notte, le botteghe che animavano quegli anfratti si risvegliavano, ma i ragazzini appena diplomati ad Hogwarts si guardavano bene dall'esaminare apertamente la loro merce. Non che i neodiplomati non bramassero quell'ebrezza proibita, ma temevano troppo il biasimo delle loro famiglie o l'inevitabile scandalo che si sarebbe creato se qualcuno li avesse identificati.
Eppure di studenti ce n'erano in quantità, all'ingresso di sordide birrerie, intenti a ciondolare intorno agli innumerevoli capannelli in cui si scommetteva, si barava e si bestemmiava, ad occhieggiare la 'Cold Rose', la casa d'appuntamenti più grande e celebre di Londra, ed erano riconoscibili soprattuto dal nervosismo.
Non c'era nessun ragazzino, nessun ubriaco e nessun canto sguaiato al Viper's Tooth. Il vicolo era l'ennesimo imbuto privo di toponimo tra un palazzo e l'altro, ma gli abitanti della zona lo chiamavano così, dente di vipera, per via del fatto che era cieco e finiva a punta.
Rispetto alle altre bolge, il Viper's Tooth era sempre silenzioso come l'aula di un esame di Storia della Magia.
Anche un passante avrebbe evitato di guardare in su, verso le finestre, visto che dai palazzi non proveniva alcun suadente richiamo.
L'unica donna alla finestra, di richiami non ne mandava. Lei se ne stava perfettamente immobile, scrutando di tanto in tanto la deserta via sottostante come se fosse in vigilante attesa di un visitatore.
Beryl Shafiq aspettava, con addosso una vestaglia profondamente scollata, coccolata dal calore dell'appartamento alle sue spalle, i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle. La pelle, di un candore abbacinante, la rendeva simile ad una bizzarra, formosa apparizione.
Beryl aveva ereditato l'appartamento da suo padre, scomparso lui sua figlia era la sola superstite di una delle famiglie più prolifiche delle Sacre Ventotto. La via principale, i vicoli secondari ed i numerosi traffici ad essa connessi erano spuntati come funghi velenosi intorno al fusto del nobile albero - così amava dire il padre di Beryl - strangolando la loro nobile casa, come ospiti indesiderati.
Il padre di Beryl se n'era andato prima di poter continuare a deprecare la crescita di quei sordidi parassiti.
Beryl era rimasta, ad osservare la via sottostante con i malinconici, profondi occhi color berillio.
La sua attività non aveva mai attirato gli sguardi indesiderati del Ministero della Magia, presso il suo domicilio non si erano mai scatenate risse, nessun fatto di sangue - tutt'altro che infrequenti nella zona. Beryl se ne andava tranquillamente in giro per Diagon Alley ed addirittura alla Gringott per prelevare denaro dalla sua camera blindata. Se la gente capiva chi era, di sicuro non glielo diceva mai apertamente in faccia. Ogni tanto le capitava di essere molestata o seguita, ma in quel caso sfoderava gli artigli, nascosti dalla manicure impeccabile, artigli ben dissimulati dalla grazia dei suoi lunghi polsi sottili.
Beryl non era come la maggior parte delle prostitute. Avrebbe solo gradito essere difforme fino in fondo dalle altre, potersi gestire da se'. Però c'era sempre Zio Amycus - che non era uno zio, ma un ruffiano - al quale rendere conto. Era impossibile lavorare da quelle parti senza uno di quegli individui.
*
Il mago non si appiattì nell'ombra, anche se portava il cappuccio profondamente calcato sulla testa. Era alto, e la sua presenza vagamente intimidatoria anche sotto mentite spoglie.
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Viper's Tooth
FanfictionUna strega purosangue non dovrebbe vivere così. Io vivo come cazzo voglio. Vuoi che ti lavi la bocca con il sapone, ragazzina? No, non con il sapone, signor Malfoy... Immaginavo.