XIV • 𝒜𝓈𝓈𝑒𝓃𝓏𝒾𝑜

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T/N's POV





Giunti al rifugio di caccia, il Lord aprì la porta grazie a una chiave nascosta nella crepa di uno dei muri esterni e, quando misi finalmente piede all'interno, un brivido per il cambio di temperatura mi percorse la spina dorsale.

Si trattava di un locale di sole due stanze. Una era dotata di un camino, grandi cuscini e alcune cassapanche, mentre alle pareti si trovavano svariati trofei di caccia. Potei anche notare dei fucili abbandonati in un angolo e dei ceppi pronti ad essere usati per il fuoco. L'altra area era adibita a stalla e i due spazi erano collegati da una piccola porta.

"Penserò ai cavalli," disse il nobile, ancora sotto la pioggia battente, sporgendosi dalla porta aperta. "Accendete pure il fuoco, così ci scalderemo e asciugheremo i vestiti."

"Certo," annuii.

Mi avvicinai al camino e raccolsi alcuni piccoli legnetti poco distanti posandoli nell'area colma di cenere. Notai anche della carta sopra al ripiano del focolare e la appallottolai posizionandola sotto ai rametti accendendola con un fiammifero. Nel giro di pochi minuti riuscii ad accendere il fuoco e, nell'esatto istante in cui posai uno dei ceppi più grandi per alimentarlo, il Lord fece il suo ingresso nella stanza tramite la porta che la collegava alla stalla.

"Ho asciugato i cavalli e chiuso l'ingresso della stalla. Dovremmo stare tranquilli fino a che non cesserà di piovere," disse avvicinandosi a me con un sorriso e si sfilò la giacca rivelando i suoi indumenti sottostanti, anch'essi fradici e aderenti al suo corpo longilineo. Appese poi la giacca a fianco del camino e, sul punto di sfilare il foulard intorno al colletto della camicia, si rivolse a me. "Sarebbe un problema per voi?"

"Oh, no, affatto," sorrisi imbarazzata riportando lo sguardo verso il fuoco. "Non vorrete ammalarvi per un po' di pioggia, è giusto che vi asciughiate."

"Lo stesso potrei dire di voi."

"Piuttosto, vi sentite bene?"

"Divinamente, signorina. Non preoccupatevi."

Riportai gli occhi su di lui scoprendolo intento a sbottonare la sua camicia e, non appena si liberò anche dell'ultimo bottone, la sfilò, dando mostra della pelle umida delle sua braccia e del suo petto, posandola poi accanto al fuoco. Si passò poi una mano tra i capelli dando aria alla sua chioma aderente alla testa per via della pioggia e, dopo avermi lanciato una veloce occhiata, si inginocchiò al mio fianco.

"Avete bisogno di aiuto per il vestito?" chiese.

Nonostante lo desiderassi con tutta me stessa, non riuscivo a fare a meno di sentirmi ancora travolta da ciò che era successo poco prima e mi sentivo leggermente confusa mentre osservavo i suoi occhi azzurri e privi di malizia posati su di me.

"N-No, ce la faccio," risposi alzandomi e iniziando a sfilare i lacci del mio abito all'altezza del petto. Gli diedi le spalle e sentii il Lord mettersi in piedi allontanandosi verso il lato opposto della stanza.

𝐿'𝑒𝓇𝒷𝑜𝓇𝒾𝓈𝓉𝒶 𝑒 𝒾𝓁 𝑀𝒶𝓇𝒸𝒽𝑒𝓈𝑒 • BrunoBucciarati (Bridgerton AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora