n2 Infanzia fra rose e spine

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La mia infanzia è stato il momento più bello della mia vita, quando ero carina patatina giocosa curiosa e attaccavo bottone con tutti. Il mio secondo nome era scaglietta con la mia dolcezza conquistare che mi stava davanti e scroccare un biscottino, una caramella e un cioccolatino di cui i miei genitori si fidano. Mio nonno era il più grande tappezziere della città molto rinomato e spesso mi portava con sé a consegnare i lavori, puntuale come un orologio svizzero io uscivo dalla casa sempre con un pensierino, ero il ritratto della dolcezza. Mia nonna sarta e mio padre si coalizzano sempre per la maschera più originale, le più belle che ho avuto sono state quella da cuoca e da hostess di volo, quando avevo 3/4 anni. Con il mio fare dolce espansivo i miei grazie a me hanno conosciuto mezzo mondo, tanto che con alcuni anche dopo 44 anni ancora ci sentiamo sia nei momenti belli che in quelli brutti come se fossimo tutti una Grande famiglia allargata ma unita nel cuore. Tutto ed idilliaco fino a quando non andavo alle elementari e la maestra decise che per un piccolo difetto la dislessia io non fossi intelligente e quindi mi lascio indietro causando in me danno inestimabile tanto che per quanto mi affannavo non sono mai riuscita a colmare. La mia voglia di sapere era incolmabile e sempre tanta spinta dalla mia grande curiosità ma i miei limiti mi davano un gran freno e questo mi frustava molto. In quegli anni la dislessia ancora non era ben definita non c'erano molti mezzi i miei parenti mi spronano a dare il meglio ma non sono andata oltre il limite della sufficienza. Nonostante il mio impegno sono state etichettata come Donata tu sei: Diversa,asociale,non ti integri nel contesto, passi ore a riflettere in religioso silenzio, ti relazioni solo con i più deboli, vivi nel tuo mondo fantastico no in quello reale, per questo hai sempre la testa fra le nuvole, hai sempre un'idea nuova, ma nel 80% delle volte non va a frutto. E vero sono esattamente così,ma chi mi ha mai realmente capita? Chi mi ha aiutato a tirare fuori gli strumenti per realizzarsi? La famiglia? I parenti? La scuola? Nessuno si crogiolandosi dicendo tanto e così? Non ho mai ricevuto un complimento per i miei sforzi ma, solo critiche che dicevano costruttive, ma le critiche non sono mai costruttive, perché l'altro si mette sulla difensiva e per quanto sia grande la sua voglia di imparare va in standby. Mentre invece costruttivo è aiutare l'alunno a colmare le proprie lacune con tutti i mezzi a disposizione anche i folli purché finalizzati al gesto della comprensione. Solo in questo caso ogni mezzo giusto purché si raggiunga l'obiettivo ovvero l'evoluzione scolastica. Per insegnare ci vuole molta pazienza e 0 insulti tipo tanto non ce la farai mai, perché sono pochi che lottano e dicono a si mo te faccio vedere io tutti gli altri si arrendono pensando di essere falliti, mentre invece sono solo stati male istruiti.

Biografia Di Donata Donna qualunque BipolareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora