2

5 0 0
                                    

La futura sposa, in preda ad un senso di disperazione immenso, non seguì il consiglio del padre di andare a scaricare la rabbia, ma si mise a cercare suo fratello in tutte le sale. Sperava che lui l'avrebbe aiutata a scappare da quella situazione, ad uscirne e di poter continuare a fare ciò che faceva ogni giorno. Non avrebbe mai pensato che suo padre fosse capace di prometterla sposa ad un Lord vecchio e, probabilmente, depravato. Doveva scappare, altrimenti avrebbe vissuto una vita insignificante e piena di tristezza.

Trovò suo fratello nella Sala Conferenze, assieme al Primo Ufficiale. Stavano discutendo di come rintracciare il responsabile dell'assassinio di dieci soldati in un accampamento a Nord. Era una situazione assai preoccupante e delicata; i soldati avevano iniziato a non fidarsi dei propri compagni e temevano che, durante il sonno, sarebbero stati ammazzati. Il Primo Ufficiale aveva consigliato di essere mandato sul campo per indagare personalmente, ma il fratello della Principessa, nonché futuro erede al trono, pensava che sarebbe stato un grosso rischio. In ogni modo, i loro ragionamenti furono interrotti dall'entrata nella sala della principessa che, con gli occhi scuri immersi in un contorno rossastro per le troppe lacrime, avevano fatto immediatamente posticipare ogni altra preoccupazione del Regno.

Il futuro erede si alzò violentemente dalla sedia e corse ad abbracciare la sorella, chiedendole cosa fosse successo. Lei, ricambiando l'abbraccio, poi raccontò della conversazione con il Re e la Regina.

«Oh, la mia piccola sorellina che si sposa?»

«Damiano! Non voglio!»

Neanche lui avrebbe voluto, immaginarla lontana da lui era quasi insopportabile.

«Credi davvero che nostro padre possa ascoltare la mia parola al riguardo?»

No, Adelaide era profondamente abbattuta, sapeva che non avrebbe potuto fare nulla, ma le era piaciuto crederci, almeno per dieci secondi.

«Quando dovrebbe arrivare?»

Non ne aveva idea e nemmeno aveva intenzione di scoprirlo. Pensava solo che, per il suo arrivo, lei sarebbe stata lontana abbastanza da non doverlo vedere. Il Principe Damiano, baciandole la mano, disse che avrebbe tentato un dialogo con i genitori, ma si trovò costretto a non prometterle nulla.

«Perché non vai dalla nonna e provi un po' a distrarti? Porta con te anche Teodoro, gli farebbe bene, ogni tanto, staccarsi da quel pianoforte.»

Adelaide annuì e corse dal fratello più piccolo, che, come ipotizzato, era seduto al pianoforte. Quando la vide arrivare, le sorride, orgoglioso della sua musica e chiese di ascoltare un pezzo che aveva provato a creare. Suonava il pianoforte in modo straordinario, era più bravo del miglior musicista del Regno, nonché suo Maestro, che, ogni volta che veniva a Corte, restava ammaliato dalla sua grandissima capacità di suonare così bene il piano, nonostante avesse appena dieci anni. Il principino sfiorava ogni tasto con una delicatezza da far venire i brividi, le note che risuonavano nella sala erano dolci e ipnotizzanti.

Quando ebbe finito, chiese come mai Adelaide fosse lì.

«Vorrei andare a trovare la nonna, vuoi accompagnarmi? Non farmi andare da sola.»

Il fratello stava giusto per dire di no, quando la principessa aggiunse che la nonna avrebbe volentieri ascoltato la sua musica. La faccia di Teodoro si rianimò e si convinse di accompagnarla.

Sotto la pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora