Capitolo 1-Negazione

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Quando capisci che ti stai innamorando di quello che fino a poco tempo prima pensavi fosse solamente il tuo migliore amico e nient'altro hai due opzioni: lo accetti, e quindi fai di tutto per starci assieme, o lo neghi, quindi fai di tutto per convincerti che non è così e provi a dimenticarlo. Io, Beatrice, in quella calda giornata di fine agosto in cui ero dalla mia migliore amica, Saki, con l'altra mia migliore amica, Angy, pensai dato che mi mancava il mio migliore amico, Mattia, avrei potuto abbracciare un cuscino per non pensarci e magari farmela passare,così presi il primo cuscino che trovai, lo abbracciai e chiusi gli occhi.
-Bea che stai facendo?- mi sentii chiedere da dietro così mi girai e vidi Angy - Sto abbracciando un cuscino e fingo che sia Mattia, mi manca- le risposi mentre comparve Saki dalla porta della camera -Bea non ti starai mica innamorando di lui, vero?- ma cosa stava dicendo? Io? Innamorarmi di lui? Mai. Insomma come potrei innamorarmi del mio migliore amico? - No, non sta accadendo questo. È il mio fratellino, non è qui e mi manca è normale. E poi sto con Samu.- sembrarono crederci, anche io sembrai crederci dato che per tutto il resto della giornata mi domandai tante cose e negai ad ognuna.
Una ventina di giorni dopo era iniziato da poco il mio primo anno di scuola superiore, Io ero in classe con Angy e con Dany, una mia amica che da lì a poco diventerà una grande amica e santa, eravamo nell'aula 22 in fondo in un angolo e io dato che mi annoiavo a morte presi fuori il telefono e iniziai a copiare sul diario nomi e una frase in scrittura giapponese. Finché non mi accorsi di aver scritto sul banco la frase Aishteru Mattia che tradotto in italiano vuol dire Ti amo Mattia, iniziai a fissare quella scritta Bea come sei arrivata a scrivere ciò? Magari tu non hai ragione e ti piace davvero. Ma stai zitta stupida non sai nulla, NON. È. COSÌ. Basta! Quando uscii dai miei pensieri notai che Angy alternava lo sguardo da me alla scritta e come se sapessi i suoi pensieri le dissi- Forse mi piace- mentre mi appoggiai con la testa sul banco -ma ti prego non dirlo a nessuno, non voglio sia così e poi sto con Samu non lo lascio mica ora.- non volevo cambiasse tutto, non volevo perderlo che poi magari era solo una cotta. Mi rifiutavo.

Un grande muro di 944km chiamato distanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora