Il cosiddetto "Hazbin Hotel"

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"Ugh... Che cosa vuoi?"
Borbottò Vinyan ancora mezza addormentata. Voleva solo dormire cinque minuti in più ma a questo punto non credo che fosse possibile visto che Valentino le aveva appena sfondato la porta della stanza con un calcio e si era messo a parlare a macchinetta.

"VAL! Potresti chetarti un secondo?! Non vedi in che condizioni sono?"
Sbottò Vinyan tutto d'un tratto riferendosi al fatto che si era appena svegliata per poi alzarsi in un attimo dal letto infuriata.

"Uh... Capelli scompigliati, letto incasinato... Hai scopato?"
Rispose Valentino incuriosito e con un tono innocente (come se lui lo fosse)

"MA COSA-- UHH NO? SAI CHE SONO MINORENNE, CAZZO!
...
Okay, calmati Vinyan, calmati..."
Disse la ragazza tra sé e sé strofinandosi le mani sugli occhi ancora socchiusi da quanto fosse stanca. Dopo si mise le pantofole che si trovavano accanto al letto e si avvicinò alla porta distrutta provando a rimetterla a posto mentre borbottava qualcosa. Nel frattempo Valentino la guardava come se non avesse fatto niente di male.

"Mi aiuti o no pelatone?"
Valentino corrugò la fronte offeso da quello che le aveva appena detto la ragazza e si mise le mani sui fianchi.

"Cosa dovrei fare scusa? Volevo solo cogliere la tua attenzione, la camera è tua mica sistemo io!"
Valentino poi mise una mano sulla spalla di Vinyan e continuò a parlare.

"In realtà non serve che sistemi nemmeno tu, c'è della gente, o meglio robot, che lo fanno al posto tuo... KITTY!"
Il robottino servitore di Valentino arrivò in un lampo davanti ai due e Vinyan lo guardò sorpresa.

"PULISCI QUESTO TROIAIO!"

"Potresti abbassare la voce? È ancora mattina, cazzo"

"Oh! Scusa tesorino,usciamo da qua."
Valentino prese la mano di Vinyan ed uscirono dalla camera della ragazza camminando per il corridoio del palazzo. Valentino sembrava eccitato tutto d'un tratto, Vinyan teorizzava già da un po' che lui fosse bipolare.
Vinyan non capiva dove la stesse portando Valentino perciò glielo chiese confusa. Val gli rispose solo che voleva andare in giro per sfogarsi un po' e lei, anche se non soddisfatta della sua risposta, lasciò perdere l'idea di ribattere: era ancora nel mondo dei sogni e non aveva voglia nemmeno di parlare.

Valentino e Vinyan si trovavano all'entrata del palazzo delle Quattro V e la falena stava cercando le chiavi senza successo. La ragazza lo guardava stressata, la giornata era partita in modo orribile.

"E secondo te ho voglia di andare in giro ora? Ho sonno e sto' in pigiama."
Valentino non aveva voglia di andarle a prendere dei vestiti ed era consapevole che nemmeno lei ne avesse perciò prese una giacca di Velvette accartocciata su un divano lì vicino e gliela lanciò in faccia.

"Pija va', fammi cercare le chiavi."
Vinyan prese la giacca e riluttante se la mise addosso sperando che Velvette non fosse nei paraggi: Vel odia quando qualcuno si mette i suoi vestiti senza il suo permesso.

Dopo circa dieci minuti Vinyan chiese a Valentino se avesse trovato le chiavi e lui le rispose di no. Dopo si sedette sul divano lì vicino notando che accanto a lei c'erano le chiavi che Valentino stava cercando!

"Hey, ecco le chiavi. Sei miope per caso? Erano davanti a te!"
Esclamò Vinyan, Valentino prese le chiavi sorridendo e tutto felice andò ad aprire la porta saltellando. Vinyan lo seguì.

I due andarono quindi a fare una passeggiata tra le strade del girone della superbia mentre Valentino si sfogava con lei del più e del meno: gli parlava da come alcuni suoi lavoratori volevano licenziarsi e di come ne avesse pure uccisi alcuni. Sì, una normale chiaccherata con Val. Vinyan sapeva qual'era il suo rapporto con coloro che lavoravano con lui ed aveva pure avuto la possibilità di parlare con alcuni di loro.

Gli chiese quindi com'erano i rapporti con alcuni di loro fino ad arrivare a parlare di un certo Anthony detto anche "Angel Dust" da Valentino. Quel ragazzo era gentile con Vinyan e le stava simpatico ma sapeva che la situazione era diversa con il suo capo e le dispiaceva un po' per lui. La ragazza gli chiese quindi pure di Angel e Valentino sbottò.

"Dobbiamo davvero parlare di Angel Dust?! Quella troietta non risponde quasi più ai miei messaggi, TI RENDI CONTO?! Da quando si è trasferito a quel cazzo di hotel non fa altro che trovare scuse per non lavorare, VA AVANTI COSÌ DA UN ANNO ORMAI!! Ugh, se non fosse pieno di ammiratori lo avrei già reso a brandelli!"
Nel mentre che Valentino continuava a lamentarsi, Vinyan stava ripensando a ciò che aveva detto di quell' Anthony. Non capiva un dettaglio.

"Hotel? Di che hotel stai parlando, Val?"
Valentino si fermò di colpo come se avesse realizzato di aver detto qualcosa di sbagliato.

"Porca puttana non dovevo dirlo."
Borbottò Valentino; Vinyan era confusa. Dopo la falena si girò verso la ragazza accovacciandosi per arrivare alla sua stessa altezza.

"Seeeeenti Vivì, che ne dici di dimenticare ciò che ho appena detto e di andare a comprare qualcosina insieme? Eh??? Posso andarti a comprare quel videogioco che volevi tantooo..."
Vinyan aveva capito che la stava cercando di corrompere o di distrarla, come se Valentino non volesse dirle qualcosa.

"Cosa mi vuoi nascondere Val? Ho soltanto chiesto di che hotel stavi parlando, non capisco perché non me ne vuoi parlare. Mah, allora lo chiederò a papà--"
Vinyan fece per andarsene ma Valentino la prese per la giacca per poi metterle le mani sulle spalle. La ragazza rimase immobile.

"Vinyan, tesorino, se ne parli con lui sei morta ma non perché ti uccido io ma perché lui si incazzerà così tanto che-- lasciamo stare Vivì, okay?"

"Ehm, okay certo."
Vinyan era incerta ma decise comunque di lasciar perdere. I due continuarono a camminare ma dopo quel l'interruzione Valentino smise di sparlare dei suoi lavoratori tentando invece di distrarre Vinyan comprando dei regali per la ragazza.

Dopo una lunga giornata le due V tornarono al quartier generale esausti dalla giornata. Valentino andò a dormire ma Vinyan non riusciva ad addormentarsi per via di quell' hotel di cui parlava il suo compare.
Anche se Valentino le aveva detto di non parlarne con suo padre lei decise comunque di andargli a parlare sperando di ricevere risposte adeguate.

Vinyan lo trovò con una sigaretta in mano a guardare la città dal suo balcone. Si avvicinò a lui e gli toccò il braccio per cogliere la sua attenzione.

"Papà... Posso parlarti un'attimo?"

TRADIMENTO || HAZBIN HOTELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora