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ricordate la stellina per supportare l'autrice🌟

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OLIVIA



Sono una ladra, non un'assassina. Per anni è stato questo il filo a cui mi sono appesa per rimanere in bilico tra giusto e sbagliato.

Ho sempre pensato che ci fosse una grossa distinzione tra chi prende con astuzia e chi con la violenza. Ma alla fine, scambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.

Oggetti, ricordi, parole, vite... si tratta sempre di rubare, anche se a gradi diversi.

BANG!

L'ultimo sparo è un'eco nell'anima che sporca la mia e razzia quella di un corpo che vibra più volte prima di crollare a terra. Il sangue comincia a diffondersi intorno a Devin e un'ombra scura ad allargarsi sotto di lui.

Non so se l'ho ucciso, non posso saperlo. Le mie lacrime censurano il quadro della realtà che io stessa ho dipinto, con una pistola al posto di un pennello.

E non è bello, per niente.

Il cuore batte all'impazzata, alimentando l'acido che risale nello stomaco. Mi giro di scatto e corro verso un angolo della stanza, con le gambe che sembrano fatte di gelatina, dove vomito violentemente.
I muscoli mi abbandonano a terra. È come se ogni spasmo fosse un rilascio di paura, shock e orrore mentre lacrime d'acqua si fondono al sudore freddo sul mio viso pallido.

Solo dopo aver finito di rigettare mi accorgo del silenzio raccapricciante che veleggia nell'ufficio, carico di tensione, come il momento prima che una tempesta si abbatta sulla terra, dove la mia tosse vaporosa fa da tuono.

Eppure la musica di sotto continua ad andare.
E allora perché... non sento più ridere?

«Oh cazzo»

La realizzazione è una folata invernale che spalanca il mio sguardo autunnale.

«Sono qui...» sibilo, fottuta.

Cazzo.

Cazzo, cazzo, cazzo, CAZZO!!

Asciugo gli angoli della bocca e torno su due gambe rigide, come se mi fosse esplosa una bomba sotto al culo.

Il corpo di Devin giace ancora a terra, incosciente. Non ho il coraggio di guardarlo, perciò riporto la vista appannata sulle mie mani infangate di reato, ora strette in un solido pugno.

Non c'è tempo per pensare, riflettere o rimuginare su quello che ho fatto. Gli uomini di Devin arriveranno in un batter d'occhio - forse sono già qui! - ed io devo agire. In fretta.

Ma come?! Non ho un piano e non sono fatta per improvvisare, cazzo!!

Cammino avanti e indietro per la stanza, imprecando in lingua madre. Il mio cuore da di matto mentre cerco freneticamente con lo sguardo qualcosa che possa darmi un vantaggio. Qualsiasi. Ma niente, cazzo.

RIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora