Capitolo 1

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"Capelli biondi, lunghi. Occhi blu, come il mare, spenti, vuoti. Pelle chiara. Labbra sottili. Alta e magra...Quanto la vendi Black?" Yaser Malik era seduto al centro della grande stanza da letto di casa sua, e io accanto a mio padre, aspettavo che mi portassero via per dare inizio così alla mia sofferenza.

"Carpenter farei di tutto per te ma no, lasci stare mia figlia la prego! Ha solo 17 anni cosa se ne può fare di una ragazzina?" Mio padre sarebbe finito per piangere continuando così...doveva vendermi a quell'uomo per rimediare a un errore fatto da chissà quale dei miei parenti e ,io, in tutto questo non avevo nessuna voce in capitolo.

L'uomo guardò mio padre con aria di superiorità e disse che o mi vedeva a lui o lo avrebbe ucciso e Sì, sapevo fin troppo bene che tutto quello che diceva prima o poi lo faceva.
"BASTA. PAPÀ HA 17 CHE CAZZO STAI FACENDO?" A quelle parole mi girai istintivamente verso il proprietario di quella voce...ODDIO!

Brad Pitt in confronto a quel ragazzo era una schifosissima formica! Aveva un folto ciuffo perfetto, ceh sono una ragazza e i miei capelli sembrano quelli di un un unicorno malato ma cosa usa quel tipo?! La sue pelle era olivastra e le braccia erano ricoperte di tatuaggi. Poi quegli occhi...e quelle labbra...

Senza volerlo mi ero persa il litigio tra padre e figlio.
"Emily! Emily tesoro hai capito? Dovrai fare quello che diranno i Malik ma vivrai a casa, con me e mamma. Frequenterai la stessa scuola! Tesoro ci sei?"
Il viso di papà sembrava quello di un bambino. Che tenerezza che mi faceva!

Ma non ero contenta. Ok era già un passo avanti il fatto che avrei vissuto a casa con i miei ma no! Avevo diciassette anni non ero mi ca il loro cane. Feci un passo avanti e puntai un dito contro  Yaser dicendo :
" Ok vabbene che starò con i miei. Ma io non farò niente di quello che mi direte NIENTE se lo ficchi in testa! Poi perché volete proprio me? Insomma quando rido sembro un ornitorinco isterico, la mattina ho due occhiaie da far paura e ho una memoria...a poco ricordo cosa ho mangiato ieri! Cosa volete da me? È illegale non si può fare io la denuncio siete solo figli di p-"
"Basta ragazzina! Qui a Londra quello che è illegale lo decido io! Tu farai tutto quello che ti diremo." A quelle parole esplosi.

La vita era stata dure per me. Mio padre era un pover uomo ed eravamo quattro. Tutti fino a quel giorno ci eravamo spaccati la schiena per mandare avanti la famiglia e poi dovrei farmi rovinare per uno stupido errore fatto più di vent'anni fa? NO.

Mi avvicinai a lui e gli diedi un pugno sul naso. Poi mi girai presi mio padre per un braccio e insieme lasciammo quell'inutile villa, consapevoli del fatto che sarebbero tornati.

Ogni tanto mi chiedevo perché doveva essere tutto così difficile per noi...non avevamo fatto niente di male ma intanto non avevamo trovato ancora un po' di serenità. Io e le mie sorelle frequentevamo la scuola per miracolo, la sera facevamo le cameriere in un ristorante vicino casa per racimolare un po' di soldi.
Comunque, quando Dio distribuiva la fortuna io chissà dov'ero...

Una volta arrivati in macchina mio padre e io ritornammo a casa e il tragitto fu piuttosto silenzioso, troppo.
Arrivati in casa, prima di entrare, chiamai mio padre e lo strinsi  in un abbraccio che subito ricambio.
"Papà scusa. Ma dopo tutto quello che abbiamo passato, sentirsi dire "tu farai tutto quello che dico io" senza avere voce in capitolo fa male...scusa
. Non avrei dovuto." Dissi quasi piangendo.
"Tranquilla piccola, va da Choo ora. Va tutto bene." Mi sorrise e giuro, era il sorriso più tirato e triste che avessi mai visto.

Mi faceva male vederlo così, ma seguì il suo consiglio andai da Choo. La mia migliore amica sapeva sempre come farmi stare bene. Infatti fu così.
"Pulcee sei a casa?" Gridai una volta che la signora Lee mi fece entrare.
"Sì topa sali e dimmi com'è andata ORA" già ridevo.

Choo e la sue famiglia avevano origini coreane. Si erano trasferiti a Londra tipo 11 anni fa e subito diventammo amiche.
Aveva lunghi capelli neri, occhi neri, carnagione chiarissima e un sorriso che era la fine del mondo. Amavo quella ragazza. C'era sempre per me...

Una volta entrata mi saltò  letteralmente  addosso, stavo quasi cadendo.
"Topa ho avuto paura racconta tutto" nella sua voce in effetti trapelava preoccupazione...gli raccontai tutto e lei ascoltò a bocca aperta.
"...penso che mi verranno a cercare e ho paura"
"Oh My God...piccola topa!" Mi abbracciò di nuovo." Sta sera tu resti a dormire con me e guardiamo i video dei BTS su YouTube e non ammetto un no come risposta! Chiama tuo padre"
Negare era impossibile, era testarda come un mulo quella nana. Chiamai mio padre e acconsentì.

La serata sarebbe stata perfetta...ma prima di andare a letto il mio cellulare vibrò due volte.

Sta attenta.

Il gioco a cui stai giocando è pericoloso. Verranno.

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