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Era una solita delle sere che passavo in giro per il mio isolato a Barcellona, cercando di occupare il mio tempo.
Avrei potuto farlo studiando per la mia prossima interrogazione, ma la Camila che sono non riesce assolutamente a farlo.
Sono una ragazza fin troppo semplice, che odia uscire troppo e vorrebbe una vita come nei film e pensa troppo prima di agire.

Sono con la mia migliore amica Clara che fuma, bacia ragazzi che conosce a malapena ed è stata sospesa in due occasioni.
É letteralmente bellissima, un angelo per i miei occhi. È una biondina con gli occhi azzurri, un bel viso ed un bellissimo sorriso.
Devo ammettere che io non sono quella che non ne ha mai combinate, forse solo una volta credo di aver perso la testa ma poi capii che quella non era la mia strada.
Una volta ha dovuto presentarsi in tribunale per assenze ingiustificate. Prima di conoscere lei, non sapevo neppure che se si saltavano troppi giorni di scuola si finiva nei guai con la legge.
Sono piuttosto sicura che se io e Clara ci fossimo conosciute adesso, non saremmo diventate amiche. Siamo troppo diverse. Ma non è sempre stato così. In prima media a Clara piacevano le penne colorate, i pigiama party e restare sveglia tutta la notte a guardare serie tv, proprio come a me. Ma dalla terza media ha cominciato a sgattaiolare fuori di casa mia mentre papà dormiva, per incontrare ragazzi conosciuti al centro commerciale. La riportavano a casa prima che facesse giorno lo restavo alzata finché non rientrava, con la paura che mio papà si svegliasse prima del suo arrivo.
Clara non è il tipo di amica a cui telefoni ogni sera o con cui parli ogni giorno. Come me, un gatto randagio che va a viene a suo piacimento. Non riesce a legare con gli altri, se non si trova in una situazione dove è impossibile farlo.
« Quindi domani andrai all' interrogazione?"
«Cla, ti pare? Come sempre non ho studiato e mi sento in colpa.»
«Provaci stasera, no? Magari ci proviamo in chiamata.»
Mi ha fatto piacere che se ne sia preoccupata, adoro ogni volte che lo fa.
«Ok, ti faccio sapere. Comunque torniamo? Sennò non ci riusciremo mai.»
«Vuoi che ti accompagni?»
«Ma no, lo sai. Metto le cuffie e faccio la mia strada.»
«Ok, ti voglio bene.»
«Anch'io.»
Impiego circa 5 minuti per arrivare a casa, e noto delle luci accese in salone.
Oh no, spero solo che Marc non abba fatto salire qualche amico a casa, che non ho proprio voglia di farmi vedere.
Cerco le chiavi nella tasca, e non appena le trovo le afferro per inserirle nella serratura.
Alzo lo sguardo e non noto nessuno, fortunatamente. Poso la giacca sulla sedia e con la testa sullo schermo, mi dirigo verso il divano.
«Ciao Camila.» Non ci potevo credere.

little trouble - hector fort 🇮🇹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora